L’ENSHITTIFICATION: LA MERDIFICAZIONE

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Pasquale Vigliotti 150x150 L’ENSHITTIFICATION: LA MERDIFICAZIONE   –    di Pasquale Vigliotti    –                                                                                                      

Siamo nell’epoca della personalizzazione vorace ed edonistica più spietata, l’individualità esaltata ed esplosa solo nell’apparire nella foto del momento; dove la cultura è azzerata; dove la tutela del bene comune è divenuto concetto evanescente e non più garantito; dove i concetti ed i principi sanciti nella nostra Carta dei valori del nostro essere Nazione, scritti con il sangue, sintesi ed al contempo esaltazione delle differenze (copiata e probabilmente ineguagliata) è storia non più insegnata.

L’impegno sacramentale dell’ELETTO dalla comunità, il giuramento di lealtà, diretta promanazione di quanto sancito dalla nostra Legge Fondamentale “… I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge; deriso e oltraggiato.

Rapportato all’attuale vissuto della nostra comunità sembra di vivere in un paradosso; un mondo alla rovescia, dove le energie profuse dai più meritevoli sono azzerate, dove chi non ha meriti diventa il prescelto o la prescelta.

Gli antichi romani, gente pragmatica ma destinata ad entrare nella storia, avevano adottato un sistema semplice ed al contempo efficacissimo, ovvero l’aquae et ignis interdictio; in buona sostanza chi, con il suo agire, determinava un pericolo per la comunità e per il bene comune, veniva allontanato, scacciato, tacciato di indegnità; costretto a vivere la sua vita altrove.

Nell’attuale contesto, per la sua stessa sopravvivenza e ragione d’essere, la comunità ha necessità di esprimere e manifestare il proprio giudizio, rispetto a quanto avvenuto e sta avvenendo.

Il giudizio delegato alle pubbliche istituzioni, deve essere scevro e libero da condizionamenti e non compete al popolo tale decisione; esse, pubbliche istituzioni, giudicheranno della libertà o dei vincoli per le persone che sono venute meno ai loro doveri, ove ritenuti rei di tale mancanza.

Ma non è questo il giudizio che compete alla cittadinanza; esso ha ad oggetto qualcosa di molto più grande, l’onorabilità violata di una intera comunità, l’avvenuto tradimento della FIDES conferita dalla comunità all’ELETTO.

Ogni cittadino ha il sacrosanto dovere di esprimere il proprio pronunciamento di giudizio circa l’aquae et ignis interdictio, rispetto a chi ha mancato di assolvere al proprio dovere di disciplina e soprattutto di onore; preliminarmente confrontandosi con i propri familiari, con il ricordo dei propri avi, con la mente rivolta a chi seguirà.

È un giudizio introspettivo ed al contempo necessariamente ad estrovertere, in ciò l’essenza dell’essere comunità.

Il discorrere celato o peggio silente, di quanto avvenuto e sta avvenendo nella nostra comunità, come altri vogliono che avvenga nell’attesa auspicata di un giudizio salvifico di terzi estranei, è segno di servaggio; è il servo che denigra il padrone quando questi è passato o non può ascoltarlo; è colui che non è libero che si limita ad attendere il giudizio degli altri e che si conforma.

Volendo essere moderni ed utilizzare il neologismo di conio canadese, il termine esatto per definire il contesto è “enshittificationche tradotto è “merdificazione.

Nell’attuale contesto di vita vissuta dalla comunità c’è chi spinge con cheta ma al contempo estrema violenza a che il cittadino annichilisca e perda ogni capacità di distinguere tra ciò che rappresenta un valore da salvaguardare è ciò che costituisce solo un prezzo da pagare; sono questi merdificatori coloro cui va comminata l’aquae et ignis interdictio.

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