BENI AMBIENTALI E VIVIBILITÀ URBANA A CASERTA, LEASSOCIAZIONI PROPONGONO

0

 CASERTA – In una nota il presidente de “Le Piazze del Sapere”, Pasquale Iorio, interviene sulla questione del verde  Su alcuni giornali si è avviato un dibattito molto attuale e stimolante sul futuro urbano nell’epoca della emergenza sanitaria a livello globale. In una intervista dal titolo emblematico “Riportiamo le foreste in città”, un grande architetto come Jacques Herzog arriva a sostenere che bisogna “riforestare le città anche al costo di abbattere alcuni edifici per creare grandi viali in cui piantare alberi”. Questa ipotesi viene indicata oggi come condizione fondamentale per la qualità dell’aria e per interventi sul clima delle città.

   Per fortuna, a ben vedere, in una città come Caserta non c’è bisogno di ricorrere a misure così drastiche, estreme. Infatti di spazi pubblici e verdi ce ne sono tanti. Basterebbe renderli fruibili, farli diventare dei veri beni comuni (come sostengono alcune associazioni giovanili). Si tratta di spazi pubblici ricchi di verde, che in alcuni casi sono chiusi, non accessibili ai cittadini: basta pensare al Macrico, a Villa Corolina, ma anche al grande polmone verde dei giardini della Reggia, a partire da quelli della Flora che un tempo erano un parco pubblico aperto alla città.

È una situazione assurda, non comprensibile in una fase così difficile di emergenza sanitaria e di rischi per la salute pubblica. Per questi motivi riteniamo che sia giunto il momento per chi gestisce questi beni – a partire dal sindaco di Caserta alla Diocesi e alla Direttrice della Reggia – di avviare un confronto con le forze vive per definire nuovi percorsi e modalità con cui gestire questi beni comuni, grazie anche all’apporto di competenze e di esperti in materia di urbanistica ed ambientale. A tal fine abbiamo di recente avanzato una richiesta formale al CdA e Direzione della Reggia per convocare un incontro con il FTS Casertano ed approfondire queste tematiche, anche per valutare insieme le azioni sinergiche tra enti pubblici e terzo settore per la promozione di progetti ed interventi da mettere in campo (come sta già avvenendo in alcuni casi in modo virtuoso nel Parco degli Aranci e nella villetta Giaquinto). La nostra richiesta segue quella già avanzata all’inizio del mese di dicembre scorso da una rete di associazioni (Lipu – Italia Nostra – Legambiente – UISP – CittàViva – Spazio Donna – CittadinanzaAttiva – Agesci ed altre) per richiedere l’apertura e la fruibilità dei giardini reali da parte dei cittadini casertani (e dei comuni limitrofi), salvaguardare i diritti dei bambini e la vivibilità con una diversa “Sostenibilità” ambientale.

In tal senso va anche una interessante proposta avanzata oggi su Il Mattino dall’architetto Raffaele Cutillo di recuperare le “collere”, edifici in cui si producevano colle animali, in una visione di recupero e di bonifica dei Colli Tifatini che allo stato sono vittime di uno scempio e di un vero e proprio dissesto idrogeologico senza pari.