COORDINAMENTO DOCENTI IMMOBILIZZATI: “LA SITUAZIONE DEI FUORI SEDE E’ DIVENTATA INSOSTENIBILE”

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 “Vorrei poter trascorrere almeno il mio ultimo anno di servizio prima della pensione vicino casa…”. Così scrive Carmen , Docente Immobilizzata. I Docenti Immobilizzati, ossia quei dipendenti dello Stato senza fissa dimora, costretti ogni anno a vivere la quotidianità lontano dalle proprie famiglie, dai figli piccoli e dai genitori anziani. Nato spontaneamente sui canali social, è costituito da docenti di ruolo da minimo 10 anni, che non riescono ad ottenere il trasferimento nella propria provincia di residenza. Si tratta di persone che hanno rispettato le regole, gli obblighi previsti dalle leggi del momento, e che per questo si ritrovano fuori provincia, lontani dai loro affetti, costretti a vivere situazioni di grave disagio fisico e psichico (ricordiamo che appena il 25 gennaio, una collega di Palermo, con sede di lavoro a Pavia, ha tentato il suicidio perché lontana dai propri cari). Certo, il caso citato è estremo, è vero, ma la maggior parte di essi vive una realtà fatta di videochiamate, aerei, treni, ritardi, sensi di colpa, tutte situazioni limite che non fanno certo bene alla qualità della vita. Inoltre si tratta di situazioni reiterate nel tempo, nella consapevolezza che solo ‘la speranza folle ‘ è l’ultima a morire. Molti docenti sono ultra cinquantenni: come Lina, ad esempio, che di anni ne ha 59 anni, che ama tanto il suo lavoro ma non ce la fa più a viaggiare ogni giorno…poi ci sono Salvatore e Evelyn che vedono i posti della loro classe di concorso andare ai precari ad incarico (GUARDA GRAFICO 1), quando loro, con i loro anni di esperienza e le loro competenze, sono a km di distanza. E gli anni passano, i figli crescono e la speranza diminuisce…Riprendo le parole di Helga “si ha l’impressione che solo i furbetti riescano a tornare a casa…” Siamo oltre 90 mila, come ci dicono i dati del Ministero, oltre 90000 persone che anno dopo anno , da 5, 6, 7….10…15 anni , presentano domanda di trasferimento interprovinciale e puntualmente restano insoddisfatti… Di queste ultime ore, l’ultima beffa: molti voli sono stati cancellati causa Covid. Oltre ai normali e pesanti disagi vissuti dai docenti a centinaia di km lontano da casa, dallo scorso anno si è aggiunta la ‘causa Covid’: chiusura di regioni, blocchi logistici, voli annullati, costi di biglietti lievitati…La situazione dei fuori sede diventa sempre più insostenibile. Negli ultimi anni, in molte province, non solo i posti sono pochissimi (GUARDA GRAFICO 2), ma sono dati solo alle precedenze. La L.104/92 è una conquista e va difesa d ogni costo, ma la malattia non può essere una discriminante. La Legge è nata per tutelare i più deboli, com’ è giusto ma, nel tempo, la situazione si è completamente stravolta. Adesso, (e già mentre lo scrivo mi sembra surreale, ma di fatto è così) la situazione è rovesciata, capovolta: chi non ha patologie deve essere tutelato, il lavoratore che ha guadagnato il diritto al suo posto vicino casa con anni di servizio e corsi di formazione, in una parola: per meritocrazia.