ASL, SANITÀ PENITENZIARIA, ESPOSTI & MISTERI

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In senso orario dalla foto in alto a sx: il carcere di Santa Maria C.V., carcere di Carinola, carcere di Aversa

(f.n.) – L’Asl di Caserta è una specie di zona franca al cui interno può succedere di tutto ed il contrario di tutto, con sfumature di colore più o meno intense, secondo i casi…Il potere di coloro che imperversano a proprio piacimento, sulle tastiere di comando delle stanze dei bottoni, deriva, come abbiamo sempre sostenuto, dall’indolente procedere del resto del mondo che guarda, assiste passivamente alle peggio cose e passa oltre, per non sporcarsi le zampette con il grasso della responsabilità o compromettersi assaporando il brivido di un’opinione. Ricordate l’esposto che un gruppo di sanitari della Uoc di Ginecologia del Moscati di Aversa, presentarono contro l’ex direttore ff Francesco Forleo?, e ricordate le sceneggiate da teatrino del quartierino, che la direzione generale pose in essere per “ammacchiare” la faccenda e far sì che apparisse all’esterno nella maniera più sfumata possibile?, ebbene non vorremmo essere troppo pessimisti, ma si ha l’impressione che gli esposti che arrivano in direzione generale, siano destinati a fare più o meno tutti la stessa identica fine, laddove non siano, ed accade anche questo, elementi di uan più vasta strategia. Del resto, se un dirigente fa ciò che gli aggrada, significa che possiede l’avallo tacito del Dg e quindi può essere destinatario di tutti gli esposti possibili, ma sarà interesse del Dg che mostra nei fatti di proteggerlo, continuare a “cummugliare” sotto le sue ali materne, eventuali mancanze, o no?, purtroppo si tratta di una ruota sbilenca che continua a girare e a provocare danni…ma fino a quando? A tale proposito, siamo in trepida attesa di conoscere l’esito di un altro esposto che qualche giorno fa è approdato sulle varie scrivanie del Dg, del responsabile dell’Anticorruzione, dei Nas e della Procura della Repubblica ed oggi sulla nostra,  in cui si tratta della gestione definita “incompetente ed assurda” dell’Unità Operativa della Sanità Penitenziaria ad opera del dottor Giuseppe Nese che, secondo l’esposto continuerebbe ad assumere iniziative, assegnare incarichi e a giustificare comportamenti che non hanno nulla a che fare con la sanità, senza peraltro dar conto a chicchessia, del suo operato. Il Nese tra l’altro, non si comprende da chi sia autorizzato a scegliere i suoi collaboratori e tutto il personale che nell’ esposto viene definito “imboscato”. Pare inoltre che questo, a quanto pare assai potente, dirigente Nese, abbia nominato responsabile sanitario del carcere di Santa Maria Capua Vetere, uno psicologo privo di qualsiasi esperienza specifica e nel carcere di Carinola inspiegabilmente, le stesse mansioni sono affidate ad un medico, che avrebbe dovuto andare in pensione già due anni fa…a differenza di altri medici che nelle sue stesse condizioni, sono stati mandati regolarmente in quiescenza. Al carcere di Aversa, sempre secondo l’esposto, sarebbe stato nominato responsabile sanitario un altro fedelissimo di Nese, le cui capacità gestionali, secondo il firmatario dell’esposto, lascerebbero assai a desiderare. Ma il capitolo più interessante dell’esposto, riguarda i collaboratori dei tre responsabili nominati dal Nese, che approfittando di questa emergenza fanno e disfano a loro piacimento, decidendo per tutti, nel silenzio assenso totale.  In particolar modo si fanno i nomi di due infermieri, che avrebbero ricevuto i pieni poteri a cascata dalla piramide… da Nese ai tre, dai tre ai due che gestiscono il personale delle carceri a loro piacimento, senza alcun controllo e da qualche tempo, in virtù dell’emergenza Covid, hanno a disposizione anche un’automobile che utilizzano non soltanto per ragioni di servizio. E non finisce qui, perché pare che i due bravi e solerti infermieri, facciano anche parecchie ore di straordinario, fuori controllo ovviamente, ma regolarmente retribuite dall’Asl. Ma il vero e proprio esercizio del potere, secondo l’esposto, si espleta nella gestione dei Dpi, e nell’esecuzione dei tamponi e dei test sierologici…e meraviglia, a questo proposito, che il signor Dg Russo, non sia ancora saltato dalla sedia di via Unità di Italia, visto che questo esposto dovrebbe giacere già da qualche giorno sulla sua scrivania e quindi alla sua cortese attenzione…dicevamo dunque che il duetto fa e decide secondo la loro personale scala delle priorità…e capita che per alcuni dipendenti delle carceri, ricevere i Dpi come prevede la regola o sottoporsi al controllo periodico, talvolta rappresenti un vero e proprio problema, la cui soluzione avviene, indovinate un po’…attraverso la raccomandazione…Ma secondo voi il Dg si sarà preoccupato di indagare?, o la sua unica preoccupazione sarà quella di indagare sul perché e percome è uscita la notizia…be quiet…il postino conosce la strada a memoria…E procediamo…ad Aversa come funziona la faccenda dei tamponi?, ma naturalmente con il drive in …(è un’usanza prettamente normanna) si apre il cofano dell’auto e il bravo infermiere di fiducia del responsabile sanitario del carcere di Aversa, apre il cofano dell’auto e procede con il tampone agli agenti del penitenziario e alle loro famiglie.  Nell’esposto qualcuno si chiede chi autorizzi ad analizzare questi tamponi e in verità dovrebbe chiederselo anche il Dg.  Il secondo infermiere intanto, cullato dall’amicizia con il responsabile sanitario del carcere di Santa Maria Capua Vetere, si è dilettato in una variante all’attività che verrà quasi subito emulata dal collega…Invece del drive in (adesso fa freddo) si reca a fare i tamponi molecolari a domicilio, provvisto di attestato medico del risultato… La domanda sorge spontanea ed è la stessa che si pone il firmatario dell’esposto: i Dpi che i dipendenti chiedono, mascherine FP2 e tute, e che regolarmente vengono negate e i tamponi rapidi o i tamponi molecolari utilizzati per interessi personali, da dove vengono prelevati? I dirigenti delle carceri dispongono di un registro di carico e scarico di questi DPI? Chi sono i medici che firmano gli attestati? Le richieste dei tamponi molecolari per i poliziotti penitenziari ed i loro familiari da chi sono firmate? Sapete qual è la cosa grave?, che il dottor Nese pare sia al corrente di tutto,  (la storia di quel tipo che non sapeva che gli pagavano l’affitto, ormai ha fatto la muffa), la cosa grave è che Nese non soltanto sa tutto e invece di mettere fine a questo scandalo, avalla e premia chi peraltro, in giro si vanta persino, del potere che esercita illegittimamente… Non abbiamo più parole…nessun commento…anche l’istintivo scatto di rivolta dinanzi all’ennesima dimostrazione di quella spicciola e volgare prepotenza, con cui si gestiscono le piccole tribù sanitarie, sparse sul territorio. Hasta la verguenza!