CANCRO CONTRATTO IN UNA MISSIONE DI PACE AL KOSSOVO, MA LO STATO NON RICONOSCE LA CAUSA DI SERVIZIO

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SAN PRISCO – La lettera che la moglie ed i figli di Gianflavio, Giovanni e Teresa hanno voluto scrivere al loro papà ha fatto il giro del Ministero della Difesa, competente per la divisa che indossava questo giovane militare che aveva creduto nella sua missione di Pace, così come insegnatogli dal suo papà, Giovanni, anche sottufficiale dell’Esercito, il quale, nel giorno dei funerali, non riusciva a mandar giù il boccone amaro della sentenza, emessa alcuni mesi fa, dal giudice militare che rigettava l’istanza di riconoscimento dell’invalidità per servizio militare. La storia di Gianflavio è l’ennesimo schiaffo a tutti coloro che hanno prestato la loro opera di pace nello sminamento in Kossovo ed in altre nazioni che sono continuamente in guerra, per motivi religiosi o per accaparramento di interi territori. Il maresciallo Monaco voleva vivere per disegnare il futuro del piccolo Giovanni e della signorina Teresa, al quale purtroppo penseranno i nonni sia paterni che materni, che uniranno i loro sforzi per non far mancare il supporto morale ed anche psicologico, a questi due giovanotti, che certamente si rimboccheranno le maniche e reagiranno di fronte alla ingiustizia che lo Stato ha riservato al loro valido papà. Ah se si svegliasse il bisnonno, Prisco, continuerebbe a fare mille battaglie per questo suo nipote, che si è immolato, come Cardella, saltato in aria a Nassyria, insieme a tanti colleghi. Deve essere fatta giustizia per tutti questi giovani servitori che sono morti di leucemia ma che questo Governo potrebbe invertire la rotta, facendo una legge ad hoc per gli eredi. Ma il presidente del Governo insieme a Salvini e Di Maio riusciranno a ristabilire la Giustizia per tutti questi giovani militari che nel giro di pochi anni hanno lasciato questo mondo?  Carmine Eliseo