CONSORZIO DI BONIFICA DEL VOLTURNO…ELEZIONI E NUMERI, CHE NON TORNANO!

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La gestione commissariale regionale HA CONVOCATO LE ELEZIONI, MA CHI VOTA?  

   –   di Salvatore Maddaloni  –                                       

xzxz CONSORZIO DI BONIFICA DEL VOLTURNO…ELEZIONI E NUMERI, CHE NON TORNANO!Dopo oltre un decennio di commissariamento “straordinario” – e già così basterebbe – al Consorzio di Bonifica del Volturno, si va finalmente alle elezioni per ristabilire una gestione ordinaria dell’Ente di via Roma a Caserta.

Un decennio targato Vincenzo De Luca il quale decretò il commissariamento, che ha visto alternarsi sulla poltrona di Commissario Regionale più persone, per così dire “vicine” a vari politici locali, i quali hanno cercato di spicciare faccende più o meno personali, dando qualche aiutino a qualche ditta o magari qualche dipendente, o magari ancora qualche consulente…facezie; per arrivare fino ad oggi che su quella poltrona siede da quattro anni l’avellinese Francesco Todisco, il quale risponde direttamente al Governatore…parole sue!

E’ evidente agli occhi di tutti che quello che veniva giustamente definito un carrozzone politico, dopo la “cura” Todisco ha fatto diversi passi avanti. Lo vediamo dall’investimento pubblicitario messo in campo, con interviste, manifestazioni, convegni, una curata pagina social…ma soprattutto, una discreta mole di interventi sul territorio; che poi sarebbero la missione principale, ovvero la cura del territorio per la prevenzione del rischio idrogeologico…così leggiamo in letteratura.

Bene, si dirà…ma non benissimo, si dice!

Infatti, con l’indizione delle elezioni consortili (se così possiamo appellarle – NDR), abbiamo iniziato, nostro malgrado, a raccogliere dei malumori, delle lamentazioni e dei veri e propri mal di pancia da parte di numerosi “amici” imprenditori agricoli, prossimi elettori alle elezioni.

Si, perché alle “elezioni consortili” di un consorzio di bonifica, hanno diritto al voto tutti i proprietari terrieri che possiedono un immobile all’interno degli oltre novanta (90) comuni ricadenti nel comprensorio del consorzio di bonifica. Capiamoci: per proprietari terrieri intendiamo dall’agricoltore con decine di ettari fino al normale cittadino che magari possiede un prato davanti casa…con proporzioni diverse, ma elettori consortili alla stessa stregua.

Registrati i mal di pancia di cui sopra, abbiamo iniziato a buttare un po’ l’occhio e l’orecchio su queste faccende consortili – a noi un pochino ignote, in tutta onestà – ed abbiamo potuto innanzitutto scoprire che il consorzio di bonifica del Volturno è un ente gigantesco, con “giurisdizione idraulica” su una novantina di comuni, la maggior parte in provincia di Caserta, molti in provincia di Napoli fino alla zona nolana, e qualche paesello delle province di Avellino e Benevento.

Con questa massa enorme di territorio amministrato si devono fare i conti nelle relative elezioni consortili oltreché con coloro che poi hanno diritto al voto, che andrebbero chiamati “elettori” ma che invece abbiamo scoperto che dalle parti di via Roma, vengono definiti “ditte”.

I conti vogliamo proprio farli e ci siamo messi, pallottoliere alla mano a spulciare: siti internet, elenchi, cartine, ecc, per farci un minimo di cultura sull’argomento.

Bene, ciò detto questi territori, abbiamo potuto verificare, hanno prodotto circa 280.000 (duecentottantamila) “ditte censite” nell’anagrafe consortile, ma per legge, possono esercitare il proprio voto solamente le “ditte” in regola con i pagamenti dei tributi consortili.

E con l’applicazione di questa “regola”, una gigantesca mannaia si abbatte sulle liste elettorali consortili, tagliando la platea dei citati 280.000 elettori/ditte di oltre il 70%…portando il numero dei potenziali votanti tra i circa 76.500-77.000.

Non finisce qui però, perché tantissimi dei nostri amici malpancisti, pur avendo pagato fino all’ultimo centesimo quanto richiesto dagli uffici del consorzio del Volturno, non figurano negli elenchi dei votanti.

Infatti dei circa 77.000 (il 27,5% del totale delle ditte), solo 12.500 ditte, numero più numero meno, sono ammesse al voto del prossimo 9 novembre; ovvero il 4,50% dell’intera massa dei consorziati.

