ISTITUZIONE “PARCO URBANO DEI COLLI TIFATINI”: DOMANI CONSIGLIO COMUNALE

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LA MOZIONE DELL’ON. VENTRE E DEL COORDINATORE DI  “CASERTA LIBERA!-ASSOCIAZIONE” ERA STATA PRESENTATA A MAGGIO

CASERTA –  A sette mesi dalla presentazione della mozione consiliare dell’on. Riccado Ventre e del coordinatore di “Caserta Libera Associazione” Luigi Cobianchi, si discuterà in aula consiliare l’istituzione del Parco Urbano dei Colli Tifatini. Di seguito alcune riflessioni di Luigi Cobianchi:

“Lo scorso mese di Maggio, d’intesa con il Presidente on. Riccardo VENTRE, presentammo una Mozione Consiliare per l’istituzione del “Parco Urbano dei Colli Tifatini”.

            La stessa venne acquisita al Protocollo Generale della Città di Caserta con il numero 61022 ed al Registro interno della Presidenza del Consiglio Comunale con il n°53239 del 19/05/2017.

            Sennonché, da allora, di rinvio in rinvio, solo domani, 27/12/2017 – cioè a ben sette mesi dalla sua presentazione (sic!) – dovrebbe, finalmente, essere discussa in Aula.

            Più che a noi, è alla Città che deve dare conto di questo ingiustificabile, assurdo ritardo, in primis, il presidente del Consiglio Comunale in carica, il quale appare, ahinoi, sempre più compresso da forze “ultronee” e, purtuttavia, tanto forti da essere capaci di ingessare letteralmente l’attività di quello che dovrebbe essere – e che nella precedente Consiliatura era tornato ad essere, con tanti sforzi –  il massimo Organo di rappresentanza politico-amministrativa, a livello locale.

            Perché di fronte a temi così sensibili – come quelli ambientali, delle cave e delle discariche – rispetto ai quali l’intera Cittadinanza, mai così compatta, da anni chiede sempre la medesima risposta alle proprie istanze – chiusura delle prime, bonifica delle seconde – una simile inerzia davvero non si riesce a comprendere, per quanti sforzi mentali si possano compiere. 

            Si può mai pensare che, di fronte alla SALUTE di questa e delle future generazioni di Casertani un intero Consiglio Comunale possa lasciarsi condizionare dai comitati d’affari che ci sono dietro certe attività – fiancheggiati financo dalla proprietà di alcune testate giornalistiche – ovvero intimidire dalla criminalità organizzata che domina in taluni “settori”?!

            Neanche il peggiore dei malpensanti – tra i quali, ingiustamente, tante volte sono stato annoverato anche io –  potrebbe anche solo minimamente immaginarlo.

            Si può mai dare credito a quelle voci per le quali figure apicali dell’amministrazione, temendo financo il fantasma del sottoscritto – che, di tanto in tanto, c’è chi giurerebbe addirittura di vedere aggirarsi sinistramente a Palazzo Castropignano – avrebbero dato l’“ordine di scuderia” di insabbiare/rigettare “a prescindere” qualsivoglia atto sia anche solo riconducibile allo scrivente?

            Non ci crederò mai: sarebbe il dramma della psicopatologia infantile (oltre che reato, nel caso in cui si dimostrasse che l’interesse superiore della Comunità amministrata sia stato asservito a becere questioni di carattere “personale”).

            Sta di fatto che, ancora una volta, il Capoluogo, che dovrebbe essere il volano, l’innesco di ogni processo virtuoso per l’emancipazione, lo sviluppo, il riscatto del territorio – e che, invece, lo trascina con sé all’ultimo posto nelle classifiche di vivibilità – arriva per ultimo laddove i Comuni della Conurbazione già da tempo si sono attivati, per contrastare la contraddittoria politica regionale – certamente non ispirata dal benessere dei Cittadini di Caserta e Provincia – compiendo tutti gli atti propedeutici alla creazione di un Parco Urbano che impedisca oltremodo lo scempio della nostra terra, alterandone il microclima e, soprattutto, creando gravissimi problemi di salute a chi, in essa, vive ed opera.

Purtroppo, atteso che l’estensione dei Colli Tifatini ricade, in gran parte, nel tenimento della Città di Caserta, senza il placet del Capoluogo, ogni processo si arresta.

