OSPEDALE, IL MEMORIALE DELLA DOMENICA 58

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(f.n.) – Oggi mettiamo la parola fine al capitolo dedicato alla denuncia per “demansionamento” e “dequalificazione”, presentata contro l’AORN da tre infermiere pediatriche. Ne parliamo all’interno del Memoriale,  perché riteniamo sia giusto spcificare immediatamente,  alcune cose che, grazie all’intervento illuminante della signora Lina Striano, che si dichiara infermiera in servizio al reparto di Terapia Intensiva Neonatale,  oggi sono chiare e senza possibilità di essere equivocate. La signora Striano in questi giorni si è divertita molto, così come si sono divertite molto le sue colleghe.,.insomma dalle parti della Terapia Intensiva Neonatale, in questi giorni non si è fatto altro che ridere… e, modestamente, tanta allegria è stata generata da noi e di questo siamo particolarmente orgogliosi…La vita, del resto,  è così difficile e una bella risata ogni tanto ci vuole…Auguriamo alle signore della TIN che possano ridere sempre di gusto, come oggi, soprattutto in pace con la loro coscienza…Noi avevamo letto che le tre stimate professioniste in servizio nella TIN,   presumiamo trattasi di servizio essenzialmente concettuale, erano state obbligate, per carenza di personale, a svolgere mansioni inadeguate, come trasportare pazienti e provvedere alle incombenze igieniche degli stessi e provvedere allo smaltimento dei rifiuti. Noi abbiamo pensato che le tre eccellenti infermiere, si riferissero a pazienti adulti e, giustificando in tal caso, la denuncia per “demansionamento”, ci siamo preoccupati dei neonati ricoverati alla TIN e del rischio che avrebbero corso, se le norme igieniche non fossero state rigorosamente osservate, vista la distrazione dai loro compiti, cui erano state obbligare le tre infermiere. L’equivoco è stato generato dal fatto che noi abbiamo ravvisato nel “paziente”, un adulto, perché non ci saremmo mai sognati di ravvisare nel paziente trasportato ed accudito, citato nella denuncia, un neonato, dal momento che, se avessimo capito che si trattava comunque di bambini, anzi neonati perché parliamo di TIN, avremmo considerato la denuncia per “demansionamento e dequalificazione” assolutamente ridicola ed anche vergognosa, a nostro parere ovviamente…Chi lavora e percepisce uno stipendio regolare per prestare servizio in un reparto di Terapia Intensiva Neonatale e denuncia l’Azienda, chiedendo diciottomila euro per avere, in assenza delle OSS,  trasportato un neonato ed averlo accudito dal punto di vista igienico e aver provveduto allo smaltimento della monnezza, perché si ritiene “demansionato e dequalificato” , a parere nostro, merita diciottomila articoli sulla opportunità o meno che continui a fare questo mestiere. Ovviamente è il nostro pensiero che esprimiamo con la stessa libertà di cui usufruiscono tutti coloro, che interpretano frasi ed articoli, a  modo loro.   La signora Lina Striano stessa, ha specificato in un post, che il nostro errore madornale è stato quello di attribuire alla parola paziente la fisionomia di un adulto… La cara signora scrive testualmente: “Noi come infermiere pediatriche della TIN, assistiamo solo neonati, per i quali non è prevista pala o padella che si voglia. Al massimo provvediamo al cambio di un pannolino”.
La cara signora Striano, continua dichiarando che siamo stati tratti in errore e spinge la sua malafede fino a dubitare addirittura, che si sia trattato di un errore casuale…e quindi continua ad illuminarci scrivendo: “Noi curiamo solo i piccoli pazienti del nostro reparto.
Occasionalmente ed in assenza dell’oss, siamo costrette a fare ciò che costoro farebbero, ma sempre relativamente al nostro reparto.
P.s. cambiare un pannolino e poi accudirne un altro è pericoloso secondo lei?
Assolutamente no se si osservano le regole e le norme.
Ma questo non c’entra niente con il demansionamento”.

Alla luce delle illuminazioni della signora Striano che ci ha chiarito le idee, ci chiediamo in quale maniera le infermiere siano state “demansionate e dequalificate”, di grazia? La Striano sostiene che il loro lavoro si svolge esclusivamente nel reparto della TIN, al cui interno vi sono soltanto piccoli pazienti. Le attività “demansionanti”  elencate a sostegno della denuncia delle tre infermiere sono: Riordino letti, (di chi?, state parlando di culle?) trasporto pazienti (bambini), incombenze igieniche dei pazienti (la Striano ride e sostiene che i pazienti siano bambini, quindi stiamo parlando di pannolini), smaltimento rifiuti.  In una TIN le OSS dovrebbero riordinare le culle, trasportare le culle e provvedere alle incombenze igieniche dei piccoli e smaltire la monnezza… “In assenza delle Oss ed occasionalmente- sostiene la Striano-siamo costrette a fare ciò che costoro farebbero”…

Immaginiamo che in una TIN vi siano medici specialisti, neonatologi, pediatri che svolgono il loro delicatissimo compito quotidianamente. Tra le OSS che svolgono i compiti di cui sopra ed i medici specialisti, vi è uno spazio eletto al cui interno siu muovono come angeli, le reverendissime infermiere pediatriche…di cui non conosciamo i compiti specifici, ma soltanto quelli che tre di esse, sono state costrette a fare. E adesso che ci siamo resi ridicoli a sufficienza, diffidiamo i signori e le signore del nulla dall’offendere ancora l’intelligenza collettiva ed invitiamo ad essere seri perché….come dice paradossalmente la stessa signora Lina Striano, “questo con il demansionamento non c’entra niente!” Hasta el Domingo!

