SANTU ROCCO… ‘A MUNNÈZZA E… LA BUROCRAZIA

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                  –     di Ciro Esposito      –                                      racconto caserta ciro esposito scaled SANTU ROCCO... A MUNNÈZZA E... LA BUROCRAZIA

Non sono ancora impazzito; infatti, non mi riferisco al Santo ma soltanto al sito di Casertavecchia che prende il nome del Santo (a cui la mia mamma era devotissima) per la chiesetta ivi esistente che mostra i segni del tempo che fu: quello della gloria dì Caserta Antica …la CASA HERTA! In uno spazio di proprietà Comunale il sottoscritto, plenipotenziario dei Lavori Pubblici della Città di Caserta, decise, dopo averlo proposto alla Giunta e fatto approvare dal Consiglio Civico, di realizzare un pozzo semiartesiano per rendere “autonomia idrica” al Quartiere Alto (1980) …I lavori furono regolarmente appaltati alla ditta Laugeni di Casagiove ma Della Valle, vice sindaco di Gallicola, si fece scippare l’opera a beneficio di Briano e Vaccheria ove furono realizzati due pozzi (risultati, poi, inutili e sostituiti con nuove tubature…non mancava l’acqua…perdevano i tubi). Io ero assente perché inseguito dagli amici dei miei nemici. In verità, nelle adiacenze, erano stati deliberati dal Consiglio Comunale, sempre su mia proposta, anche la costruzione di un edificio multifunzionale e la realizzazione di un campo di calcio che l’ineffabile vice sindaco di fece “sfilare” a beneficio di altre frazioni della città che avevano rappresentanti “efficaci“…ma questa storia l’ho già raccontata…essa riguarda gli abitanti della Delegazione di Casertavecchia e soprattutto coloro a cui essi offrivano i loro consensi per farsi adeguatamente rappresentare. Ma veniamo ad oggi: Leggo, da un cartello affisso ad una recinzione in ferro, che l’area sarà impegnata per la costruzione di una micro isola ecologica per la ricezione dei rifiuti del Quartiere…quello spazio diventerà, a soli trenta metri dalla chiesetta dedicata a S. Rocco, nù scarrecatùro dà munnézza …alla faccia della tutela dei beni architettonici, ambientali e culturali. La delibera n° 233 di Giunta, per la mancanza di rispetto della zona (un vero scempio) risale al 19. 12.2017; l’autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza ai monumenti è del 28. 6. 2018 e poi vi è l’altra stronzata…la cosiddetta Determina che risale all’11.12.2020. Prima di portare uno specchio al Sindaco, ai rappresentanti del Quartiere in seno al Consiglio Comunale e a i novelli padroni della città (quelli dei beni Monumentali), per trattarli come meritano, mi sono soffermato sulle date che dimostrano come certi personaggi andrebbero mandati a casa… sono burocrati da quattro soldi. Il tutto è iniziato oltre tre anni fa (ma questa isola felice, serviva o non serviva?) e tra una firma di un burocrate da strapazzo e qualche funzionario… uallarùso, come direbbe Franceschiello, ci sono voluti tre anni per deliberare, che in una zona altamente archeologica e culturale, venga realizzato… nù deposito pà monnézza…Sono stato direttore dei corsi di formazione professionale anche dell’O.P.G di Aversa e ritengo che dal proponente, fino all’ultimo firmatario del provvedimento, siano maturati i tempi per il ricovero in manicomio (peccato che li hanno chiusi…li avrei raccomandati). Ma la cosa inverosimile è l’autorizzazione paesaggistica concessa da chi dovrebbe tutelare il patrimonio culturale, l’Ente che si è impadronito della città, perché imbelli amministratori hanno abdicato ai loro poteri e ai loro diritti (si chiama sindrome del gregario). Se vi è qualcuno che pensa che gli amministratori di un tempo…Ciccio Rossi… Totonno ladevaia e compagnia cantando avrebbero permesso tale scempio; ebbene, si facciano ricoverare al mendicicòmio… Al cospetto delle attuali giovani e inutili leve, quelle vecchie glorie, coi loro difetti, erano leoni! Ho pensato altresì: Peccato che sono passati tra i più anche quei vecchi arnesi, quei tromboni che ho conosciuto e che, ogni qual volta volevo fare qualcosa di utile per il Quartiere, starnazzavano come oche perché vedevano assottigliarsi i consensi elettorali …sicuramente si sarebbero ribellati. Vi racconto qualche aneddoto: una volta fui richiamato dalle forze dell’ordine e lungamente sottoposto a interrogatorio, perché mi ero permesso di consigliare, a un abitante della Delegazione, in che modo realizzare, secondo legge e con un particolare escamotage, il risanamento igienico della sua abitazione che era priva del cesso… nel 1980…per una velina anonima (di una persona nota) …L’assessore ai LL.PP. ad avviso del conosciuto anonimo non poteva farlo, specialmente se si recava al domicilio del richiedente alle ore 14 del mese di Agosto…forse, l’estensore della velina, che era un amministratore comunale, voleva proteggermi dall’insolazione! E cosa non mi fecero certi amministratori e “Madame” quando aiutavo il mio amico Michele per la messa a punto della pratica per il chiosco bar. Dalle lettere anonime, fino alla proposta di arresto per vilipendio dei monumenti. Però, quei tempi li ricordo con piacere e, soltanto perché li posso raccontare, recito il famoso detto… QUOD NON FECERUNT BARBARI…fecerunt …gli incapaci! Un tempo, parlando di due amici inseparabili si diceva: “Santu Rocco e ‘o cane”; da oggi lo cambieremo in “Santu Rocco e ‘a munnèzza”. Vi avevo promesso di parlarvi delle vaccinazioni anticovid e dei provvedimenti che le istituzioni devono adottare. Il Governo deve creare i siti di stoccaggio in tutte le Regioni per portare dove serve, ad horas, il medicinale. Sempre se ne è in possesso; diversamente si fa solo filosofia. Le Regioni devono creare i punti di inoculazione coinvolgendo le fabbriche, le Farmacie, gli ospedali, le ALS e i medici di base che devono operare anche al domicilio degli anziani e nelle case di riposo. A questo punto il gioco diventa velocissimo, ma sempre se ci sono le siringhe e il vaccino…È solo un problema di organizzazione e non di scienziati…dovevano pensarci molto prima. Oggi, ‘a pippa fa acqua.