(f.n.) – Ogni gestione ospedaliera si articola su direttive che, al di là delle norme e delle regole, denominatore comune di tutti i “regni”, connotano soprattutto la maniera di essere del “numero uno”, il Direttore Generale, il responsabile, l’eletto, l’unto, il predestinato, il delegato per antonomasia, del potere in carica e…ce la va sans dire che in mezzo a tutti questi attributi “naturali”, una ‘ntecchia di autorevolezza, da non confondere con l’autoritarismo, sarebbe stato e sarebbe, addirittura naturale, pretenderla, o no?, al di là delle licenze consentite dal favoritismo, praticamente cieco, sordo e rigorosamente impermeabile. Impermeabile…già…esattamente come ha dimostrato di essere il DG uscente Gaetano Gubitosa in questi anni, impermeabile a tutto ciò che in un’Azienda come il Sant’Anna e San Sebastiano, avrebbe dovuto essere automatico, come ad esempio, il rispetto “elementare” del diritto al minimo sindacale della conoscenza della dimensione ospedaliera, per interni ed esterni, intercettando all’occasione, voci insistenti e circolanti su fatti, talvolta immaginari che, una gestione attenta, interessata alla crescita ed all’immagine dell’Azienda, dovrebbe preoccuparsi di chiarire, attraverso un comunicato di due righe e mezzo al massimo. Un Direttore Generale comme il faut, impiega venti minuti ad imprimere a lettere di fuoco nella mente dei collaboratori, i principi fondamentali di quella che dovrà essere la gestione a sua firma…Vedete…non ci vuole molto tempo a comprendere quanto pesi un’Azienda, sul mercato dell’immagine che, come sappiamo è sempre la vetrina della sostanza…Per esempio, il clima attuale di incertezza, creatosi ieri, quando la popolazione ospedaliera, convinta che il governatore De Luca sarebbe venuto ad inaugurare il complesso operatorio nuovo, come del resto si “vociferava” da tempo, con il passare delle ore, ha dovuto convincersi che De Luca non sarebbe venuto…ebbene… l’incertezza, è la chiara, netta, inequivocabile sintesi della gestione Gubitosa perché… tale incertezza dovuta al fatto drammatico che nessuno chiede a Gubitosa come mai De Luca non sia venuto, incertezza grassa perché nella vigilia della visita tutti davano per scontato che avvenisse, ma nessuno ne aveva la certezza perché, come al solito, nel nostro Ospedale si procede per sentito dire o per tam tam provenienti dalla palazzina “grigiotopospento” in fondo al parco…Le voci nascono e muoiono e talvolta prima di morire, succede qualcosa come ad esempio una visita…ma…attenzione, potrebbe anche non succedere! Ed anche questa volta è andata così e l’incertezza del popolo di dentro, inevitabilmente si traduce nella solita meraviglia del mondo di fuori, che si interroga invece… sul perché De Luca non sia venuto, visto che il caro Gubitosa o magari la gentile Ngiulinella, non si sogneranno mai di crearsi il problema che, al di là del muro di cinta delle loro proprietà provvisorie ma redditizie, c’è quel pubblico che consente loro di ritirare una discreta cifra mensile. Certo …per tentare di saperne di più…potremmo ricorrere all’I.A. e..lo abbiamo fatto…ed il verdetto è stato che il Governatore De Luca, non aveva alcun impegno con l’Azienda Ospedaliera di Caserta…ma, a maggior ragione, il mistero si infittisce e la povertà, per non dire l’assenza totale di comunicazione, una delle “perle” di questa gestione ospedaliera, si raggruma pietosamente in un’altra, l’ennesima, disattenzione che, forse… addirittura inconsapevolmente, questo signore che ha messo in ginocchio il nostro Ospedale, ci getta, ancora una volta, in piena faccia. Intanto il Dg Gubitosa si appresta a lasciare l’Ospedale, proprio in un periodo particolarmente difficile, quello estivo…quando la razionalità della gestione e della programmazione, si evidenzia in tutta la sua efficienza o in tutte le sue magagne ed incredibili voragini…Con la spada di Damocle sulla testa, rappresentata dal ricorso del Nursind che, in caso di responso positivo, potrebbe rendere non proprio entusiasmante, il commiato di Gubitosa dall’Azienda, quest’ultimo, come se, invece dell’annullamento di alcune importanti delibere, il ricorrente avesse chiesto di sospendere il cappuccino libero per chi fa finta di lavorare, procede per i fatti propri e… nel solco tracciato dei vari accordi, assunti con questo sindacato e con quello…senza dimenticare il politico di turno, per il quale l’Ospedale potrebbe sprofondare domattina, senza provocargli la vibrazione del ciglio destro, purché si tuteli questo o quel portatore di consenso. Infatti il Dg, incurante di ogni possibile sconfitta, ha dato il meglio di sé con le posizioni organizzative e gli incarichi….e, a breve la nostra sarà l’ Azienda che conta più colonnelli che soldati, su tutto il territorio nazionale…Se soltanto il peso della spocchia fosse stato inferiore, rispetto alla consapevolezza delle responsabilità, il Dg avrebbe potuto tentare un accordo che avesse, sulle medie e lunghe distanze, reso possibile una sorta di organizzazione estiva tale, da evitare la necessità di accorpare reparti importanti, per il semplice motivo che alcuni di essi sono praticamente vuoti, vedi chirurgia vascolare, tanto per fare un esempio…Ma si continua a tergiversare e a sbagliare, mentre nessuno sembra interrogarsi sulle ragioni autentiche che hanno fatto scadere miseramente l’immagine ed il nome del nostro Ospedale e costretto tanti professionisti ad emigrare altrove. Questi sono i risultati delle gestioni “stile Gubitosa”, dei suoi umori variabili come il meteo ma, soprattutto dell’assenza totale di quel minimo di sentimento di appartenenza, chiave di volta di ogni riscatto, che nessun Governatore mette in conto, quando per “sua” precisa convenienza e per niente di diverso che la “sua” convenienza, nomina questo o quel Direttore generale. Per quanto riguarda la carenza di personale, il nostro eroe avellinese, con la stessa autonomia con cui, a suo tempo, ha favorito 29 assistenti amministrativi e soprattutto i relativi sponsor, avrebbe potuto evitare di fare “il tosto avvacante” , assumendo inutili quanto perniciose decisioni “castranti”, del tipo la famosa mancata concessione della proroga di un mese, che avrebbe consentito a diversi OSS che avevano lavorato per molti anni in Ospedale di continuare a farlo…Di cosa vogliamo parlare?, dei gesti umani e dei favori politici?, o forse vogliamo parlare della frase peregrina, la migliore di tutte, pronunciata con estremo candore da chi, favorito egli stesso, concepisce soltanto l’assunzione per favorire qualcun altro e supplicato da chi non ha santi in paradiso, risponde contrito: “Mi dispiace, non posso farlo…, vorrei ma non posso…è la legge che me lo vieta…” Hasta la verguenza companeros!