L’ON. DEL MONACO FA RIFLESSIONI PER IL PASSAGGIO IN ZONA ARANCIONE

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ANTONIO DEL MONACO M5S 280x300 LON. DEL MONACO FA RIFLESSIONI PER IL PASSAGGIO IN ZONA ARANCIONEROMA – L’Onorevole Antonio Del Monaco invia una lettera aperta al Governatore Vincenzo De Luca: “Egregio Signor Governatore,
credo sia arrivato il momento di essere sinceri verso tutti i cittadini che ormai da mesi pagano lo scotto dei Suoi errori, e che, esasperati, rischiano di perdersi nella disperazione totale. La pandemia esiste e, con le numerose varianti, sta dando filo da torcere ad intere Nazioni. I vaccini, tra dubbi e perplessità, vanno avanti, seppure a rilento. Stiamo lottando ed è una guerra estenuante. La valanga di bugie e comportamenti che però Lei, Signor Governatore, ha accumulato in questi lunghi e difficili mesi di emergenza sanitaria, hanno peggiorato le condizioni dei cittadini campani, già in grave sofferenza economica. Da principio, quando il virus da noi non comportava i tragici numeri del nord, Lei ha cavalcato l’onda fortunata, elogiando il lavoro degli ospedali campani, fiore all’occhiello dell’Italia; poi il Covid si espande e minaccioso arriva al Sud e in Campania. La cosa si fa seria. A fasi alterne e dubbie i numeri delle terapie intensive crescevano, diminuivano…un’altalena poco chiara a  molti.
Ma i numeri erano falsi.
E le scuole? Aperte, chiuse, aperte, chiuse: perché non ha investito i soldi stanziati dal Governo nei trasporti? Perché non ha migliorato la struttura delle scuole? Molto si sarebbe potuto e dovuto fare. Assembramenti tra i giovani, salgono i contagi, controlli inesistenti o insufficienti. Di chi è la responsabilità? Lei ha il dovere di vigilare sui controlli, fa parte del Suo ruolo istituzionale, ma non ha fatto altro che puntare il dito prima contro Conte, ora contro il Presidente Draghi, il Ministro Speranza o gli esponenti e membri della compagine governativa. Tutti a turno ricevevano valanghe di critiche, ma del Suo
operato si è sempre saputo poco e niente. Si faccia invece un bell’esame di coscienza, Signor Governatore, perché la Campania, a differenza di altre Regioni maggiormente colpite dal virus, come la Lombardia, continua per ora, stranamente, a rimanere in zona rossa e dunque ferma, immobile, in una condizione pericolosamente stagnante.
È stato Lei ad allarmare tutti affinché ci fosse la zona rossa. Ed ora è sempre Lei, col solito atteggiamento, quasi schizofrenico, che lascia tutti perplessi e spaesati, ad annunciare un immediato cambio di rotta: no problem, riapriamo tutto e anche di più.
Le grida, la rabbia, i reclami, le manifestazioni, la disperazione della gente, lo sconforto, la paura di non riuscire più a sostenere spese fatte nei mesi scorsi alla luce di promesse e in vista di aperture mai avvenute, sta per esplodere in tutta la sua tragica potenza, perché non si muore solo per Covid. La Campania è una bomba ad orologeria e il ticchettio, sempre più forte, è arrivato evidentemente alle sue orecchie. Bene.
Dare la possibilità ai Suoi cittadini di lavorare, di riaprire le attività in tutta sicurezza, di guadagnare e tornare a vivere dignitosamente nella speranza di un futuro migliore è certamente l’auspicio di tutti, una necessità impellente.
Ma attenzione: bisogna evitare colpi di testa, esagerazioni, cambiamenti drastici, addirittura aperture dei locali fino a tarda sera, perché c’è il rischio tangibile di ritornare, nel giro di due settimane, al punto di partenza ma in condizioni ben più gravi. Sarebbe insostenibile.
La Sardegna, passata in tempi record dalla quasi spensieratezza di una libera zona bianca al lockdown di una serrata zona rossa è un esempio lampante, che deve fare riflettere.
Tradire ancora una volta gli elettori che Le hanno dato fiducia non è una mossa azzeccata, illudere nuovamente non è una scelta saggia.
Dei Suoi giochetti, delle Sue bugie, dei Suoi tornaconto, del fumo negli occhi ne abbiamo fin sopra ai capelli. La Campania ha pagato e sta ancora pagando a caro prezzo i Suoi errori, oltre ogni pronostico, oltre ogni aspettativa, oltre ogni tempo limite, e merita non solo scelte oculate ma anche spiegazioni legittime. Se non è in grado di dire come stanno realmente le cose una volta per tutte, continuando a fare il bello e cattivo tempo nella totale incertezza, creando rischi sempre maggiori, se non è all’altezza del ruolo istituzionale che ricopre, faccia non uno, ma dieci passi indietro e si dimetta.
Per il bene di tutti.