SCARIO SHORT FILM FEST “WINTER EDITION”

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di Mariantonietta Losanno 

Non sembra esserci alternativa se non quella di optare per la versione streaming. La terza edizione dello Scario Film Fest si svolgerà in un format inedito: l’edizione live nella piazza di Scario (prevista per settembre 2021) sarà preceduta da quattro edizioni stagionali che saranno visibili gratuitamente online. Nell’edizione invernale, visibile dal 15 al 20 marzo, con la direzione artistica del regista campano Elio Di Pace, verranno mostrati cinque cortometraggi internazionali (due dei quali saranno selezionati per l’edizione conclusiva) e verranno annunciate le sceneggiature che entreranno nel concorso annuale. Oltre alla possibilità di vedere (e anche rivedere, che forse è l’unico aspetto utile dello streaming) i corti, si alterneranno anche interventi del direttore artistico e dei registi selezionati che risponderanno ad alcune domande riguardanti la loro idea di arte, il senso che attribuiscono al fare cinema e alla nascita del proprio processo creativo. 

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Cinque nazioni diverse: Australia, Danimarca, Inghilterra, Belgio e Lussemburgo. Cinque opere diverse selezionate attraverso un solo e unico criterio: la ricerca di uno sguardo registico felice, stimolato – e al tempo stesso stimolante – consapevole. Non c’è, dunque, nessuna tematica di base che leghi i corti: ogni regista mette in scena il proprio personale concetto di “fare arte”, che assume in ogni circostanza un significato differente. 

Il primo corto è “The Winter”, di Xin Lin, un corto di animazione realizzato con la pittura ad olio. Un contadino, camminando in un bosco innevato, vede un cervo e inizia a seguirlo: la seduzione è tale che il contadino vuole addirittura prenderlo. La parola chiave è immaginazione: che cosa sta inseguendo il protagonista del corto? Cosa può raffigurare metaforicamente il cervo e la luce che lo pervade? Lo spettatore – in soli cinque minuti – dà libero sfogo alla fantasia, viene ammaliato e non può far altro che inseguire il cervo insieme al contadino, forse nella speranza che possa condurlo in un luogo idilliaco, magico? 

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Proseguiamo con il secondo corto in concorso “It’s So Charming” di Svend Colding che vede come protagonista Silvia, una ragazza incinta, che in occasione dell’anniversario di matrimonio incontra per la prima volta i parenti del suo fidanzato Christian. I due avevano progettato di approfittare dell’evento per annunciare la gravidanza, ma non riescono a trovare il momento adatto, soprattutto a causa del rapporto padre-figlio. Un’ambientazione semplice ed essenziale funge da cornice ad una storia molto più complessa di quello che può apparire: il fulcro non è il rapporto difficile tra Christian e suo padre, ma la difficoltà di Silvia di integrarsi. Lei rappresenta l’elemento di “fastidio”, il suo atteggiamento è diverso da quello che gli altri si aspettano e, quindi, crea un problema. Il regista durante l’intervista ha insistito sul suo intento di voler focalizzare l’attenzione su un personaggio trattato male ingiustamente dagli altri e che deve necessariamente trovare il modo di ribellarsi. La storia coinvolge non solo perché viene trattato un tema universale in cui ci si può facilmente immedesimare, ma perché viene analizzata l’ “atipicità”. Christian sembra essere succube delle scelte altrui, sembra preoccuparsi eccessivamente delle opinioni del padre al punto da provare imbarazzo e inadeguatezza, non riuscendo più a guardare altro che se stesso: la sua difficoltà a relazionarsi alla famiglia lo induce anche ad ignorare i sentimenti della sua compagna. In questo secondo corto, i concetti fondamentali sono l’emarginazione e l’accettazione di sé: possiamo anche decidere di non essere il riflesso dei nostri genitori nel momento in cui i loro comportamenti sembrano essere così distanti dai nostri valori. Bisogna maturare uno sguardo lucido e consapevole, capace di imporsi e di sapersi distinguere, e anche difendere.

%name SCARIO SHORT FILM FEST “WINTER EDITION”“Pawns”, diretto da Tyrees A. Lamptey è il terzo corto in concorso: si tratta di un film di guerra che mette in evidenza l’umanità. È il 1973, William e Karl stanno giocando una partita a scacchi; attraverso un flashback riviviamo il momento del loro primo incontro, avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1914. L’opera esprime un bisogno insopprimibile di memoria: due persone comuni – non i grandi eroi che immaginiamo abbiano combattuto la Guerra – che, oltre i massacri e gli orrori, sono riusciti a preservare la loro umanità. Nel momento in cui si trovano uno di fronte all’altro nel bunker si rendono conto di essere entrambi mariti e padri, di aver perso amici e soprattutto di non sapere per cosa stanno combattendo. Ed è proprio la partita a scacchi l’occasione per ricordare e per ringraziare: “Non ti ho mai ringraziato” dice Karl all’amico. “Non ce n’è mai stato bisogno”, semplicemente gli risponde. “Pawns” è un’opera intrisa di ricordi e di dolore, ma anche e soprattutto di amicizia e di rispetto per il valore della vita altrui.

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Il quarto corto è diretto da Vincent Groos ed è intitolato “Lieve”: racconta la storia di un’infermiera che si destreggia difficoltosamente tra tutti i suoi impegni, cercando di accudire al meglio i suoi pazienti e mostrando sempre una grande disponibilità nei confronti degli altri. Probabilmente è l’opera più attuale, in cui soprattutto per il periodo storico che stiamo vivendo, è più facile provare empatia: siamo tutti frangibili e abbiamo tutti dei limiti. Il desiderio di accontentare gli altri e fare del bene non sempre si conciliano con le forze fisiche e mentali di ognuno di noi: la protagonista del corto è una ragazza come tante, ama il suo lavoro e si dedica con tutte le sue forze ad assistere i suoi pazienti, anche andando oltre i suoi compiti. Però, purtroppo, è il suo equilibrio a vacillare: nel cercare di fare di più di quello che può, finisce per alienarsi perdendo così la lucidità. Viene immediata una riflessione su come vengano oggi vissuti i ritmi lavorativi, su come sia difficile cercare di dedicarsi a se stessi e di reggere la pressione. Non sempre la situazione è facile da gestire, non sempre si mantiene il controllo: bisognerebbe fermarsi prima che sia troppo tardi, ammettere i propri limiti e cercare di vivere adeguandosi alle proprie possibilità. “Lieve” è un prodotto efficace, che esprime un messaggio in modo diretto e attuale. 

Concludiamo con “Faleminderit” di Nicolas Neuhold, basato su una storia realmente accaduta. Nel 1921, il cartografo lussemburghese Charles Schaeffer viene inviato in Albania (da poco indipendente) per studiare la popolazione e la topografia. I confini del paese non sono ancora definiti: “Faleminderit” si presenta come un film storico che affronta il periodo della formazione dell’Europa. È un documento storico e politico, essenziale per ricostruire le tappe di un momento cruciale come quello dell’indipendenza dell’Albania, poi occupata nuovamente durante la Seconda Guerra Mondiale. L’ultimo corto in concorso è un’analisi della cultura e dell’identità di un paese, è un’opera che sottolinea la diversità dei popoli che abitano il nostro continente. Il regista, durante l’intervista, ha espresso la sua idea di fare cinema: “Questa storia ha tutto quello che voglio raccontare in un film. Ha cuore e scopo, è divertente e rimanda anche ad alcune delle sfide senza tempo della politica. [..] “Grazie al cinema puoi vedere il mondo, ascoltare molte idee, entrare in empatia con altri che potresti non incontrare nella tua vita”