di Francesca Nardi
Inguardabile Fico che, mani affondate nelle tasche e sguardo altrove, assiste alla cerimonia di commemorazione della strage di Capaci come se aspettasse il filobus…forse…neppure la memoria della morte ingiusta riesce a veicolare nel cuore l’Inno di Mameli…Abbiamo perso un’altra battaglia…sul terreno grumi di appartenenza alla storia ed emozioni, attendono immobili che il “cambiamento” sparga sale e silenzio… Ma… ogni stupore si asciuga nella consapevolezza di una nuova volgarità assurta a rango di rituale incontinenza del cattivo gusto… ogni meraviglia ha già salassato se stessa…Del resto…come condannare un Fico descamisado e non chiedere conto ad un governatore che sparge consigli come reliquie, sull’opportunità di chiudere un sindaco in una stanza e sputargli in faccia?, la violenza dialettica di un titano della strafottenza, posata in opera con le narici dilatate di un “uro” , che parlare di bisonte sarebbe azzardato, sta diventando un segno di riconoscimento di Vincenzo De Luca, il quale, alla faccia di Sartre, sembra personificare ed esaltare il concetto di eternizzazione, offrendo al mondo conosciuto, chiara lettura di un “io” ipertrofico di rara potenza. Oltre a mostrare una totale, quanto originale, indifferenza nei confronti di un consenso che sta miseramente crollando, De Luca appare sovente vittima di gravi perdite di controllo, che lasciano intravedere il pericolo che il governatore della Campania, non sia in grado di sopportare l’alto livello di stress, cui è sottoposto quotidianamente. Del resto un uomo intelligente ed illuminato, come siamo ancora convinti che sia De Luca, non avrebbe reagito all’inchiesta che ha coinvolto suo figlio Roberto, dando del “camorrista” ai giornalisti, né impegnerebbe il suo tempo migliore ad insultare la stampa, non darebbe della “chiattona” ad una consigliera, non continuerebbe a credere che i cittadini campani siano una mandria di incapaci con l’anello al naso, che lui fa pascolare dove ritiene e soprattutto pretende di far galleggiare, in rigoroso silenzio, negli acquitrini delle promesse “avvacante” che a distanza di tre anni, sono rimaste inalterate sul bordo della piazza e soprattutto…non avrebbe imposto la candidatura di suo figlio a Caserta dove peraltro non si vede mai…neanche di striscio… “Sfessati, cialtroni, mezzepippe”… perle di questo calibro, rappresentano soltanto l’elegante campionatura dell’incontinenza dialettica di un uomo, che comincia seriamente a preoccuparci.
Ma ciò che supera persino gli insulti gratuiti e… quelli diretti al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris sono davvero intollerabili, è la spiegazione “stracciona” del giorno dopo, quando…arranca lungo i pensieri e, facendo torto a se stesso, riesce persino ad apparire pavido e parla di colloquio riservato, tranello a tempo, nessun nome pronunciato…sintetizzando, ancora una volta, tanto per gradire, la sua rabbiosa verve contro i giornalisti fa giustizia sommaria della ragione. E a proposito di “riunione riservata” è appena il caso di ricordare la povera onorevole Nunzia Di Girolamo, ascoltata e registrata nel salotto di casa sua, una domenica pomeriggio e “lapidata” …pertanto il sindaco di Napoli non può essere insultato impunemente…ignorare e passare oltre, sarebbe inammissibile da parte di tutti, popolo ed istituzioni…Accettare passivamente e pavidamente, potrà avere un solo significato: attendere a nostra volta di essere insultati dal primo che passa, chinare la testa e sistemarci autonomamente e volontariamente un anello al naso. Hasta la vista!