TIZIANA MAFFEI: “LA NUOVA FORMA DELL’IDENTITÀ ISPIRATA DALLA VISIONE, DAL PAESAGGIO E DAL VALORE DI QUESTI LUOGHI”

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reggia presentazione logo TIZIANA MAFFEI: “LA NUOVA FORMA DELL’IDENTITÀ ISPIRATA DALLA VISIONE, DAL PAESAGGIO E DAL VALORE DI QUESTI LUOGHI”Presentata questa mattina la nuova identità visiva della Reggia di Caserta.

Nello spazio digitale di una conferenza stampa online, il direttore generale della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, ha svelato la nuova forma dell’identità del Complesso vanvitelliano. Un’iniziativa con la quale si è inteso colmare le distanze obbligatorie e necessarie in questo particolare momento storico.

È stato ultimato il progetto, avviato nel mese di ottobre, di costruzione di un nuovo segno distintivo del Museo. Le iniziali di Reggia e Caserta, Re Carlo, Real Casa, “R” e “C”, sono diventate quel simbolo, punto di partenza di un percorso che guarda al futuro per dare la giusta riconoscibilità, anche internazionale, all’Istituto. Il nuovo logotipo è stato realizzato con un carattere tipografico fedele agli stilemi vanvitelliani, con una trascrizione attuale, contemporanea e durevole. I colori primari sono quelli dello stemma dei Borbone: il blu, per la voce istituzionale; l’oro, per la suggestione del percorso museale.

“La nuova forma dell’identità della Reggia di Caserta è una delle numerose attività che porteremo alla luce entro l’anno – ha affermato il direttore Tiziana Maffei – Per dare forma a un brand abbiamo fatto emergere i caratteri profondi che connotano la Reggia di Caserta. La sua storia, che nasce dalla visione di un monarca; la sua arte, capace di diventare paesaggio; la sua cultura, che si trasforma in valore di produttività nel campo artistico, manifatturiero e sociale. La Reggia di Caserta è il più potente sogno dei Borbone. Quale testimonianza di bellezza ma anche espressione di ricchezza produttiva di Terra FelixEd è proprio su questo che intendiamo scommettere. Perché la Reggia è istituto al servizio dello sviluppo sostenibile della società, all’insegna degli obiettivi dell’Agenda 2030”.

Il dietro le quinte della nascita della nuova identità visiva è stato raccontato da Valeria Di Fratta, Funzionario Promozione e Comunicazione della Reggia di Caserta: “La parola chiave di questo progetto creativo è ispirazione. Non era semplice trovare un segno che racchiudesse le molteplici identità di questo complesso monumentale. Abbiamo effettuato un’analisi dell’identità visiva attuale, del posizionamento a livello internazionale, dell’efficacia del brand, della qualità degli strumenti di comunicazione, della chiarezza e correttezza delle informazioni ai visitatori. È stata, poi, sviluppata un’immagine coordinata e avviata la progettazione di tutto il sistema di orientamento alla visita”.

I dettagli tecnici sono stati illustrati, infine, da Tiziano Prati, amministratore delegato della società Sigla che ha realizzato il progetto: “Il nome diventa logo. La parola Reggia è protagonista, attraverso una distribuzione diversa dei pesi, per sottolineare l’unicità ed il valore internazionale della Reggia, ma non dimenticando Caserta. Dall’unione armonica delle due iniziali R e C’è nato un monogramma forte e sempre coerente al logotipo da cui trae ispirazione. Per i colori primari si è scelto l’oro e il blu dello stemma dei Borbone, affiancati da una palette colori armonica che diventa un ulteriore codice di orientamento per i diversi pubblici”.

La declinazione dell’immagine coordinata della Reggia di Caserta riguarderà tutti gli aspetti: dal materiale di ufficio alle affissioni, dalla segnaletica interna alla comunicazione web e social, dalle didascalie del museo ai pannelli di cantiere, ma anche il merchandising e la promozione degli spazi museali da destinare a concessione d’uso.

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1 commento

  1. Questo logo è brutto, banale, vecchio, opaco e scopiazzato.
    38.000 euro con affidamento DIRETTO a degli amici di non so chi sono uno scandalo: che ragione c’era per tutta questa inutile fretta? che ragione c’era per non fare una gara?
    vergognoso averlo presentato in questo momento cupo quando la gente, operatori turistici compresi, ha ben altro da pensare.
    Una brutta, squallida vicenda

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