CASERTA 1970-1973

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                   –          di Ciro Esposito        –            racconto caserta ciro esposito scaled CASERTA 1970 1973

La nuova Giunta Comunale, con a capo il sindaco Gallicola, si insedia legittimamente e pone fine all’era del Sindaco Facente Funzioni “Giro Esposito” e tutti i provvedimenti   posti in essere “dal personaggio incomodo  vengono   bloccati; ovviamente, soltanto quelli non ancora perfezionati(approvazione della G.P.A e gare di appalto): doveva passare il tempo per dare a vedere che quelle opere non erano state volute  dall’Esposito  ma dagli uomini della  DC….erano azioni  permeate da eccesso di faziosità politica  e i giornali dell’epoca fanno testo: Roma e Il Tempo di giovedì 7.1.1971,  in cui figurava la mia interrogazione per sollecitare la messa in opera dell’alberatura di Piazza Matteotti, quella del Rione Tescione  e quella della piazza di Tredici (delibera 380/40 del 24.8.70),  pratiche approvate anche dalla G.P.A , ma il fermo interessò anche l’illuminazione di via  Roma, opera deliberata  dal vecchio Consiglio e sospesa in attesa di tempi migliori…Per tale indifferibile  lavoro, avevo soltanto accelerato la messa in opera della palificazione … ma per volere della DC, Via Roma restò male illuminata per altri sei mesi; oltretutto, la  Giunta, per le liti interne nei partiti e per confusione politica, faceva poco o nulla (nella DC,  le correnti i di Santonastaso e Bosco erano ai ferri corti e nel PSDI avveniva altrettanto perché la corrente di Autonomia– Della Volpe-Esposito si era spaccata …come si legge su il tempo del 13.1.1971 ) e , per dimostrare la propria esistenza, deliberò  la collocazione di una serie di semafori che prevedeva la modifica del Piano Esposito per il traffico… La parola d’ordine era una soltanto: cancellare il ricordo di Ciro Esposito!! I semafori installati risultarono, però, non idonei per la città e come ben titolava “La Gazzetta di Caserta del 24.1.1971″ non segnalavano, erano dannosi, il traffico era caotico, l’esperimento risultò disastroso e la spesa di 23 milioni per le attrezzature risultò inutile…e ci scappò anche il morto (Il Tempo del 27.9.71… “A Caserta per i semafori c’è scappato il morto”).

Il mio lavoro di Consigliere Comunale continuava e il mio contributo alla causa della città erano quelli dell’Amministratore che non si fermava ma le mie idee e i miei consigli e i suggerimenti erano “schifati” per un motivo semplice: “possiamo mai fare quello che dice Ciro Esposito?” Era miopia politica allo stato puro! Quegli amministratori erano brave persone, ottimi professionisti, ma non capivano che per risolvere i problemi della città vanno bene anche i consigli di chi sta all’opposizione sempre che le idee siano buone; le migliori soluzioni sono quelle condivise specie se si guarda al passato per programmare il futuro di una comunità.

Riproposi, ancora una volta, la realizzazione di uno stabilimento (questa volta, intercomunale) per la trasformazione dei rifiuti urbani (…Roma 10.4.1973 …Il Tempo 11.4.73 e la Gazzetta di Caserta del 15.4.1973) perché la città, nonostante l’opera egregia della SUA, era spesso invasa dai rifiuti. E arriviamo al Novembre 1973 con la formazione della Giunta di Centro-Sinistra al Comune di Caserta e alla Amm.ne Provinciale.

Il Sindaco di Caserta è sempre Gallicola e la Giunta è formata da Rossi Vice Sindaco­ De Crescenzo-Marotta – Marcaccio-Ziccardi- Petrillo -Vignola – Ciro Esposito.

Ero Entrato in Giunta perché una parte del potere della Segreteria Provinciale del PSDI erano in mano mia; la DC non poteva permettersi di dire:  “Esposito non lo vogliamo” come aveva già fatto in precedenza, perché avrei posto veti per la formazione della Giunta Provinciale …In politica bisogna saper attendere calando il settebello al momento opportuno … e poi: la Politica è l’arte del compromesso.

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SPIGOLATURE …. Funeraria:

Il Covid 19 si è portato anche il sig. GENTE padre dell’ottimo collega “Attimo“, corrispondente dagli inferi. Abbiamo appreso la ferale notizia dalla trasmissione AGORA’ del 18.u.s. che così ha titolato: L’ATTIMO FU GENTE”.

Le nostre sentite condoglianze!

Quelli di Agorà (piazza rovinata) volevano, probabilmente, riferirsi alla caducità del tempo; che tutto scorre velocemente: volevano certamente parlare dell’Attimo fuggente ma resta un fatto: si sono tenuti quel titolo…il refuso…  per tutta la trasmissione.