CARINOLA, LA CASCATA DELLA PEGLINA INQUINATA DA SCARTI OLEOSI

0

      –          di Francesca Nardi         –                    

 È nel silenzio di piombo dell’incuria e nell’indolente, monotono, automatico autoassolversi, prendendo spunti a caso dalle difficoltà quotidiane, che si consuma la nostra presenza fisica sul territorio, di cui a breve, non riconosceremo l’aspetto e avendone ignorato per troppo tempo le bellezze, passeremo cialtronescamente, oltre quel lago d’infamia e di monnezza, in cui abbiamo lasciato che si trasformasse, senza emettere un solo fiato. L’ultimo delitto si è compiuto nel silenzio usuale, provocato da quel lockdown, che non ha bisogno di essere proclamato, ma che da troppo tempo, abbiamo eletto a rifugio ermetico del nostro egoismo, a difesa da ogni forma di responsabilità…Inciampiamo nell’ultimo sfregio, a quattro passi dal Duomo di Carinola, quando avviandoci lungo la stradina che porta al Convento di San Francesco, memoria preziosa del XIII secolo, cerchiamo balsamo per lo sguardo e per l’anima, nello scrosciare limpido della piccola, splendida cascata della Peglina…Splendida e luminosa fino a qualche mese fa, quando la trasparenza delle acque sembrava addirittura irreale…oggi la limpidezza cristallina sembra essersi persa lungo il piccolo fiume che diventa cascata, precipita e si perde nella pozza naturale che improvvisamente appare come un delta maleodorante, un agglomerato scuro e schiumoso, denso, vischioso e grasso…l’odore disgustoso che emana, ti aggredisce e penetra nelle narici e sembra raggiungere il cervello… e l’aria stessa che sembra essersi imperniata di goccioline oleose, ti avvolge come un sudario, attaccandosi alla pelle…Ed è avvilimento quello che ti costringe ad accartocciarti quasi, su un tronco d’albero ai bordi del viottolo, dove fai finta di voler riposare. Un altro scempio di cui nessuno sembra avere contezza, di cui nessuno sembra voler riconoscere, la iniqua paternità…eppure la natura oleosa ed evidente del materiale sversato senza pietà, sembra essere scarto dei frantoi…ma…a nessuno punge vaghezza di interrogarsi?, di indagare su chi possa essersi liberato in fretta e senza spesa del carico “grasso” ed inquinante?  Il Comando Unità Forestale vive ed opera altrove? E gli abitanti del luogo?, si sono trasferiti tutti al mare?, non è presto?, oppure…non è troppo tardi ormai?…Hasta la vista!