Crediamo che permettere solamente al 4,50% degli elettori di poter esprimere il proprio gradimento ad un qualunque candidato che debba poi amministrare un Ente che rappresenta un importante baluardo per la propria sicurezza idraulica, sia un po’ pochino; anche perché l’Ente in questione gestisce diversi milioni di euro.

Ci viene facile affermare che in un periodo nel quale le urne si disertano sempre maggiormente in questo paese, dalle parti di via Roma si sono portati avanti con il lavoro e le hanno desertificate già a monte.

Ma perché ci si chiede?

È proprio la domanda che ci siamo fatti in questa redazione, dopo aver raccolto le lamentele e le perplessità di molti agricoltori, che dalle attività del consorzio di bonifica traggono aiuti fondamentali alle loro imprese e dovrebbero essere i principali fautori della composizione amministrativa dell’Ente.

Vero è che c’è una grandissima evasione tributaria, che comporta l’esclusione di tantissime ditte dalla platea degli elettori; ma allora, i tanto sbandierati risultati positivi da parte della dirigenza del consorzio, circa l’aumento esponenziale degli incassi rispetto agli anni passati, dove sono finiti? È solamente una bufala? E cui prodest?

È vero anche (perché lo abbiamo verificato a campione su vari comuni – NDR) che gli avvisi di pagamento che il consorzio invia ai propri contribuenti, relativi all’annualità 2024, l’ultima utile per ottenere l’attestazione di regolarità contributiva, non è stata ricevuta da moltissime persone.

Giusto per capirci, gli avvisi (definiti “bonari” in primo avviso) vengono inviati a mezzo di posta ordinaria, trascorso un anno circa, se il contribuente non paga, viene inviato un sollecito via Raccomandata, trascorso un ulteriore lasso di tempo, si procede all’invio di una ingiunzione di pagamento cui segue una riscossione coattiva con tutti gli aggravi di spesa ecc. ecc.…questa spiegazione, è bene precisarlo, ci è stata offerta da un noto professionista casertano, il quale in anni passati è stato amministratore proprio di questo Ente ma che preferisce restare anonimo.

Con questo sistema senza alcuna prova di contraddittorio di consegna delle cartelle di pagamento (posta ordinaria), è giusto stabilire chi ha diritto e chi non lo ha di votare a queste elezioni e partecipare democraticamente alla composizione di un’amministrazione pubblica?

Qualche dubbio francamente ci viene, anche perché, i soliti malpancisti, ci hanno anche insinuato il dubbio che sia una scelta voluta quella di non aver “recapitato” gli avvisi 2024 ai legittimi destinatari, proprio per “sfoltire” la platea dei votanti ed evitare di “disturbare” le manovre.

I manovratori sarebbero sempre i soliti noti: Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori ed una ignota e sconosciuta COPAGRI (sulla quale torneremo); organizzazioni che sarebbero in forte calo di rappresentatività, al di là dei “loro” numeri che siamo certi sventoleranno dopo l’uscita di questo articolo, e che quindi avrebbero fatto un patto federativo per spartirsi il controllo del consorzio di bonifica.

Sarà vero, non lo sarà…si vedrà dopo il 9 novembre.

A rendere più incomprensibile il quadro, gli “amici” agricoltori ci hanno riportato anche una condizione di marchiata “subalternità” di quello che oggi esercita la funzione di Commissario Regionale – Todisco, deluchiano doc per sua ammissione– nei riguardi di uno strano terzetto di dirigenti, composto dal direttore generale Ing. Camillo Mastracchio, da sua Cognata Avv. Lucia Pignata e da Clemente De Rosa, i primi due legati a Giampiero Zinzi della Lega ed il terzo attaché del politico di FdI Enzo Santangelo.

Giochi politici a parte, resta il dato molto ambiguo del 4,50% di persone/ditte/elettori…chiamateli come diavolo volete, che tra qualche giorno potrà esercitare un diritto di voto, negato ad oltre 250.000 persone/ditte/elettori.

A pensare male, si fa peccato ma spesso ci si azzecca e l’impressione dei malpancisti, almeno quelli che hanno pagato tutto il richiesto e non coloro che evadono il tributo risultando indifendibili, potrebbe essere quella di una “combine” organizzata a tavolino per favorire i soliti noti?

Se così fosse, ci troveremo di fronte ad un gigantesco caso di corruzione politico/amministrativa, facendoci emergere alla memoria le sagge parole di Papa Francesco: “…la corruzione spuzza…”!

Avviso ai naviganti…per evitare che “lo spuzzo” si diffonda, sarebbe il caso di riflettere ancora un pochino?