Il comportamento, al riguardo, dell’Amministrazione Comunale di Caserta nel non calendarizzare in Aula la mozione del Presidente VENTRE e mia appare tanto più grave se si osserva che in questi lunghi mesi, sul tema, non c’è stata affatto inattività, bensì un susseguirsi affannoso di iniziative tutte perseguenti l’unico scopo, almeno in apparenza, di bloccare il solo atto rilevante al fine di interrompere definitivamente l’attività di cave e cementifici sul suolo casertano – ovvero, per l’appunto, l’istituzione del Parco Urbano da parte del Consiglio Comunale – con proposte alternative dall’efficacia nulla, ma dall’alto potere evocativo, capaci di gettare un po’ di fumo negli occhi più sprovveduti.

Giusto a titolo di esempio, in data 19 Settembre 2017, la Giunta Comunale ha adottato la deliberazione n°164 avente ad oggetto “Parco Urbano intercomunale dei monti Tifatini. Proposta Preliminare e Perimetrazione”.

            Qualcuno allora potrebbe dirmi: lo vedi, l’Amministrazione è con te, persegue i tuoi stessi obiettivi…. se non fosse per il fatto che il predetto atto è assolutamente inconferente: non può sfuggire, invero, agli Amministratori del Capoluogo e a chi ha anche solo un’infarinatura di Diritto Amministrativo, che la normativa di riferimento per l’istituzione dei “parchi urbani” è la L.R. n° 17/2003, la quale inequivocabilmente individua, all’art. 4, nel Consiglio Comunale – e, quindi, in una sua deliberazione – l’Organo cui compete formulare una siffatta proposta (ciò, d’altra parte, non stupisce affatto, atteso che detto indirizzo appare pienamente in linea con la previsione contenuta nel TUOEL (D. Lgs. n° 267/2000 e s.m.i.), segnatamente  all’art. 42, comma 2, lettera b), che sancisce la COMPETENZA ESCLUSIVA del Consiglio Comunale su ogni materia attinente alla pianificazione territoriale ed urbanistica).

            Non si comprende allora la ratio della richiamata deliberazione di Giunta Comunale – che usurpa specifiche attribuzioni del Consiglio – non potendo la stessa essere riguardata neanche come un mero atto di indirizzo, atteso che, ex Lege, il Consiglio può orientare l’azione politico-amministrativa del Sindaco e della Giunta, non il viceversa.

            In questo gioco in cui l’apparenza conta ben più della sostanza, il fenomeno prevale sul noumeno, certa parte delle sinistre (o pseudo tali) si dimostra assai più brava di colui che pur ne viene additato come il maestro, Silvio BERLUSCONI. Invero anche le opposizioni (almeno loro così si definiscono) consiliari del Capoluogo più “affannate” eppur speranzose, che sembrano arrivare sui temi sempre un attimo dopo, quasi a voler puerilmente tentare di “mettere il cappello” su iniziative altrui, avendo l’ardire di rivendicarne spesso financo la paternità, non si sono risparmiate dall’intraprendere le solite “iniziative dell’ultim’ora”, a “paziente morto”, in apparente contrasto rispetto all’attività estrattiva, che ha ferito mortalmente i Colli Tifatini.

            Orbene, fermo restando che siamo e saremo sempre pronti ad appoggiare qualsivoglia iniziativa che possa definitivamente liberare Caserta ed i Comuni limitrofi della piaga delle cave e dei cementifici, continuiamo a ritenere (Leggi e tempi della Giustizia alla mano) che la via maestra per risolvere il problema sia  rappresentata dalla nostra proposta di tutelare le predette colline attraverso l’istituzione di un parco urbano, a mezzo dell’unico atto giuridicamente rilevante al riguardo: una deliberazione di Consiglio Comunale. Invero, una volta istituito il predetto organismo, scatterebbero immediatamente le norme di salvaguardia, che impongono, de iure, la cessazione AD HORAS di ogni attività incompatibile con le esigenze e gli obiettivi del parco stesso.

            Peraltro, al di là di ogni altra considerazione, superata la concezione vincolistica dei predetti organismi, propria della normativa primigenia, ai dì nostri i parchi rappresentano un formidabile volano economico per il territorio, favorendo la creazione di strutture ricettive, di iniziative imprenditoriali collegate alla specificità dei luoghi e delle tradizioni culturali, incentivando l’offerta di servizi innovativi e qualificati nei settori della conservazione della natura, del recupero dei beni storici e del patrimonio diffuso, del turismo sostenibile, dell’agricoltura biologica.

