A MUGGIA TEATRO LA 26° EDIZIONE DEL FESTIVAL ESTIVO DEL LITORALE

0

NIKOLA TESLA A PORTRAIT – GIOVEDÌ 30 MAGGIO ORE 21 AL TEATRO DEI FABBRI DI TRIESTE

NESSUNA PIETÀ PER L’ARBITRO – SABATO 1 GIUGNO ORE 21 AL TEATRO VERDI DI MUGGIA

 Giovedì 30 maggio comincia ufficialmente il Muggia Teatro 26° Festival Estivo del Litorale 2019, che vede la direzione artistica della rassegna italo – slovena per la parte italiana di Alessandro Gilleri con Tommaso Tuzzoli e Katja Pegan, che cura anche la parte slovena con Neva Zajc.

Il Festival del Litorale è un ottimo esempio di collaborazione transfrontaliera, tra Slovenia, Croazia e Italia, ed ha come novità:

  • Spettacoli teatrali di respiro internazionale, con quattro debutti nazionali, e con sezioni dedicate allo sport, alla storia e alla memoria.
  • Luoghi e palcoscenici diversi; le rappresentazioni si terranno oltre che al Teatro Verdi di Muggia, anche al Teatro dei Fabbri di Trieste e al Centro Culturale Ottagono di Codroipo;
  • Workshop di scrittura teatrale a cura di MateâriuM; Incontri sulle tematiche affrontate dagli spettacoli ospiti con esperti del settore psicologico e sociale di Athena città della psicologia cooperativa impresa sociale che si occupa di sviluppare progetti in ambito psicologico per creare una cultura della salute; Dopo Festival con musica.

Nikola Tesla a portrait 6 A MUGGIA TEATRO LA 26° EDIZIONE DEL FESTIVAL ESTIVO DEL LITORALEGiovedì 30 maggio, alle ore 21, Teatro dei Fabbri di Trieste si terrà la prima nazionale di Nikola Tesla a portrait prod. Golden Show srl – Impresa Sociale/Tinaos, scritto e diretto da Jacopo Squizzato, che è anche in scena con Katia Mirabella. I costumi e le maschere sono di Sara Gicoradi, il disegno luci di Nicolò Pozzerle in collaborazione con NeedTeatro.

Nikola Tesla a portrait 5 A MUGGIA TEATRO LA 26° EDIZIONE DEL FESTIVAL ESTIVO DEL LITORALENikola Tesla, oltre ad aver dato alla luce rivoluzionarie invenzioni, ha avuto il pregio di ispirare svariate tappe dell’intero progresso scientifico che abbraccia non solo il XX secolo, ma anche il nostro XXI secolo. Ingegnere, inventore, fisico e ricercatore di origine serba naturalizzato americano, Nikola Tesla durante il corso della sua vita non smise mai di mettere in campo e dar corpo ad una sfrenata immaginazione capace di vedere il mondo come nessuno dei suoi contemporanei. I suoi numerosi brevetti hanno anticipato gli sviluppi successivi del mondo della scienza e della tecnica. In vita regalò al mondo il motore polifasico a corrente alternata e il sistema di distribuzione, rivoluzionando il settore dell’energia e gettando le basi per il suo straordinario sviluppo. Quando diciamo elettricità pensiamo a Thomas Edison, quando diciamo radio pensiamo a Guglielmo Marconi, ma visse un uomo a loro contemporaneo le cui scoperte non solo furono di gran lunga più sconvolgenti ed innovative, ma che catapultò letteralmente il mondo nel XX secolo. Le sue scoperte vanno dai raggi X alla teleautomatica (arte di controllare dispositivi a distanza), dalle microonde alla telegeodinamica, dall’acceleratore di particelle alla rete di distribuzione wireless e molte altre ancora. Odierne aziende e multinazionali studiano e sviluppano tutt’ora le sue ricerche: i nomi vanno dalla Walt Disney Research alla Delta Avalon dal MIT alla Ceravison dalla Tesla Technology Collaboration alla Tesla Motors.

