CASERTA. LA MORALITÀ? NON È MAI UNA QUESTIONE DI CENTIMETRI

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d anna disegno piccolo 150x150 CASERTA. LA MORALITÀ? NON È MAI UNA QUESTIONE DI CENTIMETRI  

–   di Vincenzo D’Anna  –                                                                                               

“La politica senza morale? È possibile praticarla ma non è detto che riesca meglio”. Lo diceva Leo Valiani, uomo politico di grande spessore, fervente antifascista, storico e giornalista. Senatore a vita, originario di Fiume, dove era nato come Leo Weiczen, come molti di coloro che soffrirono le angustie illiberali del regime mussoliniano, Valiani aveva uno spiccato senso etico dell’agire politico che non mancò mai di testimoniare insieme alla propria fede laico-azionista e repubblicana. Furono, i suoi, tempi eroici, vissuti con piena idealità, distanti secoli dalla nostra epoca. Stiamo parlando di un gigante rispetto ai nani che oggi popolano il palco della politica. Ed ecco perché converrà erigere un mezzo busto a Valiani, identico a quello del “Duca Visocchi” che, fino a non molto tempo fa, troneggiava sulle scale di accesso alla parte nobile della sede di quella istituzione che una volta era denominata “Amministrazione Provinciale” di Caserta. In molti chiamavano l’assise dei consiglieri provinciali “il parlamentino” di Terra di Lavoro per la qualificata rappresentanza che lo componeva e per la qualità del dibattito (politico ed amministrativo) che vi si svolgeva. Dopo la riforma degli enti Locali, con la legge 7 aprile 2014, n. 56 (la cosiddetta “legge Delrio”) si è proceduto ad un ampio restyling in materia, prevedendo il varo e la disciplina delle Città Metropolitane e la ridefinizione del sistema delle province con la drastica riduzione delle competenze ad esse normalmente devolute. Negli anni a seguire, successivi provvedimenti hanno apportato correttivi e ridefinizioni dei vari compiti d’istituto tuttavia la destrutturazione e la dequalificazione delle “vecchie” province è rimasta ampiamente operativa. Anche il sistema elettorale – che oggi prevede l’elezione alla carica di consigliere provinciale da parte dei vari consiglieri comunali (ciascuno portatore di voti calibrati, secondo indici di peso legati alla popolazione residente) in carica nelle municipalità che costituiscono l’ambito provinciale – è stato riformato passando ad una “votazione” di tipo indiretto. A fronte di ciò, pur con funzioni e competenze largamente residuali rispetto al passato, l’interesse a voler prendere parte all’assemblea provinciale rimane alto e la competizione elettorale stessa molto partecipata. Sintomo, quest’ultimo, che ancorché ridimensionate, molte di quelle antiche competenze fanno ancora gola alla politica, soprattutto a quella di tipo gestionale sia pure a dimensione locale. Primo tra tutti rimane l’interesse a mantenere le cosiddette “mani in pasta”, sia pure negli affari di piccolo cabotaggio viste le correlate rendite elettorali che se ne possono ricavare. Quel che però è accaduto, e tuttora accade, per la gestione della Provincia di Caserta ha elementi di straordinarietà ed ha innescato pratiche non certo esemplari: concorsi pubblici “orientati”, guarda caso vinti da consiglieri comunali oppure dai loro “porta borracce” politici; gare di appalto “chiacchierate” per opere pubbliche; compartecipazione ad enti strumentali collegati alla Provincia stessa, ed a loro volta moltiplicatori di potere e di consensi. Ebbene, in questa ottica nella quale il do ut des sembra farla da padrona, ecco arrivare le dimissioni del presidente Giorgio Magliocca a seguito di un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per corruzione e concussione, tuttora in corso. Il nuovo consiglio provinciale ha eletto alla Presidenza Anacleto Colombiano. Tuttavia la mancata trasparenza e la denuncia di fatti gravi e di rilevanza penale hanno indotto, a suo dire, alle dimissioni anche il neo vice presidente Marcello De Rosa il quale, con un comunicato stampa, ha rimesso la delega e promesso di rivelare gli “arcani traffici” penalmente rilevabili che egli ipotizza sussistere, nel nuovo esecutivo di governo della Provincia di Caserta. Insomma, manco a dirlo, si proietta nuovamente un’ombra obliqua e oscura sulla governance di Terra di Lavoro. Un cono d’ombra che si è allargato ed ancor di più opacizzato rispetto alle precedenti indagini giudiziarie che hanno investito anche il principale mallevadore di quei vertici provinciali, come il consigliere regionale Giovanni Zannini e diversi sindaci del Casertano, ritenuti anch’essi sodali delle combriccole che governavano la Provincia. Insomma, un insieme di cose che lascia dubbiosi e perplessi su future ulteriori azioni che la magistratura potrebbe esercitare. Se questo è vero siamo punto a capo da quelle parti. E sarebbe bene che la denuncia annunciata dal consigliere provinciale De Rosa emergesse subito, appieno e senza reticenze!! Non fosse altro perché le cosiddette “demi vierge”, ossia le mezze vergini, non servono a moralizzare nulla. Perché la moralità, come la verginità, ovunque la si invochi non è mai una questione di centimetri…

*già parlamentare

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