GRAMSCI FU LASCIATO MORIRE IN CARCERE PER VOLERE DI MUSSOLINI?

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È questa, secondo quanto si legge nella pubblicazione di Ruggiero Gianfredo “i danni del fascismo e le colpe di mussolini”; una delle più infamanti accuse rivolte a Mussolini in merito alla morte del leader comunista Gramsci.

Gramsci era affetto fin dalla nascita da una malattia degenerativa che lo rese informe (Morbo di Pott). Quando nel marzo del 1933 le sue condizioni di salute si aggravarono, anche a causa dell’arteriosclerosi che iniziava a manifestarsi, Gramsci fu trasferito nella clinica Cusumano a Formia.

Nel settembre del 1934, Gramsci inviò una lettera manoscritta a Mussolini per chiedere la concessione della libertà condizionale.

Il 25 ottobre 1934, Mussolini firmò il decreto per la libertà condizionata, cui seguì la grazia, e acconsentì al suo trasferimento in una delle migliori cliniche private di Roma, la “Quisisana”, specializzata in malattie polmonari.

Poiché il costo del ricovero era elevato, il 3 novembre 1934 Gramsci scrisse al Ministro di Grazia e Giustizia Novelli che non era in grado di pagare la retta. Mussolini, saputo del fatto, disse perentorio: «Un ex detenuto in quanto libero ha il diritto di essere assistito dallo Stato» e il governo, tramite la Banca Commerciale Italia (di proprietà dell’IRI), si accollò per intero il costo delle cure.

Antonio Gramsci morirà da uomo libero il 27 aprile del 1937.

(Tratto da: “I DANNI DEL FASCISMO E LE COLPE DI MUSSOLINI”)