LA XXIISETTIMANA BIBLICA NAZIONALE A LUGLIO AL GOLDEN TULIP PLAZA

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PROGRAMMA  XXII settimana biblica 2018

DALISE LA XXIISETTIMANA BIBLICA NAZIONALE A LUGLIO AL GOLDEN TULIP PLAZACASERTA – La XXII Settimana Biblica Nazionale, iniziativa fortemente voluta dal Vescovo S.E. Mons. Giovanni D’Alise e patrocinata dall’Associazione Biblica Italiana, si terrà dal 2 al 6 luglio 2018 presso il Golden Toulip Plaza in viale Lamberti a Caserta. Tema della ventiduesima edizione “Lettere Cattoliche I e II di Pietro e Giacomo” ed i relatori saranno il prof. sac. Santi Grasso, docente di Esegesi del Nuovo Testamento presso lo Studio Teologico di Gorizia, Trieste e Udine Facoltà Teologica del Triveneto e il prof. sac. Giuseppe De Virgilio, docente di esegesi del Nuovo Testamento presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. L’iniziativa culturale si inserisce nel progetto formativo-teologico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pietro” di Caserta ed è particolarmente consigliata agli studenti quale seminario interdisciplinare.

La Prima Lettera di Pietro fa parte delle sette Lettere Cattoliche, così chiamate perché indirizzate non ad una persona o ad una particolare comunità, ma alla generalità dei credenti. Essa non ha mai rappresentato per i teologi un particolare interesse, poiché i temi trattati non presentano sviluppi dottrinali interessanti, come ad esempio le lettere di Paolo, teologicamente e dottrinalmente ricche e innovative, ma sono soltanto una ripresa e una riflessione teologica e pastorale su questioni già ampiamente proposte sia dall’Antico Testamento che dal Nuovo Testamento. L’autore, quindi, si serve di ciò che già forma in qualche modo il patrimonio teologico e dottrinale della Chiesa nascente, senza nulla aggiungervi, per spingere i credenti a prendere coscienza della novità del loro stato di vita e a conformarsi esistenzialmente ad esso. Gli intenti di questa lettera, pertanto, sono squisitamente pastorali, mentre la seconda Lettera di Pietro a differenza di altri testi del Nuovo Testamento, ha pochi richiami negli altri neotestamentari, a causa dell’incertezza dell’autore storico, delle notevoli differenze di linguaggio con la Prima Lettera attribuita a Pietro, il suo riconoscimento come libro canonico, vale a dire “rilevato”, è avvenuto in un secondo tempo. Fa parte dei libri deuterocanonici.

         La Lettera di Giacomo che nella tradizione ecclesiastica occidentale viene identificato con il “fratello del Signore”, mostra un’ottima conoscenza della lingua greca e – nonostante i frequenti riferimenti biblici – sembra rivolgersi ad una comunità che vive in un contesto culturale fortemente marcato dalla mentalità ellenistica. In ogni caso si tratta di un responsabile di comunità, di seconda o terza generazione che scrive dopo gli anni 80, quando ormai i gruppi cristiani si erano separati dal giudaismo. Il luogo dove fu scritta non è facilmente riconoscibile e potrebbe andare dall’area siro-palestinese all’ambiente cosmopolita dell’Egitto settentrionale. La lettera di Giacomo è indirizzata ai giudeo-cristiani dispersi tra le nazioni pagane, per incoraggiarli nelle persecuzioni, eccitarli a conformare la vita alla fede cristiana e per metterli in guardia contro alcuni (Simoniti, Nicolaiti), che, male interpretando alcune parole di S. Paolo, dicevano che non c’è bisogno d’opere buone, ma basta la fede.

          Contro questa rovinosa idea batte S. Giacomo, e, sebbene parli di molte altre virtù, insiste sulla giustizia e sulla carità, e dice chiaramente che è vana la fede senza opere buone e che non ci si salva con l’ostentare la scienza e la dottrina, ma con le virtù cristiane. Questa lettera, scritta a Gerusalemme, sembra supporre la lettera ai Romani, perché spiega le idee di S. Paolo mal capite, che la fede esige le opere buone e la giustificazione non viene dalle opere della legge, ma dalle opere cristiane.

          L’appuntamento con la ventiduesima edizione della settimana biblica, è aperto a tutti i fedeli, in particolare ad animatori biblici, insegnanti di religione, catechisti, operatori pastorali, movimenti diocesani ed associazioni, ma, che rappresenta un valido aggiornamento per presbiteri, diaconi e religiosi. Responsabile del coordinamento della XXII Settimana Biblica è il Direttore del Centro Apostolato Biblico della Diocesi di Caserta, prof. sac. Valentino Picazio, docente di Sacra scrittura dell’area Profetica-Evangelizzazione della Diocesi di Caserta, nell’ambito della quale è anche Direttore del settore Biblico e Direttore dell’Ufficio per l’Educazione, la Scuola e l’Università.

         Questa esperienza unica nel suo genere – evidenzia don Valentino Picazio –è cresciuta di anno in anno ed ora l’affluenza di convegnisti proveniente da ogni parte d’Italia è davvero notevole. La ventiduesima edizione che sarà inaugurata dal Vescovo S.E. Mons. Giovanni D’Alise è un’esperienza culturale e spirituale– sottolinea don Valentino – che richiama a Caserta ormai da diversi anni (la prima edizione si tenne nel 1997 dedicata al Vangelo di Marco, presso l’Eremo di S. Vitaliano a Casola di Caserta) cultori e appassionati della bibbia che si confrontano con le varie esperienze territoriali nell’ambito del progetto” bibbia e cultura europea” per affermare le parole del Cardinale Carlo Maria Martini “il futuro dell’Europa si basa sulla lettura della bibbia quale Codice delle radici cristiani dell’Occidente”. Nell’invitare alla partecipazione, il Vescovo Mons. D’Alise afferma la necessità di tale iniziativa per far fronte alla crescente e preoccupante ignoranza biblica generalizzata, ogni arte e scienza si esprime nella regolarità di una propria grammatica ed è questa a tributare l’attenzione degli specialisti, che ne cureranno la trasmissione canonica, perché la realtà religiosa non può improvvisarsi, bensì orientarsi nella secolarità di una tradizione, con tutta la rilevanza del divenire.

         Buona parte del successo della settimana biblica – conclude don Valentino Picazio – è dovuta al fatto che è specificatamente rivolta ai laici, non solo “agli addetti ai lavori”, perciò questo appuntamento è una ghiotta occasione da cogliere per accrescere la propria conoscenza biblica che sta a fondamento sia della vita cristiana che della ricerca teologica.