VACCINI, DEL SESTO (M5S): ANCORA IN ATTESA PERSONALE SCUOLA E UNIVERSITA’ NON RESIDENTE NEL LAZIO

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Margherita DEL SESTO 300x234 VACCINI, DEL SESTO (M5S): ANCORA IN ATTESA PERSONALE SCUOLA E UNIVERSITA NON RESIDENTE NEL LAZIO
L’on. Margherita Del Sesto

ROMA – Non ha ancora trovato una soluzione complessiva il delicato problema delle vaccinazioni per il personale universitario e scolastico in servizio in una regione diversa da quella in cui è residente.
Tale problematica, peraltro, non è affatto marginale, poiché coinvolge decine di migliaia di lavoratori in tutta Italia.
Negli ultimi giorni, solo alcune Regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria, Umbria) hanno ampliato
la campagna di vaccinazione anche a tale personale, acquisendo le prenotazioni attraverso gli
istituti scolastici e gli atenei in cui si presta servizio.
«Sono passate due settimane dalla presentazione della mia interrogazione parlamentare – dichiara l’on. Margherita Del Sesto – al fine di ottenere chiarimenti da parte del Governo sulle
discrasie rilevate nella gestione, da parte delle regioni, delle somministrazioni vaccinali al
personale scolastico e universitario non residente ma, nonostante i numerosi solleciti inoltrati  nei giorni scorsi, la situazione risulta, pressoché, invariata».
A tal proposito, appare emblematica la vicenda che coinvolge il personale campano in servizio  nel Lazio. Si tratta di oltre 4.000 lavoratori, che, al momento, non sono oggetto di vaccinazione né da parte della Regione Campania – che, all’opposto, ha aperto le vaccinazioni anche al personale non residente – né da parte della Regione Lazio, che, invece, sta somministrando il vaccino solo al personale residente.
«Per tentare di sanare questa incresciosa situazione – conclude la parlamentare della VII Commissione Cultura della Camera – ho scritto, poche ore fa, anche all’assessore alla Sanità della Regione Lazio, al fine di ottenere un riscontro sulle azioni che intenda mettere in campo,
tempestivamente, per vaccinare il personale scolastico e universitario non residente, utilizzando
la medesima modalità applicata per il personale sanitario, ossia che la somministrazione venga effettuata nella regione in cui si presta servizio. Tutto ciò, anche per evitare consistenti spostamenti interregionali, peraltro, vietati dalle disposizioni vigenti».