TERREMOTO NELLE MARCHE: MOLTI DANNI MA NESSUN FERITO

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ALLE 5:11 SCOSSA DI MAGNITUDO 4.6 NEL MACERATESE, EPICENTRO A MUCCIA

OLTRE 50 LE REPLICHE TRA CUI DUE DI MAGNITUDO 3.5

terremoto 300x200 TERREMOTO NELLE MARCHE: MOLTI DANNI MA NESSUN FERITOLa terra trema ancora. Questa volta il terremoto colpisce le Marche. Questa mattina alle 5,11 i marchigiani sono stati svegliati da un boato ed una scossa sussultoria di magnitudo 4.6, avvertita chiaramente anche in Umbria. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha calcolato l’epicentro è stato registrato a 2 km da Muccia, in provincia di Macerata, e l’ipocentro  a 9 km di profondità. La Protezione civile è in contatto con i sindaci delle zone terremotate che al momento non hanno segnalato danni. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni informa con un tweet che la Protezione civile è impegnata sul posto con i sindaci della zona e le popolazioni colpite: “Ancora scosse, danni, paura”.

campanile TERREMOTO NELLE MARCHE: MOLTI DANNI MA NESSUN FERITO

Quattro famiglie sono state evacuate per i danni (crepe e cedimenti) e i rischi di stabilità interni di altrettanti immobili finora agibili a Pieve Torina (Macerata). Lo riferisce il sindaco Alessandro Gentilucci che sta coordinando le verifiche eseguite da quattro squadre di tecnici comunali e di una dei vigili del fuoco. Una ventina le persone, tra cui bambini, allontanate dalle abitazioni per rischi di crolli interni dopo l’ultima scossa di magnitudo 4.6 delle 5:11. Altre verifiche sono in corso.

E’ stata riattivata, con ripresa della circolazione dei treni, la tratta ferroviaria Civitanova Marche-Macerata sospesa a scopo precauzionale in attesa di verifiche sulla tenuta della linea ferrata dopo la scossa di magnitudo 4.6 registrata alle 5:11 di stamani a 2 km da Muccia, nel Maceratese. Per un’altra tratta della ferrovia, tra Macerata e Albacina, RFI prevede invece la riattivazione verso le 9:30.

 Un “boato significativo, un rumore forte più che l’oscillazione”: così alle 6,49 si è svegliata Ocre, il comune dell’Aquilano dove l’Ingv ha registrato una scossa di magnitudo 3.3. A parlare è il sindaco, Fausto Fracassi. “Al momento – dice – non è pervenuta nessuna segnalazione, e neanche telefonate al Comune. Il rumore è stato forte e abbiamo capito che l’epicentro era da noi. Abbiamo attivato tutte le procedure ma per ora non sono segnalati danni a persone o cose. Parte della popolazione vive nei moduli abitativi e parte nelle case ricostruite. La scuola, tutta nuova e in legno, è aperta e sicura. Continueremo con le verifiche”. All’Aquila, a 10km, la scossa è stata avvertita in parte della città.

In queste ore sono state avvertite oltre 50 scosse con magnitudo superiore a 2 nella zona colpita dal sisma. Secondo l’elenco dell’Ingv, sono state due le scosse con magnitudo 3.5, mentre le altre sono comprese da 2 a 2.6. Ma lo sciame sismico ha visto anche una trentina di scosse di minore intensità, tra lo 0,9 e l’1,9.

La scossa di terremoto di magnitudo 4.7 avvenuta alle 5:11 con epicentro a 2 km da Muccia (Macerata) ‘ha fatto crollare il piccolo campanile della Chiesa del ‘600 Santa Maria di Varano’. Lo riferisce il sindaco Mario Baroni. Ora sono in corso accertamenti, spiega il primo cittadino, per verificare se vi siano ulteriori danni sulle poche case rimaste agibili in paese: su 920 abitanti, 550 sono sistemati nelle Sae, 120-130 persone stanno in case agibili e il resto è in sistemazione autonoma o da parenti.

Oltre 50 scosse in due ore In due ore oltre 20 scosse con magnitudo superiore a 2 si sono verificate nella zona colpita dal sisma di questa mattina all’alba, con epicentro a pochi chilometri da Muccia. Secondo l’elenco dell’Ingv, sono state due le scosse con magnitudo 3.5, mentre le altre sono comprese da 2 a 2.6. Ma lo sciame sismico ha visto anche una trentina di scosse di minore intensità, tra lo 0,9 e l’1,9. E’ probabilmente destinata proseguire la sequenza che si è attivata il 24 agosto 2016 nell’Italia centrale e che oggi ha portato al terremoto di magnitudo 4,6 nelle Marche. “E’ normale che una sequenza che ha mobilitato un volume così grande duri a lungo”, ha osservato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) , Carlo Doglioni. “Per una sequenza che ha mobilizzato un volume più piccolo, come quella legata al terremoto de L’Aquila del 2009, sono stati necessari tre anni per tornare a un’attività con valori confrontabili a quelli precedenti all’evento. E’ quindi possibile che la sequenza che si è attivata nell’agosto 2016 duri ancora non meno di un anno.