Gli odierni dibattiti sui limiti della scienza, sulla sua costante conflittualità con l’etica, sugli effetti nocivi subiti dal nostro corpo e dalla nostra mente esposti all’uso delle nuove tecnologie e biotecnologie, sulle frodi scientifiche che perseguendo esclusivamente fini monetari mettono da parte lo sviluppo dell’umanità e sullo sregolato sfruttamento delle risorse del nostro pianeta sono fondamentali sfide e grandi domande del nostro tempo. Se si pensa all’efficienza, alla produttività, alla precisione e alla puntualità delle macchine, l’essere umano ci appare insufficiente se non antiquato e bisognoso di protesi tecniche in grado di mantenerlo in vita, farlo viaggiare, farlo pensare e farlo parlare; sembra oramai che i nuovi talenti del futuro siano gli apparecchi creati più che la creazione in sé. Affrontando questo inquietante panorama NeedTeatro si affida per l’appunto al teatro come forma di conoscenza ed esperienza, alla parola detta e alla più alta tecnologia che dispone: il corpo allenato dell’attore. Ripercorrendo la prima metà della vita di Nikola Tesla lo spettacolo ci guida verso una possibile risposta che a sua volta è una profonda domanda: solo il lume tremolante della coscienza esposto al soffio del mondo può esserci d’aiuto, dal momento che la scienza è solo una perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità. L’intento non è quello di lanciare un messaggio, ma d’incitare il ragionamento critico attraverso l’uso d’una intelligenza divergente che ammette più risposte ad un medesimo problema. Uno spettacolo il cui stile si scosta dai canoni della documentaristica e della cronaca per giungere così alla vera e propria messa in scena dei principali personaggi incontrati da Tesla durante la sua vita: Thomas Edison, George Westinghouse e J.P.Morgan; i quali vengono presentati come le maschere del potere di quell’epoca. Difatti gli attori indossano vere e proprie maschere create ad hoc per ogni personaggio. Il testo originale ed inedito scritto in endecasillabi si presenta come un materiale letterario multiforme; gli stili linguistici vanno dalla saggistica, al dialogo, dal romanzo verista, alla poesia, dal dialogo al flusso di coscienza. Indagare le dinamiche creative e commerciali che portano all’invenzione e alla conseguente distribuzione delle nuove tecnologie e degli apparecchi di nuova generazione è un operazione culturale atta a delineare quale sia e dove sia il confine tra usare una macchina ed essere involontariamente usati da una macchina. Scoprire da dove e come nascono le scoperte scientifiche ci permette di riconnetterci con quella dimensione creativa e laboriosa che connota il pensiero razionale ed immaginifico dell’uomo e con la nostra stessa capacità di discernimento come esseri creatori e ingegnosi.nessuna pieta per l arbitro wwwmamimoit 3 35156303746 o A MUGGIA TEATRO LA 26° EDIZIONE DEL FESTIVAL ESTIVO DEL LITORALE

Sabato 1 giugno, sempre alle ore 21, al Teatro Verdi di Muggia Centro Teatrale MaMiMò presenta Nessuna pietà per l’arbitro di Emanuele Aldrovandi, con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato, Alessandro Vezzani, per la regia di Marco Maccieri e Angela Ruozzi. Le scene sono di Antonio Panzuto, il disegno luci di Silvia Clai e i di costumi Rosa Mariotti. Lo spettacolo, vincitore del Premio del pubblico Festival di Resistenza 2017, finalista InBox 2018 e di selezione Visionari Kilowatt Festival 2018, vede la consulenza scientifica del prof. Marco Giampieretti.

nessuna pieta per l arbitro wwwmamimoit 6 35156303486 o A MUGGIA TEATRO LA 26° EDIZIONE DEL FESTIVAL ESTIVO DEL LITORALEUna famiglia che vive per il basket. Una società post-ideologica, in cui sembra non riusciamo più a scegliere in base a principi di valore. Eppure scelte ne compiamo e continuamente. Ma in funzione di cosa? Giuseppe: storico, ricercatore universitario, mille euro al mese. Sta preparando un discorso per la celebrazione del 2 giugno, anniversario della Repubblica italiana, ma difficilmente riuscirà a scriverlo. Moglie: in dolce attesa, sarà licenziata non appena il suo datore di lavoro se ne accorgerà. Incoraggia il marito a scrivere il discorso convinta che sia un modo per avere successo e far quadrare i bilanci familiari. Figlio: disoccupato, a rischio neet, gioca a basket e ha dei seri problemi di gestione della propria collera. Arbitro: come hobby dirige partite di basket, di mestiere fa colloqui di lavoro. Una partita rissosa, un fallo non fischiato e un braccio rotto. Attorno alla figura dell’arbitro la triade dei protagonisti si allea, si accalora, collabora, si accanisce trasformando le situazioni conflittuali in conflitti di natura etica ed esistenziale. La questione “Arbitro” diventa strumento per sviluppare sulla scena, attraverso il meccanismo dello straniamento e il dialogo diretto con il pubblico, temi civili quali individualismo/bene comune, potere/anarchia, legge/libertà, idealismo/utilitarismo. E diventa occasione per Giuseppe per vedere “da fuori” la società in cui vive nel tentativo di cogliere una prospettiva storica all’interno del suo tempo, per riuscire a narrarlo. “E poi siamo sicuri che il nostro mondo sia davvero post-ideologico? Forse fra duecento anni i posteri guarderanno al passato e diranno che noi un’ideologia l’avevamo. Vedranno la legge che governava il nostro mondo, vedranno lo spirito della nostra epoca. E come lo chiameranno?” Tutto questo, passando da De Gasperi a Michael Jordan, da Togliatti a LeBron James…tra principi fondamentali e qualche tiro a canestro…

