(f.n.) – Ogni tanto fa bene al cuore e allo spirito scuotersi di dosso il gusto amaro delle ingiustizie raccontate, l’odore acre delle volgari atrofie della dignità, svenduta per trenta denari, liberarsi, almeno per una volta, di quel rassegnato epitaffio, dinanzi all’ennesimo raccomandato: “tanto non cambia niente”…e scuotere infine fogli e dossier e ricredersi, giusto quel che basta per compiacersi…e rimandare a più tardi, la consapevolezza che si tratta soltanto di un’eccezione, che, ahimé, conferma la regola…E l’eccezione oggi si chiama Concorso di Geriatria, eh già…perché per una volta, non vince il predestinato, il nipote fortunato che deve vincere per forza e se dobbiamo gonfiargli i titoli, ebbene glieli gonfiamo; per una volta, vivaddio, non siamo costretti a far ridere i polli e le faine in agguato…per una volta non dobbiamo mettere le ali al cumpariello e farlo passare per quello che non è, e per una volta finalmente, senza nulla togliere agli altri, registriamo, senza tante storie, la vittoria del migliore sul campo…e la migliore in questo caso è Gina Varricchio. Se avessimo chiesto un parere all’indimenticabile Caterina Trovello, Lei, sorniona, avrebbe fatto giustizia sommaria di ogni chiacchiera, indicandoci quella biondina laggiù, in maniera sbrigativa, come faceva Lei…esortandoci a non farle perdere tempo, con domande inutili, guardandoci di sotto in su, come per dire: “e dai…che domande…echissennò?” Ed è la sua allieva di ieri, che oggi prende il suo posto, che quando ha letto di sé, sicuramente chiudendo gli occhi ha pensato a Lei… ed è un po’ di Lei che oggi ritorna e continua… lungo i sentieri impervi di questa accidentata mission, stringendo con più forza quel testimone, che non ha mai perso di vista, fin da quando Caterina se n’è andata…Per il neo primario di Geriatria, Gina Varricchio, giovane guerriera, fedele alla memoria di chi non era mai stanca di esserci, parlano i 13 anni trascorsi ma soprattutto raccontano, planando nel ricordo, con l’eleganza mesta degli uccelli migratori, i giorni bui del Covid, la sua presenza costante, la sua determinazione che ha guadato e attraversato una stagione aspra, infame, nonostante i dolori spietati che la piegavano, i suoi gesti e la sua carezza virtuale, il parere illuminante e garbato e quella naturale armonia consolatoria, propria delle parole giuste, che sarebbero rimaste nel cuore per sempre, di chi stava perdendo la madre. Grazie Gina Varricchio. Oggi l’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, il nostro Ospedale, torna per un momento a splendere come una volta, di quel particolare lucore che si chiama giustizia e vorremmo augurarci che sia oggi l’inizio di un nuovo giorno. Naturalmente il curriculum di Gina Varricchio è impressionante…ma non lo pubblichiamo per non esagerare…Hasta la vista!
un pò tosta con i parenti quando si tratta di regole ma poi…..quando ci ha dovuto comunicare l’epilogo a cui stavamo andando incontro è stata di una dolcezza unica. Buona vita dottoressa e pensi sempre ad andare avanti col suo sorriso e col cuore come sa fare lei
Una professionista altamente competente e di eccellenti qualità morali che, speriamo tutti, abbia il coraggio, l’agibilità ed una sequela di prodi per poter creare salute e le basi dei limiti all’indecenza degli affari della “politica” nel contesto dell’A.O.R.N di Caserta, diversamente da chi inappropriatamente con un curriculum di uomo dello Stato dimentica ogni giorno, in tante occasioni ufficiali ed ufficiose, di onorare la democrazia, la tutela dei diritti e il dovere della congruità amministrativa per asservire spudoratamente la sua condotta ai desiderata proficui dei satrapi della partitocrazia sicuramente non molto lontani dai suoi tornaconti! Vergogna, improbo Direttore!
Conosciuta personalmente tantissimi anni fa, aveva in cura mia madre. Grande donna ,grande professionista ma soprattutto tantissima umanità con i suoi pazienti. Era ora….Augurissimi di ❤
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