SORELLA SCIMMIA, FRATELLO VERME

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–   di PepPe Røck SupPa   –                                                            

Alcune volte le domande più facili risultano essere quelle più crudeli, quelle che ci imprigionano più facilmente nella vita in generale. Soprattutto se nella vita si è curiosi. Per questo, una delle domande che ultimamente mi ha messo in crisi è la più banale, ma solo in apparenza, magari è quella a cui tutti, anche senza essere laureati o esperti nel campo come me, penseremmo di sapere: “Ma perché le giraffe hanno il collo così lungo?” Ecco, mi chiedo perché?

Piergiorgio Odifreddi portrait SORELLA SCIMMIA, FRATELLO VERMENel caso vorreste una risposta non preoccupatevi, ci viene in soccorso uno dei meravigliosi capitoli dell’ultimo libro di Piergiorgio Odifreddi, per chi non lo conosce è un matematico, logico e divulgatore scientifico italiano. “Sorella scimmia, fratello verme”, dove racconta storie di scienza che vedono come protagonisti gli animali al centro degli studi che hanno portato a grandi scoperte scientifiche.

C’è un po’ di tutto: la rane per lo studio degli impulsi nervosi (anche se, avviso i lettori più suscettibili, la scena di rane appese in terrazza e danzanti tra i fulmini di un temporale può essere un tantino inquietante), la giraffa appunto, per lo studio dei caratteri acquisiti (questa però non ve la dico, per saperlo dovete almeno leggere il libro), i moscerini, grazie ai quali si sono riusciti a svelare moltissimi misteri della genetica, i cani per lo studio quantitativo e sistematico dei riflessi partito dai meccanismi fisiologici della digestione fino a potenziale strumento di indottrinamento degli individui e delle masse, le oche per lo studio dell’imprinting e le sue interessanti implicazioni naturali e culturali a metà tra istinto e apprendimento, le api e il loro linguaggio danzante per comunicare, la lumaca di mare con i suoi non molti e grandi neuroni per lo studio del cervello, i ragni per l’applicazione sistematica della nomenclatura agli animali con ulteriori inquietanti abitudini sessuali simili al bondage o al sequestro di persona descritte nei minimi e più sordidi dettagli da una ragna a Primo Levi in una geniale intervista immaginaria di cui viene riportato uno stralcio.ajaxmail SORELLA SCIMMIA, FRATELLO VERME

Troviamo anche i gatti, per lo studio del movimento che un gatto deve saper fare per riuscire a cadere sempre in piedi, anche se giustamente ci si chiede quanto siano i gatti ad intrattenerci in tutti questi esperimenti o noi ad intrattenere loro. Ma anche gatti immaginari come quello di Schrödinger, mia ossessione, che in realtà non è né un gatto né di Schrödinger ed è mezzo morto e mezzo vivo (quindi non è che sia messo proprio benissimo) al confine tra il mondo microscopico della meccanica quantistica e quello macroscopico delle giraffe e delle lumache.

Questo libro è un misto di brillante e meravigliosa divulgazione scientifica, a tratti anche un po’ morbosa, aneddotica che guiderà il lettore attraverso questa carrellata di grandi scoperte scientifiche, molto spesso o quasi sempre da premio Nobel, e dei loro protagonisti animali. E se vi state chiedendo quale sia stato l’epilogo per la maggior parte dei protagonisti animali di queste storie, ve lo dico chiaramente, forse più chiaramente di quanto sia solo a tratti scritto nel libro, che la maggior parte di questi non ci hanno fatto una bella fine. Ma è solo con lo studio di questi modelli animali che la scienza e la nostra conoscenza hanno potuto progredire negli anni e progrediranno in futuro, ovviamente rispettando tutte le regolamentazioni e tutele del caso. In altre parole, anzi in quelle molto più fighe di James Bond “è la ricerca scientifica, bellezza”, forse un po’ parafrasato lo so, ma il concetto è quello.