LA PALA DI BRUNELLI PER UN GIORNO NELLA CAPPELLA DELL’ASCENSIONE DI CARDITELLO

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Pala daltare per carditello 595x1024 LA PALA DI BRUNELLI PER UN GIORNO NELLA CAPPELLA DELLASCENSIONE DI CARDITELLOCASERTA – Sta per tornare al suo posto, sia pure per un solo giorno, la pala d’altare della Cappella dell’Ascensione di Carditello raffigurante l’Ascensione di Cristo, dipinta da Carlo Brunelli (Firenze … – Caserta 1806) nel 1788 proprio per il Real Casino, oggi nelle collezioni della Reggia di Caserta.

Chi vuole potrà ammirarla sabato 12 maggio, ad apertura delle iniziative nell’ambito della Festa dell’Ascensione, che propone una ideale ricomposizione degli apparati decorativi della Chiesa, come fu progettata al momento della sua inaugurazione, avvenuta nel 1792 ad opera del sacerdote aversano don Tommaso Calzarano alla presenza di Ferdinando IV di Borbone.

La Cappella, al termine dei lavori operati nel 1791 dallo stesso Carlo Brunelli e da suo fratello, lo scultore Angelo Maria Brunelli, autore degli stucchi, fu inaugurata ufficialmente da Ferdinando IV di Borbone nel 1792 e rimase in uso fino al 1936. La tela dell’Ascensione fu consegnata invece solo nel 1794 insieme ad altre due tele oggi scomparse: un San Vito, protettore delle attività agricole, e un Sant’Uberto (o Sant’Eustachio), protettore della caccia, quest’ultima ispirata alla Conversione di Sant’Uberto (1768) di Vittorio Amedeo Rapous (1728 – 1789) per l’anticappella dell’Appartamento del re nella Palazzina di Stupinigi, di cui resta documentazione fotografica risalente agli anni 80 del secolo scorso.

Ferdinando IV istituì appositamente per il sito la Festa dell’Ascensione, durante la quale – come riporta Salvatore di Giacomo – venivano organizzate corse di barbari, cavalli e giumente. Ogni anno molta gente accorreva per partecipare alla festa ed assistere alle corse di cavalli, che si svolgevano di pomeriggio dopo pranzo e avevano in palio un premio in denaro.

Agli inizi di maggio in tutte le province di Terra di lavoro veniva affisso un gran numero di manifesti per permettere a chiunque volesse di iscrivere il proprio animale alle corse. Durante la festa i cancelli erano decorati tutti intorno con tele colorate, mentre lungo lo steccato erano fissati picchetti, corde e tele per dividere la pista dal tempio e per impedire che il pubblico invadesse il circuito durante la corsa. La guardia di fanteria, distribuita a cordone dietro lo steccato, vegliava sul più sicuro svolgimento della manifestazione. Le torri fungevano da luoghi di ristoro: in genere veniva allestita una trattoria mentre gli altri locali venivano concessi agli artigiani che ne facevano richiesta per vendere i loro prodotti: caffè, pane, liquori, gelati.