– di Francesca Nardi –
Si vociferava che la Lega fosse decisamente in crisi…soprattutto in questo povero Meridione, appesantito dalle “Questioni” irrisolte e da quelle che non si devono risolvere (guai a provarci, altrimenti va in crisi il sistema dialettico capitolino)…Si vociferava con una certa insistenza, nonostante l’impegno quotidiano del giovane Gianpiero Zinzi, che i suoi più stretti collaboratori, a ragion veduta, definiscono “illuminato” ed inoltre… le imminenti elezioni regionali, si vaticinava avrebbero rappresentato il banco di prova o l’eccezione, rispetto a presagi più o meno oscuri da un lato e vaneggianti strategie più o meno occulte, che, nelle “svergognate” fantasie della vigilia, annunciavano la terra promessa per i penta predestinati, dall’altro. A giudicare dalla folla di “bella gente imparata e di sostanza” che ieri sera si è riversata in una delle sale dell’ex Jolly Hotel, in cui un Alfonso Piscitelli in gran forma, ha presentato la sua candidatura con i colori della Lega, la crisi di cui sopra sembrava in rapido allontanamento, dopo aver lasciato spazio, ahinoi, alla crisi d’aria provocata da una folla esagerata di elettori di Piscitelli, da far invidia a qualsiasi candidato. Decisamente i colori contano fino ad un certo punto, quando… all’improvviso ti accorgi, magari ti illudi che, forse, il pericoloso incombere dell’astinenza, se si lavora in un certo modo potrebbe persino vanificarsi…ma sarebbe più corretto dire: se avessero lavorato in un certo modo…Torniamo a volerci un pò di bene, ad essere romantici e a cogliere le sfumature… L’accoglienza fraterna e l’amicizia che, a detta di Piscitelli stesso, la Lega gli ha riservato quando ha lasciato Fdi, è probabilmente il naturale prosieguo di un confronto politico interno, serio e non disgiunto dalle difficoltà del momento, che ha saputo valutare esattamente, il peso specifico del cosiddetto valore aggiunto ed in questo caso, è tutt’altro che un modo di dire, di un politico di lungo corso, come il consigliere regionale uscente, la cui esperienza politico amministrativa, in aggiunta alla sua storia umana e professionale, è spalmata in evidenza sul territorio che continua a rappresentare. Poiché più che di crisi della Lega dovremmo parlare di arco costituzionale in frantumi, dal momento che gli anni che hanno preceduto questa vigilia screpolata e malamente rattoppata, sono stati quanto di meno serio ed edificante la nostra Regione abbia vissuto o abbia temuto di vivere… La corruzione in tutte le salse ed a qualsiasi livello ha inquinato persino i vapori letali dell’acido sulfureo, lasciando comunità intontite dalla consapevolezza che : tanto non cambia nulla!… Poi… il bieco interesse e l’effimero in maschera hanno chiesto il conto, facendo giustizia sommaria di quel che restava del giorno e delle ideologie e quindi, tra un collasso pubblico ed un crack riservato, sono stati tutti d’accordo, per disperazione e per miracolo, nel ritenere che queste sgangherate elezioni regionali, avrebbero potuto rappresentare, paradossalmente, la svolta, quella svolta cui le coscienze sopravissute aspiravano da tempo, senza peraltro trovare un punto d’incontro e di confronto collettivo, che non fosse inquinato da interessi partigiani. Ebbene… se la nostra comunità fosse infine sazia e stufa davvero… lascerebbe ai vertici delle parti il peso della coerenza perduta e della dignità sfracellata e si deciderebbe infine a procedere lungo l’unico sentiero ancora percorribile, che conferisce in automatico a ciascun elettore, una responsabilità enorme di cui non avvertirà alcun peso, al di là della proprio consapevole giudizio. La chiave di volta è scegliere secondo le qualità del candidato, la sua capacità, la sua onestà, la sua intelligenza e preparazione e la sua volontà e passione di intendere la politica come servizio. La chiave di volta è non lasciarsi fuorviare dalla rabbia provocata dall’incoerenza dei signori delle stanze dei bottoni e recuperare l’intima convinzione che saranno gli uomini scelti per il loro valore e non per l’appartenenza ad un simbolo, a condizionare i vertici cui sovente si attribuiscono in automatico doti e virtù che si incrinano miseramente al primo urto e quando dici: “scusa non ti ho visto” sono già in pezzi…Ci sarà tempo dopo, quando il cosiddetto peggio sarà passato, per ricomporre i gruppi secondo le Idee ed i simboli e le nomenklature. Oggi contano gli uomini e le donne e la consapevolezza del presente. Hasta la vista!



