6 Commenti

  1. Abbiate pazienza, ma cercate di farmi capire bene.
    Tre infermiere denunciano un demansionamento, elencano una serie di cose e chiedono 18.000 euro a testa all’azienda.
    Ora pare che non sia vero piu e che stiano fornendo un altra versione.
    O la giornalista ha mentito e quindi va denunciata.
    O hanno mentito le infermiere, e in quel caso è un tentativo di estorsione e truffa all’Azienda e quindi vanno denunciate loro.
    Fateci capire

    • Gentile Riccardo, lei ha ragione. la giornalista, cioè io, se ha scritto il falso deve essere denunciata, ma la giornalista, sempre io, ha scritto con le carte alla mano, riportando il contenuto della denuncia delle tre infermiere, riportando il post di una delle tre infermiere, regolarmente firmato su fb e avanzando qualche legittimo interrogativo ed esprimendo il suo parere come fate tutti voi. Qualcuno probabilmente si è contraddetto ma non sono io. Quindi, gentile Riccardo, leggendo gli articoli a mia firma lei potrà farsi una idea chiara di tutto. Grazie per l’attenzione.

    • Caro Riccardo, da quello che si legge dalla serie degli articoli sul demansionamento nessuno sta mentendo. Semplicemente accade che chi subisce questo fenomeno (purtroppo molto diffuso, non solo a Caserta) talvolta senta il bisogno di denunciare, mettendo nero su bianco ciò che “non è di competenza”. Ciò che dovrebbe “competere” ad un infermiere dovrebbe essere sostanzialmente il monitoraggio dei pazienti, la somministrazione delle terapie prescritte, il rispetto di tutta una serie di procedure infermieristiche e la compilazione della cartella infermieristica. Tutto il resto (riordino letti e culle, trasporto prelievi e provette, etc.) per quanto possa sembrare “naturale” che sia fatto da un infermiere, è in realtà compito degli operatori di supporto. Ovviamente quando questi non ci sono, qualcuno deve pur espletare questi compiti. Personalmente, e parlo da Dirigente Medico presso un’altra struttura pubblica Campana, non ho mai avuto problemi o remore a fare ciò che andava fatto anche se non strettamente “di mia competenza”, a patto di risolvere il problema. Qualcuno, a torto o a ragione, non accetta questo tipo di ragionamento e preferisce fare denunce. Ribadisco anche qui che in ogni caso, il fatto di essere demansionato non autorizza nella maniera più assoluta qualcuno ad essere “distratto”, anche se oberato, e a non rispettare le procedure, specialmente riguardo all’asepsi. Credo che la Dr.ssa Nardi in quest’articolo voglia stigmatizzare quello che mi sembra di capire essere avvenuto “dietro le quinte” con una delle dirette interessate.

  2. Non sarà mica la solita strumentalizzazione del solito sindacato che per fare tessere imbastisce ricorsi che non esistono? Aprite gli occhi che adesso non si scherza più. Questa sembra la storia dell’infermiera che cadde nell’andare a portare i prelievi la notte. Prelievi mai fatti e truffa all’ospedale organizzata pure male.

  3. Se le cose affermate in denuncia sono vere intervenga il datore di lavoro e la direzione sanitaria facendo pagare i veri responsabili del mancato rispetto compiti e procedure. Non è giusto che paghi la comunita

  4. Senza polemica alcune domande: ma le vigilatrici pediatriche presenti nella Tin in ogni stanza non fanno nulla? Mi risulta che in ospedale così come in tutto il servizio pubblico i compiti siano ben specificati per cui per farli rispettare basta scrivere al datore di lavoro. E poi un paio di precisazioni perché per questo c’è il consiglio di disciplina. Quando non c’è la oss di reparto si chiama la dipartimentale. Non è compito dell’infermiera professionale portare i prelievi in laboratorio perché sarebbe abbandono del reparto che rimarrebbe sguarnito. Per chiudere i cartoni dei rifiuti si chiama ufficio infermierieristico e ti mandano qualcuno. Io,personalmente manderei al consiglio di disciplina le tre dipendenti per aver omesso di informare caposala,primario,capodipartimento e direzione sanitaria del mancato rispetto delle procedure e poi del demansionamento. Ultima cosa che ,voglio credere però sia dovuta a distrazione nello scrivere: il protocollo prevede che tra un cambio di pannolino ed un altro (peraltro ci sono sempre le vigilatrici) ci si lavi le mani perché per stare in terapia intensiva vuol dire che proprio bene non stanno .

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