IL CORONAVIRUS E LO SCENARIO TELEONOMICO

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Germán Gorraiz López analista spagnolo IL CORONAVIRUS E LO SCENARIO TELEONOMICO
Germán Gorraiz López

      –         di Germán Gorraiz López *        –             

                   Shakespeare, attraverso la bocca di uno spaventato Enrico IV, esprime la paura e l’impotenza dell’uomo a causa dell’assenza di certezza di fronte al caos del muoversi: “Mio Dio, se avessimo la possibilità di leggere nel libro del destino e vedere il tempo le rivoluzioni, guarda come prende in giro l’occasione e come il cambiamento riempie la Coppa del Muoversi di diversi colori”. Pertanto, il coronavirus rappresenta la fine dello “scenario teleologico” in cui lo scopo dei processi creativi è stato pianificato da modelli finiti che potrebbero intermodellare o simulare diversi futuri alternativi e in cui prevalgono l’intenzione, lo scopo e la previsione, nonché il loro la sostituzione con lo “scenario teleonomico”, caratterizzato da un’estrema dose di volatilità e dalla creazione di khaos o vuoto che occupa un buco nel nulla cosmico.

Con khaos comprendiamo qualcosa di imprevedibile e che sfugge alla visione miopica che solo i nostri occhi possono tracciare davanti a fatti che sfuggono ai parametri noti con cui ricorrere inevitabilmente al termine “effetto farfalla” per cercare di spiegare la vertiginosa congiunzione di forze centripete e centrifughe che finirà per configurare il puzzle non connesso del caos ordinato che si sta preparando.

Il suddetto “effetto farfalla” trasferito a sistemi complessi come la prevenzione delle epidemie avrebbe l’effetto collaterale dell’impossibilità di rilevare in anticipo un futuro. Pertanto, i modelli quantistici che usano sarebbero solo simulazioni basate su modelli precedenti, quindi l’inclusione di una sola variabile errata o l’apparizione improvvisa di una variabile imprevista causa l’amplificazione del margine di errore di questi modelli in ciascuna unità di tempo simulato per superare anche il limite stratosferico del cento per cento, di quello che sarebbe il paradigma del cigno nero del coronavirus.

La teoria del cigno nero è stata sviluppata da Nicholas Taleb nel suo libro “Il cigno nero (2010) in cui cerca di spiegare” i pregiudizi psicologici che rendono le persone individualmente e collettivamente cieche all’incertezza e inconsapevoli del ruolo enorme dello strano evento in affari storici”, che spiegherebbe lo shock traumatico della società italiana causato dall’emergere del coronavirus. Pertanto, il ritardo delle autorità sanitarie nell’adozione di misure chirurgiche nei principali focus della trasmissione del coronavirus potrebbe finire per generare un’autentica pandemia con i suoi conseguenti effetti collaterali sotto forma di quarantena, collasso dei servizi medici, paralisi dell’attività produttiva e recessione nell’economia italiana.

* Analista spagnolo di Economia e Geopolitica. Collabora, oltre a Diario SIGLO XXI, in altri media digitali spagnoli e latinoamericani come Bottup, España Liberal, Libre Pensador, Socialdemocracia.org, Alainet, CubaNuestra, Plano-Sur.org, Entorno-empresarial.com o El Mercurio Digital.