CHI GUIDERÀ IL PROSSIMO GOVERNO?

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%name CHI GUIDERÀ IL PROSSIMO GOVERNO?          –      di Nicolò Antonio Cuscunà      –                        

Trascorsa la nottata, insonne, il presidente della Camera Roberto Fico -M5S- obtorto collo salirà (in auto blu) al Quirinale per relazionare al Presidente Mattarella. L’adunanza nella “sala della Lupa” a Montecitorio non ha sortito nulla in più di quel che s’immaginasse, tanto è vero, a metà mattina, Fico constatato l’azione dissuasiva di I.V., lascia il tavolo di lavoro. La senatrice Bellanova, col suo gruppo, oltre a ribadire la necessità irrinunciabile di un accordo scritto, propone l’istituzione di commissioni bicamerali in cui partorire le riforme richieste per il Recovery Fund: Sanità, Giustizia civile, Pubblica amministrazione, pensioni e lavoro. Chiaro “catenaccio” renziano preludio di sbarramenti all’accordo per un “Conte ter”.

Oramai, l’agire nel “palazzo” è estranio a ciò che i cittadini pensano e chiedono ai loro “rappresentanti”. La sfiducia dei cittadini, rispetto alle Istituzioni, è talmente tanta da allarmare la tenuta della sicurezza democratica. L’opinione pubblica non comprende i meccanismi della “cosiddetta crisi”. Perché la politica, soggetto preposto alla risoluzione dei problemi collettivi, non sia riuscita a superare attriti, incomprensioni sorti al proprio interno, per rovesciarli tra la gente? Le paure sono tante, insicurezza economica e pandemica, sommate potrebbero generare terrore, esplodendo potrebbero non venire placate. Tirare la corda non è saggio, prima o poi potrebbe spezzarsi.

Matteo Renzi continua ad essere additato come la “bestia nera”, iniziatore di tutti i mali presenti nel Paese. Ad onore del vero Renzi è carta conosciuta. Conosciuto per avere amministrato da sindaco la città di Firenze, l’Ente Provincia, il partito Democratico, palazzo Chigi e la Leopolda. Renzi vanta competenze di volontariato cattolico, manageriali, non è certamente esperto di “distribuzione di bibite” come Luigi Di Maio. Ed appunto, con questo curricula vitae, nessuno poteva credere di scalzarlo senza subire ritorsioni? Conte & C avrebbero dovuto vagliare il personaggio Renzi allorquando si propose salvatore del governo Conte (dopo il Papete) proponendo il -bis-.  E con tutto ciò, ieri, Crimi, Zingaretti e Federico Fornaro s’ostinano a blindare Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri – protetto da UE e Confindustria-? Cose da pazzi, direbbe Cetto la Qualunque.

Stanotte, Renzi ha continuato a sganciare mine a salve e esplosive.  L’accordo è possibile, non ci interessano i dicasteri (?), afferma, mettendo il veto su Bonafede. Temi sensibili, giustizia, devono trovare miglioramento l’impone l’accordo sul Recovery Fund. Con queste argomentazioni, Renzi alza il tiro dell’obice per smantellare Conte e il suo governo. Alzare il tiro non significa solo distruzione e basta. I colpi di obice a distanza sono preludio di disponibilità a trattare, alle Sue condizioni.  Una cosa è certa: nessuno, dicasi nessuno, maggioranze e opposizione, crede e pensa realmente alle elezioni anticipate.

L’UE osserva, s’interroga e si prepara.

È vero siamo destinatari del più alto aiuto economico – a prestito- ricevuto nel dopoguerra, con patti e condizioni.  Il Recovery Fund è parte integrante della “NEXT GENERATION EU”. Aiuti non ottenibili senza le riforme: Giustizia civile, sanità pubblica, burocrazia lenta, disoccupazione giovanile, condizioni femminile, abbandono scolastico, sviluppo rurale e economia ecosostenibile. Il parlamento è bloccato, le commissioni non operano, Conte pretendeva fare da solo con i suoi 300 esperti, il tempo passa, i debiti aumentano e la politica si squalifica.

Cosa potrà accadere nelle prossime 24 ore?

Qualcuno dovrà mollare la corda: Renzi o i suoi “resistenti”?

Prima che Fico risalga al Colle, qualcosa dovrà succedere, Renzi lo sa bene. Cedere su qualcosa di caro al PD e M5S -Gualtieri-, incassare su giustizia, Conte e legge elettorale, altro non parrebbe. Mattarella è stato eletto per maneggiamenti renziani, ma non potrà pagarli in eterno. Renzi sa bene che Mattarella potrebbe conferire l’incarico, udite, udite, a Conte Giuseppe capovolgendo di colpo le posizioni. Renzi, perderebbe i guanti d’acciaio, il tridente e la rete. Da domatore diverrebbe preda da abbattere.  Con le spalle al muro, arriverebbe a “miti consigli o a estreme conseguenze”? Accetterebbe le elezioni anticipate? Oppure, ripiegherebbe sul Conte ter allargato a suoi ministri di peso -non corporeo-? L’ultimo a volersi contare con nuove elezioni è proprio il “maledetto toscano”.

La strada è tutta in salita. Mattarella non vuole la riconferma al Quirinale, Conte o morte interessa, ma non è un ideale. Per i 5Stelle e non solo, valgono di più la legislatura, maturare la pensione, pagare i mutui casa e non mantenere in auge il mancato avvocato del Popolo.

Per il momento Fico non ha nulla in mano, Renzi pensa a Draghi pur accontentandosi della testa di Bonafede. Nasconde l’asso nella manica del sostegno del CDX alle bicamerali, si accontenterebbe anche della Riforma penale con l’abbreviazione dei tempi più che la prescrizione.

Come sempre, come solito: “cambiare tutto per non cambiare nulla”.