SANITÀ, STRATEGIE “A PERDERE” CONTRO DE LUCA

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(f.n.) – Se avessimo raggiunto un grado di maturità tale da consentirci di apprezzare la democrazia e prima ancora il pensiero democratico, invece di continuare a formulare ipotesi suggestive e pronosticare fantastiche possibilità, intorno all’ingarbugliata faccenda delle nomine dei Direttori generali della sanità campana, appoggiando più o meno  consapevolmente e di conseguenza, questa o quella “bottega” politica, avvertiremmo la necessità e l’urgenza di una riflessione approfondita, posto che, a pensarci su, risulta assai poco credibile, trattandosi di De Luca, una scivolata del calibro di quella che si sta consumando in progress, dalla nomina ufficiale con inspiegabile ritiro, di Mario Ferrante all’Asl di Caserta…Azienda che comprende incidentalmente, “soltanto”104 comuni. E’ appena il caso di evidenziare che in tempi come quelli attuali, uno come De Luca si guarda bene dal rischio di scivolare e laddove scivolasse davvero, lo farebbe esclusivamente, seguendo una strategia ben chiara e definita con tanto di obiettivo… e, chiunque fosse in possesso di una ‘ntecchia di onestà intellettuale, sia esso simpatizzante o nemico acerrimo del Governatore, non potrebbe che ammettere quanto sia rara l’eventualità che lo stesso De Luca,  commetta errori di valutazione o di opportunità politica tali, da trovarsi nell’imbarazzante condizione di chi ha perso completamente di vista, il filo conduttore dell’intera situazione. Accantoniamo quindi definitivamente, l’eventualità di una cantonata di De Luca e, ipotizziamo che lo stesso abbia bloccato la nomina di Ferrante, con scienza e coscienza…Ciò starebbe a significare che qualcosa, in corso  d’opera, non sia andato secondo gli accordi…( ed è assai improbabile che certe cose avvengano senza precisi accordi preventivi) Ce la va sans dire che, a questo punto, qualcosa deve essere successo a monte delle nomine del 27 giugno u.s….A monte delle nomine troviamo obbligatoriamente, la commissione di valutazione delle candidature considerate  idonee, di cui sono chiamati a far parte un rappresentante della Regione, un rappresentante del ministero ed un terzo, il cui nominativo è sorteggiato. In politica tutto è possibile, soprattutto nel caso in cui il personaggio scomodo è uno come Vincenzo De Luca, per la cui uscita di scena non sono stati certamente sufficienti, i giochetti a perdere, delle signorine Meloni e Schlein che, assai storditamente, hanno giocato la stessa partita, mostrando di essere ben lontane dall’acume politico che ci si aspetta da due scaltre gentildonne, che si trovano a gestire il potere…Infatti, la loro partitella della domenica, somigliava a quella che raccontava di quel tipo, che si tagliò gli attributi per far dispetto alla moglie…niente male non è vero? E l’ansia di liberarsi di De Luca depotenziando con i fatti il suo potere contrattuale ed il suo consenso, soprattutto in previsione di una competizione elettorale di cui non potrà essere protagonista, ma potrebbe ancora condizionarne gli esiti, è assai probabile che si sia tradotta nelle solite volgari imboscate, che qualcuno continua a chiamare solennemente, stringendo la boccuccia a deretano di pennuto: “strategie”. Un esempio per tutti, ovviamente del tutto casuale…metti che due dei componenti della commissione esaminatrice degli aspiranti Dg, per esempio, due a caso, il “misso” ministeriale ed il “misso” del caso e quindi a sorteggio, si siano messi d’accordo per preparare un tranello a De Luca, il quale, con lo stesso spirito “bastian contrario” che non gli ha impedito di dichiarare, dopo giorni e giorni caratterizzati da emozionanti affinità elettive con Conte e Schlein sul nome di Fico: “non abbiamo deciso un bel niente”…di annullare senza tanti complimenti e senza uno straccio di spiegazione la nomina di Ferrante. I casi a questo punto della storiella sono due… Se le cose fossero andate come abbiamo appena ipotizzato o qualcosa di simile, sarebbe assai probabile che, alla fine, si considerasse quale migliore soluzione temporanea la permanenza del Dg Blasotti al suo posto, tentando nel frattempo di sistemare al meglio le sue pendenze di tipo giudiziario, peraltro ancora sospese… Nell’altro caso, chi potrebbe dichiarare con certezza, che De Luca non abbia provocato egli stesso, questo ginepraio di ipotesi e congetture, per arrivare di conseguenza ed in maniera ineluttabile alla proroga di Blasotti?…Pensateci su…e soprattutto… sarebbe opportuno riflettere serenamente, sul danno provocato scioccamente ad una Regione come la Campania, pur di colpire un termine di paragone che per quanto scomodo, arrogante, cocciuto e ribelle sia, non avrebbe mai abbassato la testa, il che è quanto di più dignitoso, siamo ormai abituati a vedere. Hasta la vista!

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