COORDINAMENTO DOCENTI IMMOBILIZZATI, PETIZIONE AL SENATO SULLE PROCEDURE DI MOBILITÀ INTERPROVINCIALE

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IL COMITATO SI DICHIARA PRONTO AD INVIARE LETTERA AI PREFETTI PER VEDERSI TUTELARE IL DIRITTO ALLO SPOSTAMENTO TERRITORIALE, ALLA FAMIGLIA E ALLA SALUTEdocenti immobilizzati COORDINAMENTO DOCENTI IMMOBILIZZATI, PETIZIONE AL SENATO SULLE PROCEDURE DI MOBILITÀ INTERPROVINCIALE

Il Coordinamento Docenti Immobilizzati deposita al Senato della Repubblica una petizione in merito alle procedure di mobilità interprovinciale chiedendo disposizioni urgenti affinché sia garantito un trasferimento straordinario interprovinciale ai docenti di ogni ordine e grado, impegnati su province diverse dalla propria residenza o in province diverse dalla quali di cui si ha necessità di spostarsi per motivi oggettivi alla propria persona. Gli aderenti alla petizione sono principalmente quei docenti che nelle recenti procedure di mobilità non hanno ottenuto il trasferimento e che per effetto delle procedure asincrone nella mobilità si sono prodotti dei posti residui, destinati alla procedura straordinaria di assunzioni a livello nazionale: la Call Veloce. Lamentano, quindi, l’operazione dettata dalla normativa redatta nelle ultime ore di destinare questi posti alle procedure di assunzioni nazionali invece che riformulate sulla stessa mobilità dalla quale nascono. I docenti immobilizzati fuori provincia vedendosi sottrarre posti lanciano una petizione.

Il Coordinamento Docenti Immobilizzati si dichiara, inoltre, pronto ad inviare una lettera ai Prefetti per vedersi tutelare il diritto allo spostamento, alla famiglia e alla salute. Il presidente del coordinamento, Doriana D’Elia, dice: «Che la questione del docente fuori sede si appropria di criticità col passare degli anni è un dato certo e analizzato in forma statistica dal Coordinamento Docenti Immobilizzati, dati che rilevano rallentamenti dovuti essenzialmente dalle discrepanze tra gli organici dell’autonomia e gli organici disposti per le procedure di assegnazione annuale, dei quali la scuola si avvale ogni anno non producendo mai una conversione di essi in un organico stabile da destinare alla mobilità definitiva, e da procedure governative – continua la professoressa D’Elia –  che negli ultimi 10 anni ha portato a rallentamenti e ridimensionamenti degli organici di diritto infine con l’avvento della Buona Scuola la mobilità ha subito l’ennesimo contraccolpo. Con la Call Veloce varata nelle ultime ore si prevede la sistematica probabilità di aggravare liste già lunghe dei rientri. Se il Governo non produrrà un’azione incisiva sulla questione dei docenti “fuori sede” si prevede una nuova folta generazione di fuori sede su posti sottratti alla mobilità stessa».

Il Coordinamento Docenti Immobilizzati racchiude in sé comitati di docenti titolari fuori provincia di residenza costituiti giuridicamente e gruppi spontanei, ai comitati di docenti si uniscono le associazioni dei genitori con figli con lo spettro autistico. Tra i vari comitati del coordinamento è presente quello del professore Giovanni Di Lillo, presidente del Movimento Docenti Caserta, che dice: «Il nostro Movimento sta cercando di sollevare l’attenzione dei politici e delle istituzioni pubbliche sulla nostra situazione: l’impossibilità di rientro nelle proprie province di residenza. In questi giorni il mondo della scuola sta reagendo ad una situazione che è diventata insostenibile, a causa delle riforme degli ultimi anni che tentando di risolvere dei problemi ne hanno causati altri – continua l’attivista Di Lillo -, è chiaro che di fronte alle decisioni del Ministero relativi agli investimenti, la nostra reazione è di sdegno, di fronte all’indifferenza mostrata verso il nostro problema, ricongiungerci alle nostre famiglie. Vorremmo quindi chiedere l’apertura di un tavolo tecnico che ci coinvolga, proporre le nostre idee e, perché no, ascoltare le proposte del Ministero che ci riguardano».

Conclude Ylenia Franco, docente di Caserta: «Oltre alla dichiarata mancanza di posti da dare ai trasferimenti, affermazione costantemente smentita dai numeri, in alcune province ci troviamo di fronte a situazione limite: i trasferimenti interprovinciali vengono ricoperti esclusivamente da precedenze. L’alto numero di precedenze, in alcuni casi la totalità del personale che riesce a rientrare, rende necessario un approfondimento da parte degli organi competenti, l’applicazione di norme già esistenti, e di cui molti non sanno: ad esempio molte docenti ottengono il trasferimento solo per aver svolto le procedure per l’ottenimento della Legge 104 in base a problemi di salute. Non sappiamo se tutti coloro che lo hanno chiesto gli anni scorsi hanno ottenuto tutti un esito favorevole: andrebbero riguardate tutte le richieste, almeno a partire dal 2016, per verificare gli esiti. La legge parla chiaro: se l’esito è negativo, il trasferimento va revocato. È stata fatto questo controllo? Ancora, i trasferimenti attribuiti a personale sconvolgente cariche politiche, dice essere revocato allo scadere della nomina. Anche questo controllo, è stato fatto? Basterebbero questi semplici controlli a garantire l’onestà e la trasparenza delle operazioni».