
considerato che:
a distanza di anni da quelle eclatanti spoliazioni, avvenute in particolare durante lavori pubblici di recupero e ristrutturazione dei suddetti complessi, la comunità locale non ha più notizie delle opere rubate. Ignora, ad esempio, quante siano state le sottrazioni nel tempo, le denunce effettuate dalle autorità locali, le istruzioni delle pratiche di furti;
disconosce se le informazioni sui singoli manufatti d’arte, corredate di fotografie, siano state registrate nei database del comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale e delle polizie internazionali specializzate, come pure se s’intenda dar corso a nuove verifiche e riscontri approfonditi tra i beni trafugati e quelli ancora esistenti, avvalendosi della documentazione iconografica conservata presso le fototeche della Direzione regionale Musei della Campania e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento o delle associazioni culturali del territorio;
la società civile di Arienzo ignora, inoltre, se gli uffici del Ministero abbiano sollecitato il Comune a provvedere alla catalogazione integrale dei beni culturali di sua proprietà, ai sensi dell’art.17, comma 4, del decreto legislativo n. 42 del 2004, recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e se detta operazione sia stata compiuta,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e sia in grado di dare risposte puntuali ai tanti interrogativi inevasi circa i beni culturali arienzani che in passato sono stati oggetto di trafugamento;
se non ritenga di assumere le iniziative di competenza, perché gli uffici preposti alla tutela promuovano una ricognizione fotografica integrale delle cose d’interesse culturale mobili o comunque facilmente asportabili ancora presenti nelle architetture sacre cittadine e in tutti gli edifici monumentali (siano essi di proprietà pubblica o privata, civile o ecclesiastica), revisionando, aggiornando e integrando le precedenti campagne fotografiche, per abbattere il rischio che altri pezzi del ricco patrimonio storico-artistico di Arienzo siano sottratti al pubblico godimento senza lasciare tracce utili alla loro identificazione e recupero”.