LA FINESTRA DI OVERTON

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%name LA FINESTRA DI OVERTON       –       di Vincenzo D’Anna *    –                   

È passato pressoché inosservato il richiamo che il cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione al Consiglio permanente della Cei, ha fatto sulla precaria situazione dei diritti civili in Italia. Ha citato la cosiddetta “Finestra di Overton”, il meccanismo che permette di far accettare alla gente anche condizioni considerate inaccettabili.

Il prelato ha posto l’accento su di un argomento che da qualche tempo serpeggia sommessamente nella coscienza di molti Italiani, almeno di quelli più avveduti e preoccupati sul mantenimento ed il godimento pieno delle libertà costituzionali, previste in Italia. Un pensiero, un legittimo dubbio che va allargandosi giorno dopo giorno, decreto dopo decreto, innanzi alla legislazione d’urgenza, per taluni anche incostituzionale, che il Governo continua a sfornare, senza alcuna seria prospettiva di poter indicare un termine per la sua cessazione.

In verità, la grande stampa e la Rai Tv che assecondano questo stato di cose, si sono coalizzate contro le fake news, comprese forse tutte quelle notizie che non possono controllare ed omologare. In simbiosi con i provvedimenti del Governo, che sostanzialmente dispone rimedi identici a quelli invocati agli inizi del secolo scorso per fronteggiare l’epidemia della Spagnola, ovvero del virus influenzale, si muovono i circoli esoterici dei cosiddetti scienziati ortodossi. Trattasi per lo più di personaggi divenuti tali, non per meriti accademici eccelsi, bensì grazie alla pubblicità ricevuta in favore dalle frequenti comparsate televisive.

Eppure tali scienziati, che nulla mai scoprirono ed in nulla si distinsero nel panorama della scienza, sono reduci da formidabili cantonate, negando alla radice l’esistenza di una minima probabilità che il morbo virale attecchisse in Italia. Salvo successivi, clamorosi, capovolgimenti di opinioni, senza mai veder scalfita l’aura della propria sapienza. Anzi sono questi prediletti della stampa, a sua volta legata a qualche interesse pubblicitario con le case farmaceutiche, a lanciare anatemi e revocare patenti di credibilità a personalità del mondo della ricerca, estranei a determinati circuiti accademici.

È da questo combinato disposto, costituito dall’approssimazione della linea d’azione delle misure adottate dal Governo, dalla compiacenza di certa stampa adusa alla vicinanza politica col manovratore e dalla scienza istituzionalizzata e normalizzata, che nasce quell’impalpabile groviglio che cerca di imbavagliare i dissenzienti.

Insomma i fatti, che pure sono opinioni testarde, non bastano a smentire errori, disorganizzazione e scelte sbagliate di un apparato di potere composto da centinaia di consulenti ed esperti, incapaci di venirne a capo, seppure innanzi a ad una montagna di cadaveri. Ancora oggi, in previsione della fase due, che somiglia terribilmente alla fase della quarantena e dei divieti, non esiste un’ipotesi plausibile di come il morbo mantenga alto il numero di infetti e di morti in alcune province lombarde. C’entrano o non c’entrano l’inquinamento e le nano particelle disperse nelle polveri sottili come veicolo di diffusione virale in quei territori? Esiste o non esiste, dopo dodicimila morti, un’idea di come curare i malati, che non sia la lucrosa ed auspicata previsione del vaccino inteso come panacea del male? La cura sieroterapica adottata in taluni ospedali, come il Carlo Poma di Mantova, che sta risolvendo benignamente le prognosi, può essere adottata su scala nazionale? Con quali mezzi e procedure di massa si potranno identificare gli infetti asintomatici o paucisintomatici che sono distributori di infezione? Chi ha ordinato di mandare a morire centinaia di anziani, circa la metà di tutti i decessi, in residenze sanitarie prive di adeguate strutture e di materiale idoneo ad isolare i degenti? Chi pagherà per non aver autorizzato esami autoptici che avrebbero fatto luce per tempo sulla reale eziopatogenesi della malattia, salvando migliaia di persone? E quegli scienziati che hanno diffidato e deriso coloro che annunciarono per tempo la presenza di un virus padano o lombardo, prima che infettasse milioni di persone, verranno messi alla porta? Chi risponderà innanzi al popolo prima che innanzi alla legge?

Ecco che occorre dare corso alla “Finestra di Overton”. Si tratta, beninteso di una teoria, di una finestra metafisica, di uno spazio scaglionato in sei fasi, attraverso le quali si può descrivere lo spostamento dell’atteggiamento dell’opinione pubblica rispetto a una certa idea. Si tratta quindi di uno dei modi attraverso i quali ottenere la persuasione politica. Fare accettare alla massa una misura ritenuta inaccettabile in partenza, diluirla nel tempo, renderla gradita e necessaria. Realizzata attraverso l’informazione e lo stato di necessità protratto nel tempo. Così, si restringono le libertà individuali, invocando il nome del bene supremo. Si induce a ritenere l’eccezione una regola alla quale soggiacere, nonostante tutto.

Ora, interessa a qualcuno chiudere quella sciagurata Finestra?!

* ex parlamentare