– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Amministrare bene non è solo fare quadrare i bilanci, ma riuscire ad erogare servizi di qualità, diminuendo i costi per rendere gli spazi abitati dall’uomo degni d’essere vissuti.
Giustificare i propri limiti e la propria incapacità, incolpando i predecessori, omettere responsabilità precedentemente avute, di governo e opposizione, mescolando il certo con l’improbabile, il reale con promesse irrealizzabili non è onesto.
Il sindaco è il primo cittadino, incarico elettivo, fiduciario e protempore; tra i compiti demandatigli per legge si riconosce l’essere “datore di lavoro” dei dipendenti lavoratori. Il corretto funzionamento della complessa macchina Comunale necessita di personale bene diversificato in scala gerarchica, preparato, competente, motivato e tutelato.
Non si ottengono risultati di buona amministrazione, non si erogano eccellenti servizi senza l’indispensabile collaborazione tra Esecutivo e forza lavoro col controllo di dirigenti e Consiglio.
Nell’Amministrazione targata Carlo Marino i rapporti tra esecutivo, consiglio, dirigenti e forza lavoro sono in costante conflitto. Ed i risultati negativi causati da questi conflitti sono conosciuti da tutta la cittadinanza.
Non è la prima volta che i rappresentanti sindacali della forza lavoro comunale sono costretti a denunciare le pessime condizioni logistiche in cui sono costretti da anni ad espletare il loro lavoro.
I segretari aziendali di CGIL, CISL e UIL, rispettivamente i signori Alessandro Cappiello, Claudio Batelli e Sergio Ievoli, hanno emesso una durissima nota per richiamare alle proprie responsabilità di legge il sindaco Carlo Marino e i signori dirigenti Tutti.
La nota reitera precedenti documenti, dello stesso oggetto: sicurezza dei posti di lavoro, ai quali l’amministrazione Carlo Marino non ha mai dato riscontro.
Per questi motivi, i rappresentanti sindacali, appellandosi al D. Lgs 81/08, richiamano ai propri doveri sindaco e dirigenti e denunciano la insalubrità, rischiosità e pericoli in cui sono costretti ad operare. Indicano quali ambienti invivibili, pericolosi, impossibili da stazionarci in lavoro gli uffici allocati: ” Caserma Sacchi (settore anagrafe/Stato Civile/Elettorale/ Ambiente /Commercio e tutela dei cittadini; Caserma della Polizia Municipale. Aggiungono la criticità di diversi uffici allocati nel palazzo Castropignano di piazza Vanvitelli, evidenziano e stigmatizzano gli interventi di favoritismo posti in essere col ” mero scopo di rendere determinati locali più accoglienti esclusivamente sotto il profilo estetico, per riservarli a personale ritenuto di vertice e come tale meritevole di particolare considerazione…”.
Come si evince dalla nota sindacale i fatti denunciati sono di gravità assoluta; i rappresentanti dei lavoratori puntano il dito contro il vertice dell’Amministrazione completamente incapace di ” garantire gli aspetti di salute e sicurezza sul luogo di lavoro…”
I fatti denunciati sono aggravati, e i sindacalisti chiedono spiegazioni, dalla “non avvenuta nomina” del medico del lavoro …che di fatto lascia i lavoratori privi di qualunque tutela.
Cosa aggiungere per stigmatizzare l’inadeguatezza dell’amministrazione Marino?
La giunta Marino è targata Partito Democratico, cioè il partito che dovrebbe avere nel DNA la difesa della forza lavoro; il sindaco Carlo Marino è stato eletto Presidente dell’ANCI Campania (Associazione Nazionale Comuni della Campania), eletto all’unanimità dei votanti ed in modo trasversale, cioè si sono spartiti la torta tra amministratori comunali di Forza Italia, liste civiche e Movimento 5 Stelle.
Il sindaco Marino conosce le fatiscenze degli uffici dell’ex Caserma Sacchi, dei furti avvenuti, dell’abbandono e pericolosità in cui si trova l’archivio storico, da tre anni promette senza mantenere uno solo degli impegni assunti.
Questo lo stato dei fatti, questa l’amara realtà di una politica che sempre più allontana i cittadini dalla Partecipazione Democratica.
Questa triste realtà va resa pubblica, va combattuta con la partecipazione e consapevolezza per farsi riconoscere i propri diritti e, con forza, alzando la voce mandare a casa gli affaristi della politica.