MORTE DI MARIO BIONDO: UN SUICIDIO ANCHE PER LA PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA

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malke MORTE DI MARIO BIONDO: UN SUICIDIO ANCHE PER LA PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA

–    di Ursula Franco*   –                                         

Mario Biondo è stato trovato impiccato alla libreria della casa di Madrid dove viveva con la moglie, la nota presentatrice televisiva, Raquel Sànchez Silva, il 30 maggio 2013. Gli inquirenti spagnoli hanno archiviato il caso come suicidio. La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti e dopo la riesumazione della salma ha richiesto l’archiviazione dell’inchiesta per suicidio per due volte. Nell’aprile 2017, i legali della famiglia Biondo si sono opposti alla richiesta di archiviazione e hanno chiesto alla Procura generale di Palermo di avocare a sé l’inchiesta. Il Dott Scarpinato ha accolto l’istanza di Avocazione.mario biondo MORTE DI MARIO BIONDO: UN SUICIDIO ANCHE PER LA PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICALa Procura generale, pochi giorni fa, il 15 ottobre, ha avanzato una seconda richiesta di archiviazione nella quale si legge: “Si ritiene che gli approfondimenti disposti dal GIP sia sotto il profilo medico-legale, sia sul piano della ricostruzione fisico-meccanica, come pure le ulteriori indagini svolte d’iniziativa di questo ufficio, non abbiano apportato elementi di novità in grado di superare l’originaria ipotesi di suicidio già formulata dall’autorità giudiziaria spagnola. Nessun elemento consente invero di ipotizzare la fattispecie di omicidio doloso per cui si procede né, tantomeno, di identificare gli eventuali responsabili”

Nel febbraio 2020 in un articolo dal titolo “Suicidi per impiccamento” (LEGGI), pubblicato su questa stessa testata e tratto da una mia analisi del 2017, avevo scritto:

Mario Biondo si è impiccato con una pashmina alla libreria della sua abitazione come mostrano le foto scattate dagli investigatori spagnoli. Nelle foto visibili online, non solo non si notano manomissioni del contenuto degli scaffali ipotizzabili nel caso Mario Biondo fosse stato impiccato post mortem o dopo essere stato stordito ma si vede il cadavere appeso alla libreria, prova che la stessa ha retto il suo peso, e si notano le gambe distese del povero Biondo, come lo erano nelle foto scattate durante il trasporto del cadavere con una sedia lettiga.

In altre foto, sul collo di Biondo è ben visibile il solco obliquo classico dell’impiccamento, un reperto incompatibile con la fantasiosa ricostruzione che ipotizza che Mario Biondo sia stato prima strangolato e poi impiccato, com’è noto infatti, il reperto tipico dello strangolamento è un solco solitamente orizzontale di profondità uniforme senza discontinuità, discontinuità che invece caratterizza il solco dell’impiccamento e che è presente in questo caso. Se Mario Biondo fosse stato prima strangolato e poi impiccato, solo su un eventuale solco riferibile allo strangolamento e nei tessuti profondi del collo in corrispondenza dello stesso sarebbero stati repertati segni di vitalità, quali emorragie ed ecchimosi e non sul solco prodotto dall’impiccamento perché l’impiccamento sarebbe intervenuto post mortem.

In merito al solco da impiccamento prodotto da una pashmina (o da una sciarpa di seta), lo stesso non sarà mai largo come la sciarpa stessa perché il peso del corpo non si distribuirà mai uniformemente su tutto lo spessore della pashmina, questo perché, alla trazione, la pashmina si tende in modo irregolare, ovvero con strisce di tessuto più o meno estroflesse ed è sulla striscia più estroflessa di tutte che il corpo grava lasciando sul collo un segno di dimensioni inferiori rispetto alla larghezza della sciarpa.

Raquel Sanchez Silva, moglie di Mario Biondo all’epoca dei fatti e noto personaggio televisivo, ha da subito collaborato con gli inquirenti e ha semplicemente cercato di evitare che, attraverso la diffusione dei files presenti sul computer del marito, fosse data in pasto ai media la sua vita privata.

Purtroppo, soprattutto nei casi di suicidio per impiccamento incompleto le dietrologie trovano terreno fertile e non solo impediscono ai familiari di elaborare un lutto incapsulandoli in una vita di odio e di rabbia ma producono anche parecchi danni a soggetti estranei ai fatti cui vengono “attribuiti” omicidi mai avvenuti.

Nella pratica medico legale si distinguono due tipi di impiccamento:

  • – L’impiccamento completo, che interviene quando l’individuo è sospeso nel vuoto. Nell’impiccamento completo la morte interviene per la lussazione dell’articolazione atlanto-epistrofea e susseguente compressione del midollo allungato da parte del dente dell’epistrofeo.
  • – L’impiccamento incompleto, anche detto alla Condé, che interviene in un individuo solo parzialmente sospeso. In questo casi il soggetto viene ritrovato in piedi, in ginocchio, seduto o semisdraiato. Può essere sia volontario che accidentale, a volte è secondario ad una pratica autoerotica.

L’impiccamento produce una perdita immediata della coscienza e una morte rapida anche quando solo una parte del corpo graviti sul laccio, pertanto, trovare individui con una corda stretta al collo in piedi, seduti o semidistesi, non esclude questa modalità di morte.

L’impiccamento incompleto, ormai da secoli riconosciuto dalla scienza come pratica suicidiaria, scatena da sempre fantasiose ricostruzioni da parte dei parenti dei suicidi e dei giornalisti che ignorano che non solo l’omicidio per impiccamento è raro ma anche che non è necessaria la sospensione nel vuoto del corpo perché si arrivi alla morte. Per occludere le vie aeree basta esercitare sul laccio una trazione pari ad 1/3 del peso del corpo, mentre una trazione di 3-4 kg è sufficiente ad interrompere la circolazione delle arterie carotidi e una semplice compressione del nervo vago e dei ricettori seno-carotidei può produrre l’arresto immediato del cuore con morte sincopale per inibizione riflessa.

