PERSONAGGI E FAMIGLIE DI CAPUA FRA XVII E XIX SECOLO

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personaggi famiglie capua PERSONAGGI E FAMIGLIE DI CAPUA FRA XVII E XIX SECOLO
In copertina foto della Porta Napoli di Capua

Luigi Russo, studioso di San Prisco e autore di diverse monografie e articoli di carattere storico, ha pubblicato come e-book una raccolta di sette studi storici su Capua (alcuni pubblicati su riviste e  monografia, in collaborazione con Daniela De Rosa – L. Russo,  Antichi acquedotti e fontane di Capua, Pro Loco di Capua, Capua, 2002).

Segnaliamo “Personaggi e famiglie di Capua fra XVII e XIX secolo”, pubblicazione che raccoglie studi e ricerche realizzate negli ultimi anni sulla storia di personaggi e famiglie della Capua antica. Si tratta di opere eterogenee pubblicate per la maggior parte su riviste o su monografie.
“L’attenzione e l’interesse per la storia capuana negli anni è stata costante e mi ha consentito di offrire un contribuito alla conoscenza della storia di Capua. – afferma l’autore –
Il primo saggio tratta dei cittadini capuani che conseguirono il dottorato nel Collegio dei Dottori di Napoli dal 1610 al 1811, utilizzando come fonte principale l’omonimo fondo archivistico conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli e arricchita di diverse altre fonti archivistiche e bibliografiche.
Occorre precisare che il Collegio dei Dottori non coincideva con la moderna “Università” perché quest’ultima era allora denominata “Studio”; quindi si trattava di due enti distinti, anche se in stretta relazione fra loro.
Il secondo lavoro verte sui progetti di restauro degli acquedotti di Capua e le vicende che caratterizzarono i rapporti fra i rappresentanti dei cittadini capuani e il governo della capitale; il ruolo esercitato prima dall’ingegnere Francesco de Gasperi, poi dall’ingegnere Luigi Antonio Iannotta e la sintesi operata infine dall’ingegnere Francesco Collecini.
In appendice pubblichiamo il ratizzo formato dall’ingegnere Luigi Antonio Iannotta e il notamento delle fontane del fontanaro Felice Aulicino.
La terza ricerca riguarda la contesa fra la città di Capua e la famiglia Baja di San Prisco per il possesso dei territori e le acque di Sant’Angelo in Formis, già pubblicata nel 2007 in Acquedotti e fontane di Capua, insieme a Daniela De Rosa a cura della Pro Loco di Capua.
In questa nuova versione il paragrafo dei cenni storici è stato integrato ed arricchito di alcune note relative al toponimo Sant’Angelo in Formis ed altre fonti storiche; sono state inserite sei appendici: una breve, ma significativa dichiarazione del “marmoraro” capuano Domenico Basile del 1719, il dispaccio e decreto del Tribunale della Generale Udienza e Casa Reale del 1805, l’ordinanza dell’intendente del luglio 1813, l’avviso del Consiglio d’Intendenza dell’agosto del 1813, l’estratto del Consiglio di Stato dell’aprile 1815 e i Fogli di udienza del Tribunale civile di Terra di Lavoro del 1818.
Il quarto contributo riguarda la vita e il ruolo di Francesco Daniele, insigne studioso e personaggio di spicco della seconda metà del XVIII secolo e del Decennio francese, cittadino onorario di Capua, e alcune sue lettere a personaggi capuani.
I destinatari delle predette lettere Giuseppe di Capua e Carlo de Tomasi, appartenenti alle più antiche e nobili famiglie capuane, benché scarsamente conosciuti, all’epoca dovevano essere molto influenti.
Il primo aspirava all’incarico di consigliere d’Intendenza, sostenuto da Francesco Daniele, ma in seguito divenne ricevitore generale della provincia e lo ritroviamo come presidente del Dicastero della Carboneria di Capua.
Carlo de Tomasi era stato consigliere d’Intendenza di Napoli e poi segretario generale nella medesima Intendenza nel 1809.
Il quinto saggio concerne lo studio sul Catasto Provvisorio del Comune capuano del 1815; in esso sono elencati i maggiori contribuenti, la divisione delle proprietà, le attività prevalenti, le famiglie più diffuse e quelle più influenti.
Sono analizzati i caratteri generali del Catasto murattiano e il rapporto con il rapporto con il Catasto Onciario; la divisione delle proprietà nel Comune capuano attraverso uno studio analitico dei Partitari e dello Stato di Sezioni; quest’ultimo è stato oggetto di un’analisi approfondita riguardanti le proprietà più rilevanti, quali 1 mulino, 2 fornaci, 2 locande, 11 taverne, un’osteria, il macello e soprattutto sono riportati i proprietari di ciascuna di esse.
Un’ulteriore trattazione riguarda le case di abitazioni e i palazzi più rilevanti con i relativi proprietari nelle varie zone dell’abitato; i cognomi più diffusi fra i contribuenti e l’elenco dei beni dei proprietari più tassati dal Comune.
In appendice pubblichiamo l’elenco dei contribuenti del Catasto nell’anno 1815.
Il sesto studio riguarda il marchese Alessandro d’Azzia (1774-1834) nell’età napoleonica, al quale è preceduto da cenni storici sulla nobile famiglia d’Azzia.
Alessandro fu un personaggio di spicco nel periodo rivoluzionario del 1799; coinvolto fra i redattori della rivista «Il Monitore». Esiliato a Marsiglia e poi a Parigi, dove ottenne l’incarico di dirigere il Teatro de’ Buffoni e di promuovere la riapertura e la valorizzazione dell’opera buffa.
Ritornato nel regno di Napoli fu fra i redattori della rivista «Il Monitore Napoletano» e in seguito raggiunse altissime cariche nel Decennio francese: fu procuratore regio del Consiglio delle Prede Marittime, sostituto procuratore presso la Corte d’Appello di Napoli, direttore di una sezione della Polizia generale preposta alla revisione e alla censura delle «rappresentanze teatrali e le opere che si pubblicavano in Napoli»; sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli e anche relatore al Consiglio di Stato per la provincia di Terra di Lavoro.
Nel 1814 il celebre pittore Ingres gli fece un ritratto che è attualmente conservato al Fogg Art Museum all’Università Harvard (Massachusetts – USA).
L’ultimo contributo riguarda Antonio Sanzò, appartenente ad una famiglia nobile e di antiche origini. Personaggio discusso, appartenente ad una famiglia ricca, compresa fra i maggiori proprietari della provincia; era imparentato la famiglia Baja di San Prisco, anch’essa benestante, e nel periodo costituzionale (1820-21) era entrato in contatto con la setta carbonara locale «Torre fiorita» e successivamente alla setta locale «Perfetta Armonia». Dopo la laurea in Legge si era formato presso il Tribunale Civile di Santa Maria di Capua ed era entrato a far parte dell’amministrazione civile sanprischese ricoprendo gli incarichi di decurione, cassiere e sindaco per due trienni.
Il Sanzò ebbe l’onore di essere nominato socio ordinario della Società Economica di Terra di Lavoro nel 1839 e nel 1843 ricevette anche la nomina a consigliere provinciale”.