NOTE DI REGIA Un muro rosso. Una lavagna per appuntare i pensieri. Un ambiente nel quale si entra e si esce senza che si trasformi mai. Un playground, uno spazio di gioco, forse un salotto, forse uno spogliatoio. Questo lo spazio di messinscena di Nessuna pietà per l’arbitro, una parabola teatrale contemporanea in cui una tipica famiglia italiana del 2016, un’ipotetica microsocietà, gioca a basket e nel frattempo si interroga sul senso delle leggi e sui valori che regolano le proprie scelte. Le leggi si possono accettare come strada per costruire un mondo migliore, questo pensa Giuseppe, il padre; possono essere sfruttate a proprio favore per il successo personale, questo pensa Moglie; oppure sono un obbligo dettato dall’alto a punire l’espressione dell’io individuale, questo pensa Figlio. Questo conflitto con il tema della legge, qui esplicitato nei diversi personaggi, è a nostro parere insito nella coscienza dell’uomo contemporaneo. A cosa servono le leggi? I principi fondanti dai nostri padri costituenti sono ancora validi per noi? E noi potremmo scriverne di nuovi e migliori? La famiglia in scena, in assenza di un’immagine condivisa di futuro da consegnare “ai propri figli”, si “suicida” di un’abbondanza di conquiste personali. Ed è proprio l’arbitro, rappresentante della legge, a pagarne le spese. La vicenda famigliare e il problema “arbitro” diventa pretesto per sviluppare i conflitti etici: individualismo-collettività, potere-anarchia, potere-libertà, utilitarismo-bene comune, giusto-utile. Un percorso che ci sprona a interrogarci sulla natura del tempo presente e sulla necessità o meno di migliorarlo attraverso una visione condivisa di futuro.

Link trailer https://vimeo.com/220632912

 

Il progetto, a cura dell’Associazione Culturale Tinaos, riceve il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, il patrocinio del Comune di Muggia e del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università degli studi di Udine.

Info e biglietti: http://www.muggiateatro.com/

Il programma

Inaugura il festival giovedì 30 maggio al Teatro dei Fabbri di Trieste la prima nazionale di “Nikola Tesla a portrait, prod. Golden Show srl – Impresa Sociale/Tinaos, scritto e diretto da Jacopo Squizzato, che è anche in scena con Katia Mirabella.

A seguire sabato 1 giugno al Teatro Verdi di Muggia, per la sezione dedicata allo teatro-sport “Nessuna pietà per l’arbitro”, di Emanuele Aldovrandi, con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato, Alessandro Vezzani, prodotto dal Centro Teatrale MaMiMò.

Gli spettacoli proseguiranno  così: sabato 8 giugno all’Ottagono di Codroipo con  la pièce finalista del Premio In Box 2019,  il cui nome si conoscerà in questi giorni; Venerdì 14 giugno al Teatro Verdi di Muggia, “Amy storia di un naufragio”, prodotta dal  Teatro delle Donne, liberamente ispirato al racconto Amy Foster di Joseph Conrad, testo Valerio Nardoni e Daniela Morozzi, con Daniela Morozzi, regia Matteo Marsan, musiche Stefano “Cocco” Cantini; Sabato 15 giugno al Teatro Verdi di Muggia, la prima nazionale di “Clara Schumann”, prodotto da Umjetnicka organizacija Caravan (HR), testo di Valeria Moretti, interpretazione e regia di Ksenija Prohaska; Venerdì 21 giugno al Teatro Verdi di Muggia e Sabato 22 giugno all’Ottagono di Codroipo, “Fuori gioco di rientro”,  prodotto da Atto Due, di e con Andrea Mitri, regia di Alberto Di Matteo; Mercoledì 26 giugno al Teatro dei Fabbri di Trieste, la prima nazionale di “Così parlò Monna Lisa”, prod. Golden Show srl – Impresa Sociale in collaborazione con Teatro In Fabula, testo e regia di Antonio Piccolo con Stefania Ventura e Melissa Di Genova e con Antonio Piccolo; Venerdì 28 giugno 2019 all’Ottagono di Codroipo e Sabato 29 giugno al Teatro dei Fabbri di Trieste, “Isidoro”, prod. Teatri Uniti tratto da La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin di Enrico Ianniello, che è anche regista e interprete della pièce. 

Si continua Mercoledì 3 luglio al Teatro dei Fabbri di Trieste con Gianni, ispirato alla voce di Gianni Pampanini, di e con Caroline Baglioni, regia Michelangelo Bellani; Giovedì 4 luglio all’Ottagono di Codroipo, Sempre Verde, di Caroline Baglioni, Michelangelo Bellani, con Caroline Baglioni e Christian La Rosa; Domenica 7 luglio all’Ottagono di Codroipo, Piccola Patria, prod. Capo Trave – Infinito, di Lucia Franchi e Luca Ricci, regia Luca Ricci, con Simone Faloppa, Gabriele Paolocà e Gioia Salvatori.

Infine, chiude la rassegna Venerdì 12 luglio e Sabato 13 luglio all’Ottagono di Codroipo, la prima nazionale de Il Cappellaio, una produzione di Tinaos/Casa del Contemporaneo, liberamente ispirato ad Alice di Lewis Carroll, di Linda Dalisi, la drammaturgia, l’ideazione dello spazio scenico e la regia sono a cura di Tommaso Tuzzoli, con Fabio Pasquini, Sabrina Jorio, Peppe Papa e le musiche di Alberto Falco.