LA VERGOGNA DEL SECONDO DISSESTO, VI SPIEGO DI CHI È LA COLPA

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Chi ricorda Johnny il bassotto, il bassotto poliziotto più in gamba che ci sia? Sembra che ci si debba rivolgere a lui per venire a capo di chi siano le colpe di questo nuovo dissesto al comune di Caserta. Mentre nelle stanze di palazzo Castropignano aleggiano le strofe della simpatica canzone di Lino Toffolo … “chi ha rubato la marmellata, chi sarà? ed un uovo di cioccolata, chi sarà?”, i nostri cari amministratori non lesinano in comunicati stampa o in post sui social a discolpa del proprio operato. L’addossarsi le colpe l’un l’altro, è lo sport più in voga del momento, uno scaricabarile vergognoso, specie quando i contendenti sono stati compagni di “merenda” almeno una volta nella loro carriera politica, insomma, un po’ tutti di quelli che ieri e oggi sono protagonisti della contesa, sono quelli che hanno governato le sorti di questa città negli ultimi venti anni. Poi ci sono le nuove leve, che sono figli, parenti o amici di qualcuno, qualcuno che è stato protagonista della vita politica casertana e che per svariati motivi non può o non vuole comparire in prima persona e preferisce delegare; ecco, questi sono i primi a puntare il dito verso i loro sodali, che fino a qualche giorno fa osannavano e consideravano loro punti di riferimento. Però, adesso, mala tempora currunt. Adesso bisogna pensare a ripulirsi, perché c’è il rischio di nuove elezioni all’orizzonte e bisogna arrivarci lindi e pinti. Ma Johnny il bassotto ha un ottimo fiuto, e a lui non sfuggiranno tutti voti improbabili che questi novizi, hanno dispensato in circa due anni di consiglio comunale a favore di delibere e mozioni, che volente o nolente, hanno influito negativamente sulle casse dell’amministrazione. Anche la minoranza, completamente assente nel proprio ruolo, tranne per qualche fiammata estemporanea, ha in parte contribuito al disastro finanziario dell’ente. Tutto questo accade in una città addormentata, che si accontenta del posto da scrutatore “regalato” dal consigliere di turno, del piccolo piacere e della continua speranza in una promessa fatta in campagna elettorale. Colpevoli i casertani, colpevoli come gli amministratori che si sono succeduti nell’ultimo ventennio. Colpevoli di votare sempre gli stessi individui, alcuni dei quali, in un contesto “normale”, non riuscirebbero nemmeno ad essere eletti nell’assemblea del proprio condominio, eppure, per chissà quali alchimie familiari e non, ogni volta raccattano centinaia e centinaia di preferenze. Questi governano la città spostandosi da uno schieramento all’altro, da un gruppo ad un altro, senza vergogna. In genere nel calcio, l’acquisizione dello “straniero” apporta alla squadra un valore aggiunto, purtroppo in politica non è così, questi portano con loro la “dote” di voti, mica un contributo culturale, sociale o politico. Molti di loro, infatti, sono famosi per i loro interessanti e costruttivi interventi in consiglio, dove, come poeti ermetici, esprimono la loro arte oratoria in micro dissertazioni, riconducibili a tre parole e cioè “presente”, “sì” e “no”. Il minimo indispensabile, quello che serve per mandare Caserta gambe all’aria e far contenta la signora della stenotipia. Ad onor del vero, qualche volta, per tenersi in perfetta forma fisica, accompagnano la parola ad una alzata di mano e ad un servile applauso, così, tanto per fare ginnastica. Li avete votati voi, e quel sorriso dalla faccia io me lo leverei! Siete complici, cari casertani, complici … anche se non colpevoli.

Il Bagatto