CASALUCE…LI’ DOVE I CAPANNONI NASCONO COME I CARCIOFI

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   –   di Antonio Cutillo   –                                                     

A Casaluce, su terreni agricoli e non, proseguono attività per le quali UpC ha già effettuato segnalazioni e richiesto sopralluoghi.

Ad esse si aggiungono altre iniziative abusive che, oltre ad essere prive dei titoli abilitativi richiesti, pongono anche seri quesiti ambientali.

Le nostre istanze, formulate ufficialmente, sono rimaste inevase, l’unico elemento certo è che, solo su nostra sollecitazione, la Polizia municipale è stata incaricata di svolgere le opportune verifiche.

Quanto all’esito di esse, a noi alcuna risposta, per il tramite dei canali ufficiali, è mai pervenuta.

Ma noi siamo perseveranti e ci auguriamo che, nonostante l’assenza di dialogo con l’amministrazione, i sopralluoghi abbiano chiarito la legittimità o meno dell’opera. 

A tanto si aggiunge la triste constatazione di una costante erosione dei nostri terreni agricoli per fare spazio ai soliti capannoni, ma anche a strutture con finalità diverse.

I rilievi fotografici  allegati  mostrano, infatti,  attività di varia natura, laddove solo la coltivazione sarebbe consentita.

Si spazia dal deposito di materiali con annesso ufficio, al deposito di auto destinate all’autodemolizione.

Come tempo addietro abbiamo evidenziato la nebulosa destinazione di un terreno agricolo a luogo di sanificazione dei veicoli destinati alla raccolta dei rifiuti, così ora segnaliamo la presenza di un capannone che accoglie auto destinate all’autodemolizione ed al recupero di parti dei veicoli.

Sia nell’uno che nell’altro caso, il problema che si prospetta va al di là dell’ asseverazione o meno delle strutture, o della destinazione urbanistica dei terreni.

Il panorama che si apre è quello di un danno ambientale che si consuma sotto gli occhi distratti, o inesperti  degli addetti al settore.

La nostra normativa, di chiara derivazione europea, impone che il trattamento dei veicoli destinati alla demolizione, ma anche allo smontaggio dei pezzi di ricambio, debba avvenire in un impianto autorizzato.

I veicoli fuori uso ed i prodotti del loro smantellamento sono da considerarsi rifiuti a tutti gli effetti.

Pertanto, affinché possano cessare di essere tali, è necessario che il recupero avvenga attraverso una messa in sicurezza da parte di un soggetto autorizzato.

Analogamente, la sanificazione dei mezzi destinati ad accogliere rifiuti deve essere effettuata in impianti che rispettino una rigorosa normativa, anche per lo smaltimento delle acque. 

Tali attività svolte in impianti privi dei requisiti richiesti, sono in grado di generare un grave danno ambientale. 

Oltre ad aprire i sacchetti dei rifiuti in cerca dell’identità del colpevole, apriamo piuttosto i cancelli di queste attività per le necessarie verifiche e contribuiamo realmente a costruire un futuro sostenibile.

Se proprio non siamo in grado di applicare i principi di prevenzione e precauzione, fondanti la materia ambientale, cerchiamo almeno di sanzionare, ex post, condotte irrispettose della salute di tutti noi cittadini!