(s.n.) – La notizia della candidatura di Klaus Davi a sindaco di San Luca, piccolo comune della Locride, in provincia di Reggio Calabria continua a dividere. Il piccolo comune ha fatto parlare di sé per l’emergenza democratica e criminale che vive ormai da sei anni, da quando cioè gli abitanti di San Luca sono privati del voto. Ciò accade il più delle volte perché non si riesce a formare le liste, come nel caso delle elezioni di quest’anno.
Il governo comunale sanluchese fu sciolto nel 2013 per infiltrazioni della ‘ndrangheta. Commissariato il Comune da quel momento, solo nel 2015 fu presentata una sola lista che però non raggiunse il quorum.
L’ultimo sindaco eletto nel 2008, fu costretto ad abbandonare l’incarico, quasi alla scadenza, per infiltrazioni mafiose e arrestato pochi mesi dopo.
Il caso del piccolissimo comune calabrese diventa un caso nazionale, e sale agli onori della cronaca…per così dire…quando la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi parla di “sconfitta della democrazia” e di “ulteriore segnale del condizionamento delle cosche nella vita di questa comunità”.
Con un colpo di scena, da esperto di comunicazione, il massmediologo Klaus Davi si dichiara disponibile a candidarsi, anche se la candidatura è fuori tempo massimo: “Sono pronto a candidarmi” aveva detto, chiedendo alla Prefettura una proroga per la presentazione della candidatura “Se la mia richiesta verrà accolta presenterò una lista civica indipendente dai partiti, con personalità nazionali e locali e soprattutto giovani. Il mio impegno sarà no profit”.
Klaus davi ha incassato il sostegno di Massimo Giletti e, in queste ore anche di Gianluigi Nuzzi. Il popolare giornalista, conduttore e autore di numerose inchieste sulla ‘ndrangheta nonché di bestseller planetari sul Vaticano, è intervenuto con un post sulla sua pagina Facebook. Klaus Davi darà inizio alla propria campagna elettorale con una prima iniziativa a San Luca il 27 giugno.
Si sono candidati, in questi giorni anche Francesco Anoldo, già candidato nel 2014 a Reggio Calabria, ed il prefessore Giuseppe Ferraro dell’Università Federico II di Napoli, piuttosto critico nei confronti di Davi a cui aveva indirizzato una lettera aperta in cui scriveva: “La Calabria e l’Italia del Meridione tutt’insieme non hanno bisogno della visibilità mediatica, che continua a far risaltare la “questione meridionale” come incapacità di sviluppo e criminalità. La questione meridionale è vostra, l’Italia del Meridione è nostra. Non è accettabile, con tutto il rispetto delle intenzioni, che la Calabria sia “mediatizzata”, “neocolonizzata”, così com’è “commissariata”, “piantanata” e “isolata” da scelte economiche nazionali “distratte”. A chi ci ha tolto la storia, rispondiamo prendendoci l’autonomia. Grazie, facciamo da soli”.