            La nostra iniziativa, quindi, darebbe risposte immediate ad una delle emergenze principali del nostro territorio, quella occupazionale, rappresentando, soprattutto per i giovani, una possibilità di realizzazione qualificata e concreta, senza dover essere costretti ad allontanarsi dalle proprie origini e dai propri affetti per trovare un lavoro.

            Orbene, atteso che (incredibilmente) proprio la Sinistra (sia pur quella renziana, da commedia “dell’arte”, “degli equivoci”) ha cancellato, con un colpo di spugna, l’unico mezzo realmente efficace di tutela dei posti di lavoro in questo Paese, l’articolo 18, non fosse altro che per una sorta di catarsi, il tema occupazionale non dovrebbe ritornare prioritariamente nell’Agenda di amministrazioni che si attribuiscono, ampollosamente, una sorta di marchio “Sinistra D.O.C.”?

            Il Parco Urbano dei Colli Tifatini si dimostra essere, inoltre, l’unica possibilità seria di tutelare siti archeologici di primaria importanza come quello di Calatia, piuttosto che insigni opere dell’ingegno umano, come l’“Acquedotto Carolino”, già vincolato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ricomprende i “Ponti della Valle”, inseriti dall’UNESCO nel “Patrimonio dell’Umanità”.

            Ma la proposta da noi formulata darebbe soluzione anche ad un altro annoso problema irrisolto del nostro territorio, quello della discarica “Lo Uttaro” e di quelle ad essa adiacenti che, peraltro, impediscono, ex Lege, l’entrata in funzione dell’erigendo policlinico (con buona parte delle multi-inaugurazioni, a cadenza periodica, tanto care a DE LUCA e compagni): inserendo nel parco urbano l’area planiziaria su cui insistono detti ecomostri, si potrebbero utilizzare i fondi vincolati, stanziati dalla Regione, anno per anno, per i parchi – che puntualmente restano inutilizzati – per le attività di bonifica e di phytoremediation, che rappresentano la prima azione da compiersi, per Legge, non appena istituita la struttura.

            Alla luce di tutto ciò, davvero non si comprende perché ci si ostini a proporre iniziative slegate di salvaguardia e valorizzazione delle aree pedemontane e collinari della nostra Città – spesso del tutto inconferenti – quando con un solo atto consiliare si potrebbero risolvere, nel migliore dei modi e definitivamente, tutti i problemi summenzionati.

            Oltretutto, nella precedente Consiliatura, una mozione perfettamente analoga, presentata dallo scrivente, ricevette in Aula l’approvazione da parte di tutti i Consiglieri che allora sedevano in Opposizione, tra cui l’attuale Sindaco MARINO, con il vice Sindaco DE MICHELE, il Segretario Cittadino del PD, TRESCA, il cons. COMUNALE, il cons. APPERTI, oltre che dei Consiglieri IARROBINO e MAIETTA, allora, come oggi, in Maggioranza.

            Sarebbe veramente incomprensibile per gli Elettori Casertani se, in assenza di qualsivoglia elemento di novità, chi allora votò favorevolmente quell’atto, oggi non desse il proprio avallo a quello proposto.

            Unitamente alle forze civiche che rappresentiamo, il Presidente VENTRE ed io siamo certi che, anche alla luce della richiamata deliberazione di G.C. n°164/2017, la nostra mozione non potrà non essere votata a larga maggioranza, se non all’unanimità, ciò che, oltretutto, fugherebbe ogni dubbio sull’assoluta terzietà dei Consiglieri del Capoluogo rispetto a certi “esponenti” di interessi, che hanno spadroneggiato per anni sul nostro territorio, deturpandolo.

            Faccio appello a tutte le Cittadine ed i Cittadini Casertani, soprattutto a quelli che da anni sono attivamente impegnati sui problemi ambientali: auspico che, nonostante, la discussione di un tema così delicato sia stata fissata, sicuramente per puro caso, in un Consiglio Comunale “infrafestivo”, vorranno affollare l’Aula Consiliare per assistere alle scelte che gli eletti compiranno, esercitando quel ruolo di controllo che compete all’Elettore, prima che a qualsivoglia Organo statutario.

            E’ una battaglia epocale, che potrebbe trasformarsi nel primo (spero non l’ultimo) punto qualificante dell’Amministrazione Marino.

 

                                                                                       Luigi Cobianchi

                                              Coordinatore p.t. del Comitato Civico “Caserta Libera! – Associazione”

 

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