IL SENSO DEL PUDORE … I PANTALONI A VITA BASSA E IL FILO INTERC…RE!

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 –   di Ciro Esposito   –                                                            racconto caserta ciro esposito scaled IL SENSO DEL PUDORE ... I PANTALONI A VITA BASSA E IL FILO INTERC...RE!Alcuni anni fa, pare fosse tra il 2003 2004, il mio carissimo amico Enzo Avella direttore del Gazzettino di Caserta,” i Popolari, ” sapendo dei miei colloqui con Amedeo, il mio “Asino Custode”; colloqui che venivano riportati sul CONTROCRONACA, un giornalino, se così vogliamo chiamarlo ( non sono giornalista ma soltanto uno imbratta fogli), che aveva molto seguito e suscitava anche gelosie per le problematiche discusse tra me e l’Asino, mi contattò perché potessi riportare sul suo “Giornale” i miei appunti. La bontà d’animo, la signorilità e la correttezza di Enzo mi invogliarono a dire di si e ne nacque una proficua collaborazione che ricordo con piacere e che mi spinge oggi a scrivere qualcosa in merito, quale omaggio per l’amico che non è più…è doveroso che questo mio scostamento dai fatti di Caserta lo ricordi ai Casertani. Enzo, scandalizzato ma non più di tanto, per il modo di vestire del tempo mi pregò di interessarmi dell’ argomento del quale mi importava molto poco …a quei tempi ero notissimo quale cultore e appassionato…oggi si direbbe tifoso… dell’integrale nudo femminile…i vestiti di qualunque foggia fossero non mi interessavano … a quell’epoca la vista delle sole ginocchia muliebri spingeva il maschio a pensare (diciamo così) Era l’epoca della moda dei pantaloni a vita bassa che ancora oggi, nell’epoca del consumismo più sfrenato (nonostante il Covid) godono della preferenza, per motivo diverso, sia degli uomini che delle donne; gli uni vogliono vedere, guardare e… pensare, le donne, invece non curandosi del senso del pudore, mirano a stuzzicare il desiderio e a invogliare alla trasgressione… se avessimo intenzione di offenderle potremmo dire che mirano a ben altro! La donna mostra quello che ha e, fa bene se ha un bel corpo…ma si vedevano e si vedono pure certe sconcezze…Se c’è chi sostiene il contrario lo dimostri! Ma veniamo al dunque: se non vado errato era scoppiato da poco lo scandalo provocato da un dirigente di una scuola abruzzese che censurò tale vestimenta (indossato nella sua scuola) con una apposita lettera agli allievi perché il pantalone che mostrava quasi tutto, indossato dalle donne, era una fonte di distrazione per gli allievi di sesso maschile; infatti, in illo tempore, le parti scoperte del corpo femminile…eccitavano gli animi(li chiamiamo così?) dei maschi mentre oggi avviene il contrario. Siamo arrivati alla saturazione visiva e olfattiva perché il corpo femminile scoperto è “normale amministrazione” ma di questo soltanto le donne che pensano si sono accorte …non mostrano il nudo, perché vogliono essere desiderate dall’altra parte del cielo. Avete notato la femmina al mare? Non esiste più il costume ma soltanto un ritaglio di stoffa che nella parte anteriore copre a stento l’essenziale mentre la parte del lato B….io lo definisco sempre C … è costituita da un sottilissimo tirante a mò di filo interdentale che si inserisce nelle parti intime del fondoschiena (a chi non darebbe fastidio curare le emorroidi dal dentista?). Sarà pure “moda” ma è impressionante! Vengo a qualche doverosa considerazione: l’ideatore del pantalone a vita bassa desiderava che l’indumento mostrasse soltanto l’ombelico e non essere un elemento di tortura per il maschio a cui, per la strada o al mare è mostrato tutto, quasi fosse una finestra sul panorama (ventre e posteriore). Il pantalone che vediamo sovente porta anche a qualche riflessione sia per la salute di chi lo indossa e sia dal punto di vista splendidamente sessuale anche se il corpo della donna, messo in vetrina, perde di pregio. La salute fisica della persona che se ne va in giro, sempre, “con panza e schiena scoperti”…dopo alcuni anni di nudità evidenzierà le coliti, le lombosciatalgìe, le ernie del disco che a noi interessano poco perché del suo corpo ogni uno ne fa quello che vuole; poi, esistono i limiti posti dal comune senso del pudore ( non sono un bacchettone ma certe regole vanno osservate) e dalla convenienza di mostrare tutto e subito ignorando il chiuso di una stanza, ove col massimo della soddisfazione, avviene il rito dello “scoprimento” dei tesori del corpo umano. Una statistica recente sul sesso, sui gusti e la soddisfazione femminile ha evidenziato che molte donne sono insoddisfatte delle prestazioni mascoline…per il famigerato effetto coniglio… ma non ha considerato che tutto questa evenienza dipende, in massima parte anche dal suo modo di vestirsi. I pantaloni a vita bassa che mostrano l’ombelico e la parte superiore del fondoschiena, che nel corpo femminile rappresentano le zone erotiche per eccellenza, quando sono portate sempre scoperte, perdono quella sensibilità che serve nei momenti cruciali dell’amplesso, creando, di conseguenza, nel maschio, l’effetto coniglio…cioè l’amplesso di pochi minuti. E dulcis in fundo voglio spendere qualche ferma parola sul pudore che viene offeso per il modo eccessivo di scoprirsi E’ bello e gratificante, per l’occhio umano, assistere al nudo femminile in giro per la città…le magliette strette che pongono in risalto seni belli, l’ombelico messo in mostra su un pancino acconcio e l’attacco dei lombi ben portati fuori che mostrano un bel nudo femminile e lasciano pensare che chi ci ha creato ha pensato a tutto; proprio a tutto e nessuno può ringraziarlo più di chi scrive che non ha mai sofferto della sindrome del coniglio; però, c’è un però: certi abiti, il corpo femminile deve meritarseli…est modus in rebus!! Le scene sconce, come la esposizione di tripperie e di enormi deretani che tolgono al maschio il desiderio per la ricerca dell’altro sesso andrebbero evitati e nemmanco si può assistere alla messa in mostra, in luogo pubblico, del pube e di grossa parte del deretano…è piacevole vedere certe cose ma la morale ne soffre anche se ne gode il PRUDORE.