Riceviamo e pubblichiamo un articolo della docente Doriana D’Elia sul problema dei docenti immobilizzati.
«Il nostro trasferimento definitivo non si baratta con l’assegnazione provvisoria!». È questo l’urlo dei Docenti Immobilizzati che dopo anni risultano avere ancora titolarità fuori la propria provincia di residenza. «Noi vogliamo e meritiamo il trasferimento – dice Ylenia Franco in rappresentanza dei docenti Immobilizzati campani –, l’assegnazione provvisoria rimane un diritto alla tutela della famiglia ma riteniamo che essa sia realmente tutelata dalla stabilità di una sede raggiunta con un trasferimento ottenuto per criteri meritocratici quali i titoli di studio e gli anni di servizio del lavoratore. L’assegnazione provvisoria è un diritto inviolabile ma che vede in sé meccanismi farraginosi che rilegano un diritto fondamentale come quello della cura dei propri figli ad un diritto secondario rispetto ad altre precedenze, dalle quali molti docenti sono esclusi. E quand’anche i figli saranno cresciuti? Può un’insegnante ultra 50enne vestire i duri panni della gavetta come fosse un ventenne?».
Rendiamo pubblico il fatto – scrive Doriana D’Elia – che con le assegnazioni provvisorie non si ovvia al trasferimento, non è lodevole che si usufruisce di un organico che non viene reso stabile per determinate vittorie mediatiche per il rientro dei fuori sede, non è questa la soluzione. Come anche far credere che la reiterazione delle assegnazioni provvisorie sia un campanello d’allarme per la mancanza di risorse umane con titolo idoneo, specie sulle attività teorico-pratiche per l’inclusione dei bambini con disabilità, gli insegnanti di sostegno, che in realtà ci sono e sono presenti in tutto il meridione ma assunti in ruolo quasi tutti fuori provincia di residenza. La reiterazione delle assegnazioni provvisorie, specie sul sostegno, non garantisce né una vita stabile all’insegnante che in tarda età non ne avrà più diritto, né continuità didattica agli alunni né accesso ai posti occupati in sede di titolarità per le assunzioni. Eppure si crea il falso mito che non esistono insegnanti specializzati per il sostegno didattico e si indicono corsi e concorsi “comprando e producendo” nuovo precariato nei luoghi dove ci sono già aspiranti sia in ruolo che non. La mercificazione dei titoli e la falsa propaganda mediatica non fa altro che creare una nuova forma di precariato: docenti in ruolo che ripercorrono l’esperienza dei concorsi pubblici allungando le file del precariato delle graduatorie di merito e da quest’anno quelle delle graduatorie provinciali. Perché un docente immobilizzato per ottenere un trasferimento deve solo licenziarsi, a questo sta portando la mancanza di presa di responsabilità del Governo nei confronti dei suoi dipendenti statali a tempo indeterminato. È questa la vergogna di cui nessuno parla perché è troppo scomoda da ascoltare. I docenti immobilizzati titolari da anni fuori sede di residenza vogliono solo espresso un ordine meritocratico nella scuola in cui la mobilità è l’effetto prioritario che determina le nuove assunzioni, meritano il rientro definitivo prima delle nuove nomine.