IL CONSIGLIERE COMUNALE GIANNI COMUNALE ELETTO NEL CDA DELL’ASI: UNA FORZATURA ALLA LEGGE SEVERINO CHE MARINO E GRAZIANO FINGONO DI NON CONOSCERE

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di Costantino Beltrami

Finite le fatiche delle primarie, nel PD si sono messi immediatamente al lavoro per garantire la loro capillare presenza in ogni dove ci sia la possibilità di fare un po’ di politica o di clientela, che poi è lo stesso. Ovviamente bisogna sistemare gli amici, e dove se non in un bel consiglio di amministrazione? In questo il consigliere regionale Stefano Graziano è un maestro, conoscitore attento dei meandri più nascosti degli organi del sottogoverno, collezionatore di incarichi da distribuire ai suoi sodali, ha pensato bene di garantire al suo amico di sempre Carlo Marino, sindaco della città capoluogo, l’elezione di uno dei suoi fedelissimi nel CdA del Consorzio ASI. Marino deve mantenere in piedi la baracca, supputandola con incarichi e prebende che spesso ricadono sempre sui soliti noti, che ormai sono a garanzia della tenuta sismica della catapecchia amministrativa che risulta essere oggi il super dissestato Comune di Caserta. Infatti, quello che durante la campagna elettorale veniva descritto come un palazzo di vetro, dove la trasparenza l’avrebbe fatta da padrona, oggi, invece, somiglia più ad un fortino sperduto in una landa desolata del Messico, dove una maniata di peones gozzoviglia e poltrisce in attesa che qualche fattariello loro venga risolto. A nulla è servita la chiamata ad un sussulto di dignità lanciata attraverso gli organi di informazione dal presidentissimo Riccardo Ventre. Ma Marino dà fiducia alla sua classe dirigente, e dove le trova così tante eccellenze tutte insieme? Allora, ha pensato bene di affidare proprio al suo enfant prodige, già consigliere comunale, Gianni Comunale (nomen omen), il prestigioso e molto ben remunerato incarico di facente parte del Consiglio di Amministrazione del Consorzio ASI di Caserta … Consigliere di amministrazione di una partecipata dello stesso Comune dove il Comunale già ricopre la carica di consigliere. Qualcuno potrebbe gridare allo scandalo? Macché … omertà maxima! Eppure, se ne parlava già da un po’ … ma nessuno ha detto niente … chissà perché? Il Decreto Legislativo n°39 del 2013, chiamata anche Legge Severino, recita così all’art.11 “Incompatibilità tra incarichi amministrativi di vertice e di amministratore di ente pubblico e cariche di componenti degli organi di indirizzo nelle amministrazioni statali, regionali e locali “con la carica di componente della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione della medesima regione; ” Ogni amministratore la dovrebbe conoscerla a menadito, eppure all’ASI di Caserta sembrerebbe che questa legge non sia arrivata, anche se con protocollo n. 2014. 0815322 del 01/12/2014 il Capo Dipartimento Vicario del Dipartimento della Programmazione e dello Sviluppo Economico della Regione Campania Avv. Giuseppe Carannante, invitava i vertici del Consorzio ASI di Caserta a verificare la sussistenza o meno delle condizioni di inconferibilità/incompatribilità di cui agli art 1,7 e 11 del D. Lgs n.39/2013 anche alla luce delle successive deliberazioni e FAQ dell’ANAC. Magari avranno trovato un cavillo? Forse staremo sbagliando noi a interpretare la legge? Si dice fatta la legge trovato l’inganno! Ma se invece le cose stessero così, e il consigliere Gianni Comunale si trovasse nella posizione di incompatibilità … lo stesso avrebbe messo a rischio tutte e due le sue cariche decadendo di fatto da esse proprio perché incompatibili l’una con l’altra? Ma qui andiamo oltre, dovremmo trovarci in uno stato di diritto, dove la legalità viene anteposta a tutto, dove ognuno svolge il proprio ruolo … certe perplessità dovrebbero essere poste da chi fa politica, da chi si trova nella posizione di fare opposizione, da chi dovrebbe porre in essere un’azione critica e di controllo sulle azioni amministrative messe in essere da chi guida il comune di Caserta … ma quella che una volta chiamavano opposizione forse preferisce girarsi dall’altra parte e continuare la siesta.