ITALIA NOSTRA SU PALAZZO TETI MAFFUCCINI: “SODDISFATTI DELLA VOLONTÀ DEL COMUNE DI RECUPERARLO”

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Palazzo teti interno 300x200 ITALIA NOSTRA SU PALAZZO TETI MAFFUCCINI: SODDISFATTI DELLA VOLONTÀ DEL COMUNE DI RECUPERARLOCASERTA – Maria Rosaria Iacono, presidente della sezione casertana di Italia Nostra, invia una lettera aperta alle redazioni in cui si esprime su Palazzo Teti Maffuccini, La sezione di Caserta di Italia Nostra partecipa da anni alla campagna nazionale dell’Associazione La Lista Rossa di Italia Nostra, finalizzata alla mappatura e monitoraggio del patrimonio monumentale, architettonico storico e paesaggistico a rischio segnalando monumenti, edifici, borghi storici in stato di degrado, abbandono o di semplice oblìo.  Risale al novembre  2015 l’inserimento del palazzo gentilizio di Santa Maria Capua Vetere, noto come Palazzo Teti Maffuccini, che versava e versa in grave stato di degrado e abbandono. Anche il FAI lo ha inserito nella campagna I Luoghi del Cuore 2020. Il palazzo oltre a rappresentare un documento importante della storia urbanistica cittadina è stato anche scenario di importanti avvenimenti storici. Costruito nel 1839 dall’avvocato Filippo Teti, attivo nel foro di Santa Maria Capua Vetere, come recita una lapide posta sull’arco del portale d’ingresso, il prestigioso edificio ospitò Giuseppe Garibaldi nel 1860. In questo palazzo il 2 novembre dello stesso anno fu firmata la resa dei Borbonici come ricorda l’altra lapide posta a sinistra del portale. Il palazzo consta di tre edifici adiacenti per tre piani fuori terra,  suddivisi in 55 vani e con ampio giardino di oltre 6.000 metri quadrati. La facciata su via d’Angiò presenta una ricca partitura decorativa in cui prevale il portale a sesto ribassato. Dal portale si accede al giardino e sulla destra si trova lo scalone d’accesso ai piani superiori. Le sale del piano nobile sono completamente affrescate con figure e temi mitologici. Il salone delle feste è decorato nella volta con la figura del dio Marte eretta sul carro trainato da poderosi cavalli, e la decorazione si sviluppa lungo tutte le pareti. Sul giardino, originariamente allestito a parco e abbellito da fontane, colonne, stele funerarie, sarcofagi di età romana, appartenenti agli edifici pubblici dell’antica Capua, insiste il vincolo archeologico con decreto Ministeriale dal 1962.  Versa ora in totale abbandono, come del resto l’edificio. Dichiarato di notevole interesse artistico e storico e architettonico a norma della legge 1089 del 1939 con decreto Ministeriale del 13 luglio 1996, è un bene confiscato alla camorra, attualmente di proprietà del Comune di Santa Maria Capua Vetere. E’ oggetto di un progetto di recupero e riuso da destinare a polo della cultura e della legalità a norma del PON sicurezza 2007-2013, obiettivo operativo 2.5 (migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata). L’avvio della procedura  per  l’attuazione del progetto risale al novembre 2012  con la presentazione presso la soprintendenza competente del  progetto preliminare il 22.04.13 prot. 0015300.  A tutt’oggi però nulla si è mosso e un ponteggio copre tutta la facciata principale finalizzato,  come si legge sulla tabella ormai scolorita, alla messa in sicurezza dell’edificio, databile al 2012 (unica data leggibile). E’ di qualche giorno  fa la notizia apparsa sui social che l’Ente proprietario, il comune di Santa Maria CV abbia intenzione di portare a compimento il progetto di recupero, di fatto mai avviato. Le sottoscritte associazioni non possono che accogliere con soddisfazione tale proposito, con l’augurio che  il progetto sia portato avanti in tempi rapidi e in maniera trasparente. Riteniamo altresì che sia diritto-dovere dei cittadini e delle  associazioni proporsi  parte attiva nei processi di recupero e valorizzazione dei monumenti/documenti della propria storia come prevedono le leggi nazionali e le convenzioni internazionali.“Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici” (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Parigi,10 dicembre1948). A questo fine, si ricordano gli specifici obblighi  di vigilanza e tutela di un bene immobile di notevole importanza monumentale da parte del proprietario, ancora più cogenti quando questi è un Ente pubblico e il bene è stato acquisito tramite confisca.