Le associazioni Vitesenza paura e Artemisia onlus, da sempre schierate contro la violenza sulle donne, denunciano: “l’Italia è ancora gravemente inadempiente agli obblighi derivanti dalla Convenzione di Istanbul e dalla CEDAW, la Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne a seguito dell’adozione da parte del Comitato CEDAW della raccomandazione generale in materia di violenza maschile sulle donne. Il caso di Elisa Pomarelli, di recente tornato all’attenzione dei media, lo dimostra.
In Italia spesso le donne muoiono solo per il fatto di essere tali, avendo rifiutato le ‘avance’ di un uomo. Spiate, seguite, oltraggiate, uccise. Di fronte a questo scempio che offende la coscienza di ciascuna persona e di ciascun cittadino deve affermarsi con forza la responsabilità dello Stato in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere. Occorre che il femminicidio sia punito nel nostro ordinamento come fattispecie di ‘genere’ perché così è, senza troppi giri di parole o dichiarazioni ‘politicamente corrette’. Le donne sono uccise perché donne. E allora non è sufficiente – come dimostra drammaticamente la vicenda di Elisa – che sia prevista l’ipotesi aggravante di cui all’art. 576 comma 5 c.p. o dall’art. 577 c.p. E’ necessario che l’ordinamento prenda posizione ferma e senza ipocrisia contro gli omicidi di genere e promuova una cultura del rispetto della persona”.
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