CORVINO E RUSSO PRENDONO LE DISTANZE DA MARINO, CASERTA AL BIVIO…CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

0

(F.G.) – Situazione difficile quella che sta vivendo l’amministrazione comunale del capoluogo, ma c’era da aspettarselo, visto le modalità con cui ha operato fin dall’inizio. Anzi, considerato che il do ut des è prassi consolidata per una maggioranza, e perché no anche per una opposizione, questa amministrazione è già durata oltre le aspettative. Poche, pochissime, le voci critiche che si sono levate dai banchi del consiglio comunale, se non nel russo corvino CORVINO E RUSSO PRENDONO LE DISTANZE DA MARINO, CASERTA AL BIVIO...CRONACA DI UN FALLIMENTO ANNUNCIATOcaso del consigliere Mario Russo e dell’assessora Maddalena Corvino, nessuno ha mai avuto il coraggio di mettere in discussione il proprio status di amministratore, il proprio ruolo o la propria poltrona, questo ovviamente non ne fa degli eroi, anche perché si è dovuto arrivare ai minimi termini prima che qualcuno avesse un sussulto di dignità. Adesso, finalmente, pare che i tempi siano maturi, e che anche i revisori abbiano preso le distanze da questa scellerata gestione, e abbiamo ben donde di definirla tale, perché seppur dichiarando un secondo dissesto, questa si ritrova ancora con i conti non in regola. Seppur vero è, che la precedente amministrazione ha lasciato qualche buffo, c’è poi stata tra queste una gestione commissariale, il che presuppone che qualche carta l’avranno pure messa a posto, e se anche si volesse addebitare alle precedenti amministrazioni lo sfacelo finanziario in cui versa Caserta, ci sentiamo di sconsigliare vivamente questa giustificazione, considerato che il 60% dei componenti di questa amministrazione ha fatto già parte di quelle precedenti fino a 30 anni addietro. Insomma, colpevoli fino al midollo. Il parere negativo del presidente del collegio è un fendente mortale per Marino & co., un parere che non poteva essere altrimenti, anche perché è sotto gli occhi di tutti che la gestione oculata della res publica, paragonata a quella del buon padre di famiglia (così come prescritto dal TUEL), pare proprio non sia nelle corde dell’attuale sindaco e della sua giunta. Il VERO progetto Marino si è dimostrato fallimentare per il bene della città … ma non per lui. Mettere insieme, pur di raggiungere il risultato, varie macchine da voti, seppur di cultura politica diversa, ha dato vita ad una malgama difficile, che si tiene insieme solo sugli interessi personali. Le anime che compongono il consiglio comunale sono così trasversali che il consociativismo è inevitabile, e questo fa gioco all’ex assessore di Forza Italia, adesso sindaco del Partito Democratico, e che sembra strizzi l’occhio anche a Italia Viva. Marino è stato capace, dopo pochi mesi dall’investitura, di bruciare letteralmente un progetto costruito negli anni, proponimento che poteva anche sembrare credibile e valido, ma che in realtà, invece, è stato solo uno specchietto per le allodole. Lo ha fatto con una certa facilità, così come ha ripudiato la squadra di amici che gli è sempre stata vicina e che ha creduto nell’uomo e nelle sue idee. Quello che può sembrare ai più come un delirio di onnipotenza, in realtà è un piano scientificamente calcolato, un vero e proprio disegno, una strategia … ma che inevitabilmente, proprio perché cinico e privo di umanità, doveva e deve subire uno stop. Per i “professionisti” della politica, certi segnali non possono passare inosservati, la mancata elezione di Marino a presidente della provincia ne è la sintesi, quella che doveva essere una passeggiata di salute si è trasformata in una debacle politica che rimarrà nella storia, e dove i carnefici sono stati proprio quelli che Marino ha sempre considerato suoi sodali, fin dall’inizio della sua amministrazione. Similes cum similibus congregantur, forse per queste affinità elettive o meglio elettorali, ha fatto sì che alcuni capibastone abbiano stipulato un patto di comodo con il sindaco, garantendogli stabilità politica … ma in cambio di che? Nemmeno gli scossoni giudiziari che hanno gettato ombre sul primo cittadino, roba che in altre latitudini avrebbero portato alle dimissioni immediate di tutto il consiglio comunale, non hanno sortito alcun tipo di effetto e patti stipulati sono risultati granitici. Ma adesso la misura sembra essere colma, le seconde dimissioni di Maddalena Corvino, che questa volta pare siano definitive, e la dichiarazione di “indipendenza” di Mario Russo (che le due cose siano correlate?), cominciano seriamente a far scricchiolare la poltrona di Carlo Marino. Adesso resta da vedere come si comporteranno Antonio Ciontoli, Gianfausto Iarrobino, Roberto Peluso (che pare si stia confrontando con i legali di mezza Caserta per capire quali potrebbero essere le eventuali ricadute penali di un suo voto ai prossimi bilanci), così come Giovanni Megna, ma anche gli stessi Maietta, Mazzarella e Gentile potrebbero avere qualche ripensamento. Cosa gira adesso nella testa dei consiglieri? Forse vorranno capire se il gioco vale la candela, ovvero se il voto ai bilanci è un rischio ammissibile e che si può correre, magari ritoccando l’assicurazione, oppure è arrivato il tempo di staccare la spina? Magari, se questi la smettessero di badare esclusivamente alla loro poltrona e cominciassero a pensare un po’ di più alla città, comprenderebbero che la scelta è obbligata.