OSPEDALE, PREMIALITÀ COVID IN ODORE DI POLITICA…

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OSPEDALE MARIANO de luca OSPEDALE, PREMIALITÀ COVID IN ODORE DI POLITICA…

(f.n.) – Le premialità previste dal governatore De Luca per i lavoratori della Sanità, impegnati nell’emergenza Covid, pur emanano un odore acuto,  di propaganda politica, non rappresentano certamente il top della strategia preelettorale…Infatti, se al governatore non riesce il colpo delle elezioni estive, la jihad per la riconquista del trono a Santa Lucia sarà lunga, difficile e disseminata di ostacoli…Non è determinando de facto, il malcontento all’interno delle strutture sanitarie, dando inoltre per scontato, che il resto del mondo che lavora al di là Covid, non esista o non abbia meriti particolari, né costituisca rischio tutto ciò che non contagia, ma che ti logora dentro e ti impegna nel tempo e ti assorbe nella vita altrui che si allontana…non è procedendo, secondo logiche che tradiscono l’incapacità reale di attenzione nei confronti dell’uomo, ma unicamente interessate alla spettacolarizzazione dell’atto, che esaltando infligge le peggiori umiliazioni, che si conquista il podio né la fama…caro De Luca.  All’Aorn di Caserta è in atto una guerra per bande…che non si dichiara, ma che si avverte nell’aria…dietro le porte chiuse, lungo i corridoi che borbottano…e la bontà della famosa premialità deluchiana, si frantuma nella opportuna riflessione, sulla fredda evidenza dei fatti…Da due settimane vi è un solo ammalato di coronavirus (fortunatamente) ed uno stuolo di addetti al Covid 19…nella Rianimazione della Cardiochirurgia vi sono 9 pazienti non Covid…ma il gruppo dedicato al Covid percepirà l’una tantum di 1000 euro, stabilita pomposamente da De Luca e dal suo staff…Nessuno ci convincerà della buona fede a monte della decisione. La buona fede difficilmente, distrugge i rapporti.  Unica nota positiva, quindi il male minore,  è data dal fatto che, avendoci pensato De Luca al riconoscimento per le squadre Covid, il commissario Mariano,  potrebbe unire gli incentivi previsti e i fondi destinati alla fascia e decidersi ad accontentare tutti, favorendo l’uscita definitiva dalle secche dell’accidia, in cui qualche sindacato rischia di “arravogliarsi”, perdendo definitivamente la lucidità…Alle crisi isterico-scomposte di qualcuno che ormai, somiglia a quel guerriero giapponese che continuava a combattere, nonostante la guerra fosse finita da un pezzo, fa da contraltare qualche altro che, improvvisamente, appare addirittura mansueto o forse, fiaccato dalle molteplici pressioni cui, in un modo o nell’altro dovrà far fronte, in virtù degli impegni assunti, delle promesse elargite  e della necessità di mantenere le posizioni…Un caos di tutto rispetto…al quale aggiungiamo il paradosso dell’enormità della spesa per i centri modulari Covid…Quanto saranno costati in termini di armonia, solidarietà, disponibilità e comprensione quei 1000 euro? Quanto peseranno dopo, nel tentativo naturale ed inevitabile di ricostruzione della convivenza? Hasta la suerte companeros!

5 Commenti

  1. Le contrattazioni spettano ai sindacati e poiché percepiscono quote uguali dai lavoratori spetta a loro far valere il diritto di equità per il premio covid regionale. Il rischio contagio è nell’ aria per tutti gli operatori. Buon lavoro amici cari sindacalisti, per interessi uguali ed equi per i vostri iscritti. Altrimenti che esistete a fare.

  2. Il Governo Nazionale ha dato a tutti ( sotto i 40000 euro di redditto) gli operatori sanitari il premio di 100 euro in busta paga.

  3. Il premio covid o a tutti o a nessuno. La fascia economica superiore a tutti. La produttività a tutti. Siamo in un Paese , ancora, democratico. La guerra politica e sindacale la andassero in altre sedi e non a discapito dei lavoratori. In ospedale si lavora tutti insieme con spirito di collaborazione con professionalità reciproca e con rischio collettivo. LORO lo sanno bene , quindi niente misure divergenti in questa situazione sanitaria delicata ed emergenzale.

    • Questa fotografia in bianco e nero deve cambiare, subito e per sempre…basta con politichesi e sindacalesi. In ospedale si lavora, si rischia ( ora più che mai ), e non si sa fino a quando.

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