CAPODRISE – Un grande successo di pubblico e critica allo spettacolo del PalArti. Cittadini, artisti, critici, curatori, storici dell’arte
, galleristi, ma anche presidi, insegnanti, studenti. L’altra sera, le pareti del Palazzo delle Arti a stento sono riuscite contenere le persone e le emozioni nel doppio appuntamento su Andrea Sparaco, seconda tappa del progetto “Pittori di Capodrise nell’arte Campana e oltre”, inseriti nella rassegna “In cerca del padre”.
LO STUDIO DI ANDREA
L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da un incontro-dibattito e dalla proiezione, in anteprima nazionale, de “Lo studio di Andrea” del regista Alessandro Musone. Il corto, che a dicembre andrà in tour nelle scuole, ha cristallizzato il racconto delle persone più care a Sparaco: un documento inedito e struggente per rileggere l’uomo e poi l’artista. In sala, tra gli altri, la moglie, donna riservata e discreta, il fratello Pino, la figlia Marina, il nipote Vittorio Zamuner, il sindaco Angelo Crescente, l’assessore alla Cultura,
Antonella Moratta, Musone, Michelangelo Giovinale, direttore artistico della rassegna. E ancora: il presidente del consiglio comunale, Tommaso Fattopace, assessori, consiglieri e tante persone che con Sparaco hanno trascorso momenti intensi di vita e che hanno arricchito la serata con aneddoti e ricordi.
A Marina gli studenti del liceo artistico di Santa Maria hanno consegnato il bozzetto di un abito realizzato su disegni di Sparaco, il primo di un progetto del laboratorio di moda e costume ispirato all’artista. Hanno impressionato gli occhi di questi ragazzi incollati allo schermo, i loro sguardi e i sorrisi immortalati fra le opere, nei numerosi scatti fotografici che hanno invaso i social.
LA LEZIONE DI SPARACO
A sei anni dalla morte, la riflessione critica su Andrea Sparaco è appena iniziata: la sua produzione è vastissima, tra dipinti, papier collé, pannelli, disegni, istallazioni e “pizzini dell’anima” e rappresenta una fonte preziosa per rileggere la storia dell’arte in Terra di Lavoro. Ma anche per raccogliere la sua eredità, comprenderla, liberarla dalle troppe sovrastrutture e trasmetterla alle nuove generazioni. «La mostra, il dibattito e la proiezione – ha chiarito Giovinale – non volevano, certo, essere un evento celebrativo. È stato un voler ripartire dalla fine: un’occasione di confronto per chi sente la necessità di interrogarsi sull’uomo e sull’artista». La mostra è visitabile fino al 30 novembre: il martedì, il giovedì e il sabato, dalle 16:30 alle 18:30. Come per tutti gli eventi della rassegna “In cerca del padre”, l’ingresso è gratuito.