L’omicidio per impiccamento è raro e generalmente attuato in persone colte di sorpresa o in precedenza stordite. Un’analisi accurata dei luoghi e del cadavere permettono di distinguere un omicidio da un suicidio. In caso di omicidio si riscontreranno, sia sulla scena del crimine che sul cadavere, i segni di una colluttazione, mentre in caso di suicidio potrebbero essere visibili sul defunto precedenti tentativi di togliersi la vita, come tagli all’altezza dei polsi.

Nel caso un cadavere venga sospeso per simulare un suicidio saranno assenti le lesioni vitali (ecchimosi ed emorragie) in corrispondenza dei tessuti profondi del collo e del solco prodotto dal laccio e, nel caso la sospensione del cadavere avvenga tardivamente, saranno visibili ipostasi in posizioni incompatibili con la dinamica suicidiaria. Naturalmente, in caso di simulazione saranno invece presenti segni indicativi di un’altra modalità di morte.

È chiaro che, in caso di messinscena (staging), difficilmente l’autore dell’omicidio simulerà un impiccamento incompleto alla Condé ma opterà invece per lo staging di un impiccamento completo.

La morte da impiccamento è ascrivibile ad un fattore asfittico, ad un fattore circolatorio e ad un fattore neuro vegetativo.

Fattore asfittico: il laccio, in genere posto nello spazio tiro-joideo, sposta indietro ed in alto l’osso joide e la base della lingua che, premendo contro il palato e la faringe, provoca l’occlusione delle vie aeree. Solo nel caso in cui intervenga il fattore asfittico possono manifestarsi convulsioni asfittiche terminali.

Fattore circolatorio: l’interruzione del circolo sanguigno a livello delle arterie carotidi che si trovano ai lati del collo (3,5 kg) ed eventualmente delle arterie vertebrali (16,6 kg) produce un’ischemia cerebrale con perdita immediata della coscienza. La chiusura delle giugulari causa invece una stasi venosa acuta del territorio cefalico che produce un’edema.

Fattore neuro vegetativo: un’intensa stimolazione del nervo vago, che decorre verticalmente nel fascio vascolonervoso del collo insieme all’arteria carotide anteriormente e alla vena giugulare posteriormente, e dei recettori seno-carotidei può produrre l’arresto immediato del cuore con morte da inibizione riflessa.

Sempre da un punto di vista medico legale, si riconoscono due tipi di impiccamento a seconda della posizione del laccio: un impiccamento tipico, se il nodo corrisponde alla nuca e un impiccamento atipico, se il nodo si trova in posizione laterale o anteriore del collo. L’impiccamento atipico rientra tra gli impiccamenti messi in atto allo scopo di suicidarsi, il fatto che sia denominato atipico non lo rende sospetto.

Il segno più caratteristico dell’impiccamento è il solco dovuto alla compressione del laccio sul collo. Il solco può essere molle o duro, a seconda della consistenza del laccio. Il solco è obliquo dal basso in alto, ineguale perché più profondo a livello dell’ansa e degradante verso il nodo, discontinuo perché si interrompe a livello del nodo dove la forza di trazione discosta il laccio dalla cute. Nell’impiccamento incompleto in atteggiamento prono il solco può risultare orizzontale.

All’esame medico legale in una vittima di impiccamento, oltre al solco, sono presenti: emorragie nel derma, nel sottocutaneo, nel connettivo interstiziale e nei muscoli cervicali; lacerazione delle fibre dei muscoli del collo; frattura e lussazione dell’osso joide; rottura trasversale dell’intima della carotide comune in prossimità della sua biforcazione (s. di Amussat); ecchimosi nell’avventizia delle carotidi (s. di Friedberg); lacerazione delle fibre nervose del vago (s. di Dotto); ecchimosi retrofaringea o prevertebrale (s. di Brouardel); emorragie sotto il legamento longitudinale anteriore della colonna vertebrale al passaggio dorso-lombare (s. di Simon); cianosi intensa del volto o pallore; presenza di ipostasi nei segmenti distali degli arti e nelle regioni del bacino (ipostasi a mutanda), che possono determinare erezione del pene con emissione di sperma; emorragie puntiformi congiuntivali e enfisema acuto dei polmoni.

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ursula franco 1 MORTE DI MARIO BIONDO: UN SUICIDIO ANCHE PER LA PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA* Medico Chirurgo, Criminologo, Statement Analyst. E’ allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. Fa parte del Forensic Team della COLD CASE FOUNDATION, una Fondazione Americana che si occupa di casi irrisolti, Executive Director: FBI Profiler Gregory M. Cooper.

5 Commenti

  1. Dato che sono chiusi i commenti anche per il mostro di Firenze, domando qui: un aggressore sessuale incompetente allora sarebbe potuto essere Francesco Narducci?

  2. Ho dato un’occhiata a tutti i casi esaminati dalla dottoressa Franco: quando sono arrivata a Simonetta Cesaroni, ho deciso che io e la dr.ssa siamo incompatibili 😊

  3. Ma Lei l’ha vista la foto del solco sulla parte posteriore del collo.

    Le Iene la hanno mostrata e non sono io l’unica a vedere un solco nettissimo.

  4. all’esame autoptico non c’era alcun solco posteriore, il professor Procaccianti sulla parte posteriore del collo ha rilevato solo alterazioni secondarie a fenomeni putrefattivi

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