IN ‘PIAZZETTA EZIO BOSSO’ UN CONVEGNO DEDICATO AL SUO EUROPEISMO

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Locandina Piazzetta Bosso e1615977455195 300x180 IN PIAZZETTA EZIO BOSSO UN CONVEGNO DEDICATO AL SUO EUROPEISMOSANT’ARPINO – Il titolo del convegno: Ezio Bosso, il musicista innamorato dell’Europa è ispirato ad un concetto caro a Bosso: “Per noi musicisti è più facile essere europeisti. Lo erano già i musicisti del Settecento”, è il terzo appuntamento della rassegna “Piazzetta Ezio Bosso” promossa da PulciNellaMente e Comune di Sant’Arpino.
L’iniziativa, curata del Forum dei Festival della Scuola napoletana del ‘700, si svolgerà in diretta streaming domani (mercoledì 24), a partire dalle ore 18:30, sulle pagine Facebook di PulciNellaMente e del Comune di Sant’Arpino.
Di assoluto prestigio le personalità chiamate a dare un contributo su un tema particolarmente stimolante. Dopo i saluti di Giuseppe Dell’Aversana, sindaco di Sant’Arpino, e di Ivana Tinto, presidente del consiglio comunale con delega alla cultura; e l’introduzione di Elpidio Iorio, direttore di PulciNellaMente; interverranno Nicola Cattò, direttore della rivista Musica, Paolo Pinamonti, docente di Storia della Musica contemporanea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e già direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli, e Stefano Valanzuolo, critico musicale del quotidiano Il Mattino e autore per Rai Radio3. Coordinerà Lorenzo Fiorito, critico musicale e direttore artistico del Festival Durante, oltre che coordinatore del Forum dei Festival.
Partendo dai musicisti che sono europeisti “ante-litteram”, secondo Bosso, la conversazione verterà sul “musica e musicisti senza frontiere”. Il tema verrà affrontato sia storicamente, sia esaminando la situazione attuale: la dimensione europea della musica (e dunque la vocazione “europeista” dei musicisti) è infatti una costante storica: comincia nel medioevo, continua nel ‘700 e nell’800, quando si intreccia con la pratica del Grand Tour, fino a giungere alla mobilità e alle reti dei musicisti e compositori contemporanei; senza dimenticare che gli scambi delle produzioni di opere e concerti tra Enti di vari Paesi (soprattutto in forme nuove come le piattaforme digitali, inimmaginabili fino a pochi anni fa) sono ormai imprescindibili in questo terzo millennio.