NAZARIO DI CICCO, UN UOMO E UN MEDICO LIBERO CONDANNATO DAI SERVI

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   –   di Francesca Nardi   –                                                         

Un bel giorno un medico di Aversa che lavorava nel freddo Nord, decise di tornare nel caldo Sud, terra d’amore e solidarietà…

Un brutto giorno il medico si accorge che la Sanità locale è una sorta di hamastan, governata da conquistatori d’occasione al servizio del più forte…una striscia di Gaza dove si sopravvive per caso e per fortuna…un protettorato nel senso peggiore del termine, in cui chi trasgredisce alla orrenda norma omertosa che impone il silenzio e i ferri alle caviglie, è un uomo “morto”, condannato ad assistere alla propria agonia.

Il giorno dopo il medico si accorge che rischia di essere sommerso dalla melma e denuncia episodi gravissimi ed imprescindibili di malasanità, aprendo uno squarcio devastante nel sistema… il medico del Sud che arrivava dal Nord era tornato a casa …

e qualcuno inchiodò due travi in croce sulla sua porta

Il dottor Nazario Di Cicco non ha bisogno di presentazione…le parole di oggi, brevi, incaute come sempre e per questo preziose, frustano l’aria e invadono di urla acute e stridenti il silenzio, come cristalli acuminati…sono reticolati che stringono quel che resta dell’anima…

Sono parole di condanna soprattutto per noi, che non riusciamo ad incidere nella corazza del sistema, che non riusciamo a fermare l’ipocrisia che ci attraversa e prosegue e ci lascia impotenti davanti alla potenza strutturata dell’imbroglio, del volgare compromesso, del maleodorante vassallaggio che inquina il nostro povero Paese. Ancora una volta grazie a Nazario Di Cicco che prende su di sé il fardello della nostra vigliaccheria e pronuncia ciò che non abbiamo il coraggio di dire ed è ciò che non abbiamo il coraggio di essere: donne e uomini liberi.