MATERNITÀ AUTISTICA: ESSERE MADRE IN UN MONDO CHE TI GIUDICA DUE VOLTE

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Essere madre è, per molti, una delle esperienze più profonde e trasformative della vita. Ma cosa significa esserlo quando si è anche autistiche? La maternità autistica esiste, ma è ancora poco raccontata, poco riconosciuta e spesso fraintesa. Le donne autistiche che diventano madri si trovano a vivere una duplice sfida: quella della genitorialità e quella del giudizio sociale che mette in dubbio, ancora oggi, la loro capacità di prendersi cura di un figlio.

In un mondo che idealizza la madre empatica, multitasking, sempre disponibile e comunicativa, la madre autistica viene spesso vista come inadeguata. I suoi silenzi, i suoi bisogni di regolazione, il suo modo diverso di relazionarsi vengono interpretati come freddezza o incapacità. Ma non è così. Molte madri autistiche sviluppano una connessione intensa, autentica e profonda con i propri figli, fatta di piccoli gesti, di presenza silenziosa, di attenzione ai dettagli che altri non colgono.

La maternità autistica è anche un’esperienza di consapevolezza. Spesso queste donne hanno dovuto lottare per ottenere una diagnosi, per farsi ascoltare, per non essere ridotte a stereotipi clinici. Portano con sé una capacità di lettura del comportamento e dell’emotività diversa, che può diventare una risorsa potente nella relazione con il figlio, soprattutto se anch’esso neurodivergente.

Tuttavia, il contesto sociale è ancora ostile. I servizi perinatali raramente tengono conto della neurodivergenza. Le figure professionali faticano a riconoscere le esigenze specifiche delle madri autistiche. Il rischio è quello di un controllo invasivo, di una medicalizzazione forzata, di un giudizio costante che mina l’autostima e la libertà educativa di queste donne.

Ciò che serve è uno sguardo nuovo, che smetta di misurare la maternità con parametri neurotipici. Serve formazione per ostetriche, pediatri, psicologi. Servono spazi di confronto tra madri neurodivergenti, reti di supporto non giudicanti, politiche inclusive che permettano a tutte le donne di vivere la genitorialità senza maschere né paure.

Essere madre quando si è autistiche significa spesso sentirsi sotto esame. Ma significa anche portare nel mondo un modo diverso di amare, di accudire, di crescere insieme. Un modo che merita ascolto, rispetto e visibilità. Perché ogni madre ha il diritto di sentirsi competente, accolta e mai giudicata due volte.

13 Commenti

  1. Sempre interessante ogni argomento trattato.Di questa tematica non ero a conoscenza e mi sento particolarmente emotivamente colpita . Complimenti per la chiarezza dei concetti considerati

  2. Argomento mai trattato,ma di un’ importanza senza limiti, argomento tenuto all’ oscuro in un mondo frenetico che tratta solo tasti spesso superficiali e stupidi,ed inoltre puntare il dito senza esitare nel provocare dolore, ferendo persone autentiche e vere,dalle quali si può solo imparare.
    Credo che quest’ argomento portato alla luce, grazie a lei,abbia bisogno di essere preso in considerazione con tanta cura e preparare la società ad essere più umana,se non ammirare queste mamme che vivono lottando quotidianamente su due fronti,autismo ed essere mamme!!
    Invece di sottovalutare, screditare o giudicare queste donne, credo che dovessimo fermarci un po’ ed ammirarle x la loro tenacia, caparbietà,ma soprattutto affetto e amore che versano senza limiti verso la propria prole……nn resta altro che prenderne esempio…..
    Grande Mariarosaria,unica nell’attenzione di ogni singolo campo che tratta,quelli comuni e quelli a cui nessuno arriva mai a dargli la giusta importanza 👏💪💪🩷

  3. Un aspetto, prima che lo evidenziassi tu,
    Nessuno,a mia memoria aveva considerato.
    Articolo illuminante con idee nuove, visto da angolazioni originali prive di sovrastrutture mentali.
    Da te si impara sempre 💖

  4. Quello che mi piace di te è il tuo mettere sotto i riflettori concetti chiave a cui quasi nessuno da spazio e peso Mariarosaria cara. E se il mestiere più complicato del mondo è essere mamma immagino cosa possa significare esserlo per una mamma autistica.
    E che percorso di consapevolezza e lavoro sul senso di colpa possa affrontare per non rimanerne schiacciata.
    Con tutta la mia stima e l’immenso affetto che ci lega.
    Annarita

  5. Una mamma, a prescindere se sia neurotipica o meno, è una donna meravigliosa, perché ha generato una vita e nessuno meglio di lei ama, accudisce e conosce il proprio figlio.

  6. Sono pienamente d’accordo con quello che scrive .Serve uno sguardo nuovo e quindi più inclusivo ..
    Guardare l’autismo con occhi diversi:senza difficoltà ma con arricchimento per se stessi e per la società .

  7. Dottoressa Canzano, aspetto come sempre di leggere i suoi interessantissimi articoli: da quando leggo ciò che lei scrive impara a gestire meglio mia figlia autistica e nonostante sia ancora piccola rispetto alla sua Laura , lei ha tanto da insegnarmi.

  8. Essere madre e autistica significa vivere la genitorialità con una sensibilità diversa, intensa, autentica. È affrontare ogni giorno il mondo con i propri tempi, i propri sensi, le proprie modalità… mentre si cresce un altro essere umano.
    È una maternità che esiste, resiste e merita ascolto.
    Non è meno valida, è solo meno compresa.
    Le madri autistiche non sono “meno madri”, sono madri con un codice diverso, spesso invisibile agli occhi, ma fortissimo nel cuore. Condivido queste parole per rompere il silenzio e abbattere i pregiudizi.

  9. La maternità autistica è anche un’esperienza di consapevolezza. Spesso queste donne hanno dovuto lottare per ottenere una diagnosi, per farsi ascoltare, per non essere ridotte a stereotipi clinici.
    Quanto è vero questo concetto. Dott.ssa, grazie perché lei veramente ci illumina

    • Cara Mariarosaria,
      ho letto il tuo articolo con grande attenzione. Sei riuscita a raccontare con profondità e delicatezza cosa significa essere, ogni giorno, accanto a una figlia autistica. Le tue parole restituiscono autenticità, forza e amore. Grazie per aver condiviso un’esperienza così significativa.

      Un caro saluto,Angela

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