ARRESTATO “O’ SPAGNUOLO”, CONSIDERATO DALLA DDA UN FIANCHEGGIATORE DEL CLAN SCHIAVONE

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AVERSA – Nel decorso fine settimana, personale dell’ufficio investigativo del Commissariato di Aversa, in stretta collaborazione con quello del P.F.O. di Casapesenna, ha tratto in arresto sul territorio di Frosinone, in esecuzione del provvedimento definitivo di carcerazione di tre anni, due mesi  e  25 gg. di carcere, emesso dalla D.D.A. di Napoli, siccome ritenuto responsabile di lesioni personali, minacce, danneggiamento e porto abusivo di arma da fuoco, il tutto aggravato dal metodo mafioso, nei confronti di  Mario BARALLO, alias O’SPAGNUOLO, di 34 anni, originario di Casal di Principe e residente a Villa Literno, gravato da pregiudizi penali e di polizia per associazione di stampo mafioso ed estorsione.

Questi i fatti. Gli agenti, a seguito di serrate indagini, condotte in stretta collaborazione con le Squadre Mobili di Caserta e Frosinone, lo hanno sorpreso nella città di Frosinone, traendolo conseguentemente in arresto. Mario Barallo è considerato dagli organi inquirenti un fiancheggiatore del clan dei Casalesi, fazione SCHIAVONE, ed è da sempre ritenuto un uomo di fiducia di Nicola SCHIAVONE. La condanna scaturisce da un’azione punitiva, risalente al maggio 2005, compiuta nei confronti del titolare del bar PENELOPE, corrente in Parete, considerato un affiliato della fazione BIDOGNETTI, nelle cui circostanze il gruppo facente allora capo ai fratelli Nicola e Ivanhoe SCHIAVONE e di cui faceva parte lo stesso Barallo, si rese responsabile, oltre che del danneggiamento del locale, del ferimento di uno degli avventori ivi presenti nelle contingenze, a seguito dell’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco, all’indirizzo di quell’esercizio. Invero, la risposta a quel raid punitivo non tardò ad arrivare, siccome appena il giorno dopo, un manipolo di sodali facente capo al figlio ancora in libertà di Cicciotto E’Mezzanotte, Raffaele BIDOGNETTI, incendiarono un altro bar nel tenimento di Casal di principe, normalmente frequentato dagli affiliati all’opposta fazione SCHIAVONE, ubicato proprio di fronte alla casa comunale. Sicché un emissario degli Schiavone intervenne in prima persona alcuni giorni dopo, mettendo pace tra le due fazioni ed evitando una possibile esplosione di una nuova guerra di camorra.